L’impegno missionario dei Salesiani

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Due Ispettorie, 12 giorni di viaggio e tanti incontri significativi: è il viaggio in Giappone e Corea del Sud del Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, che ha scritto una lettera per celebrare la 149^ Spedizione Missionaria, a partire dalla prima preparata da don Bosco l’11 novembre del 1875:

“I cristiani in realtà non hanno una missione, sono la missione. Tutti i cristiani sono chiamati a vivere il mistero dell’Incarnazione, cioè a vivere nel corpo fisico e nel corpo mora­le della comunità la presenza di Dio… Nei Fioretti di San Francesco, c’è una storia incantevole.

Un giorno, uscendo dal convento, san Francesco incontrò frate Leone. Era un frate semplice e buono e san Francesco gli voleva molto bene. Incontrandolo gli disse: ‘Frate Leone, vieni, andiamo a predicare’… La predica migliore è sempre quella fatta di carne e di sangue. Gesù paragona i cristiani al sale: ‘Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?

A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente’… Siamo chiamati a testimoniare la presenza di Dio nel mondo. Con un infondibile stile salesiano: cominciando dal basso, dai più piccoli… Siamo salesiani se dovunque ci troviamo, ascoltiamo la voce dei dimenticati, degli invisibili. Siamo chiamati ad essere i missionari tenaci e coraggiosi dei piccoli e degli ultimi.

Siamo chiamati a inginocchiarci per lavare i piedi degli altri, come ha fatto il nostro Maestro e Signore. Solo chi si abbassa può ascoltare e soprattutto ascoltare i piccoli. Loro hanno una parola da dire e una vita da condividere”.

E terminando la lettera ha esortato i missionari salesiani a non abbandonare il povero, secondo il carisma salesiano: “Carissimi, incontrerete dappertutto tantissime persone di buona volontà, alcune che nemmeno la pensano come noi, hanno altre visioni del mondo e vivono e praticano altre religioni, ma che sono buone e fanno il bene, ammirano la bellezza e cercano la verità.

Ma troverete pure tante sofferenze causate dall’ingiustizia, dalle diseguaglianze e dalla violenza, tante volte da parte di quelle che hanno più potere, sia politico, sia sociale, sia economico. Ma voi dovete restare sempre accanto al popolo più povero, più minacciato, più bisognoso”.

Ed a tal proposito è interessante la storia del salesiano George Pallipparambil, vescovo della diocesi indiana di Miao, che in 40 anni ha portato il Vangelo dove prima c’era l’animismo e la vita tribale, come è stata raccontata da un’intervista alla CNA: “Per loro, il Vangelo è qualcosa di molto significativo; porta la liberazione in un senso più ampio, ma soprattutto ha dato loro una dignità che non avevano mai conosciuto prima”.

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