Al Capitolo generale dei missionari scalabriniani per far ‘prevalere le ragioni di Dio’

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E’ iniziato lunedì 9 ottobre con una Messa d’invocazione l’evento ‘fondante’ che riunisce a Rocca di Papa i delegati delle province e delle regioni scalabriniane nel mondo, che proseguiranno fino a domenica 4 novembre. Il segretario generale dell’ordine, p. Alessandro Gazzola, ha ricordato che quanto si celebrerà nelle prossime settimane “non è un ‘pio esercizio’ devozionale, ma un gesto coraggioso in cui siamo chiamati a far valere e a far prevalere le ragioni di Dio sulle nostre ragioni”.

I delegati capitolari, ha ricordato ancora il superiore generale, portano con loro “le numerose attese, le idee, nonché i progetti e i desideri, insieme anche alle diverse preoccupazioni. E in questi giorni di lavoro e di riflessione che ci attendono, vogliamo metterci tutta la nostra testa e il nostro cuore per trovare il modo migliore, la voglia e la forza per gettare le reti nel suo nome”.

Riprendendo il vangelo dell’apostolo Giovanni p. Gazzola ha sottolineato che Gesù è la sorgente della vita: “Senza il Signore Gesù non c’è vita, non c’è strada, non c’è missione, non ci sono motivi sufficientemente validi per essere qui. Infatti il primo Paraclito è il Figlio incarnato stesso, senza il quale nulla è possibile. Gesù non dice che senza di lui faremmo male o faremmo a metà le cose, ma che senza di lui proprio non faremmo nulla.

Rimanere in lui è la condizione senza la quale non possiamo portare frutto. Questa è la verità della nostra vita. Da soli saremmo invincibilmente sterili di tutto. La fertilità non nasce da noi stessi, semplici canali da dove passa l’acqua, ma da Gesù, la sorgente”.

Però rimanere non significa stare fermo: “E’ l’atteggiamento del discepolo che ha fede ed amore nel suo Signore, che conosce la fatica della ricerca e l’impegno personale per far somigliare la propria vita a quella del Maestro. Il suo insegnamento è chiarissimo: non bastiamo a noi stessi; non possiamo darci la pienezza della vita da noi stessi. I tralci senza la vite sono secchi”.

Quindi, concludendo l’omelia, il segretario generale dell’ordine ha offerto alcune considerazioni: in primis, l’essere “semplici strumenti nelle mani del Signore, la cui efficacia dipende dal porre la nostra speranza nella sua provvidenziale bontà e misericordia”; egli ha poi raccomandato a tutti l’impegno di avere “ad cuore il bene della Chiesa, della nostra Famiglia religiosa e dei destinatari prediletti della nostra missione, cioè coloro che vivono più acutamente il dramma delle migrazioni”.

L’omelia si è chiusa con l’intercessione della beata Vergine Maria, l’invocazione dell’intercessione del beato Scalabrini e del patrono degli scalabriniani san Carlo Borromeo affinché veglino e guidino il XV Capitolo generale: “Non è facile sintonizzarci sulla lunghezza d’onda dello Spirito, ma è indispensabile farlo, perché quello che non viene da Dio è destinato a morire”.

Nei prossimi giorni i delegati al Capitolo sentiranno gli esercizi spirituali, predicati dal vescovo mons. Daniele Libanori, ausiliare della diocesi di Roma, sul tema scelto del discernimento secondo lo spirito di sant’Ignazio di Loyola.

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