Card. Becciu proclama beata Veronica Antal, modello di testimonianza del Vangelo

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“Oggi, è una giovane figlia della Romania che viene additata come modello nella testimonianza eroica del Vangelo. Essa ha consacrato la sua vita a Gesù e a Lui è stata fedele fino al martirio, avvenuto in un contesto tragico di grandi sofferenze e di persecuzione per i cristiani di questa terra”: queste parole sono state pronunciate dal card. Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a Nisiporeşti in Romania per la messa di beatificazione di Veronica Antal, martire fedele laica dell’Ordine Francescano Secolare.

La sera del 24 agosto 1958, di ritorno dalla parrocchia di Hălăuceşti, un giovane, Pavel Mocanu, l’aggredì con proposte sconvenienti e davanti al rifiuto la uccisa con 24 coltellate. Nell’omelia il card. Becciu ha ricordato l’aiuto caritatevole che Veronica Antal offriva alle persone bisognose ‘senza fare distinzione alcuna tra i fedeli appartenenti alla Chiesa Cattolica ed a quella Ortodossa’ ed aveva come ‘ideale’ santa Maria Goretti:

“Aveva davanti a sé un esempio di giovanetta virtuosa, che da tempo la affascinava: l’italiana santa Maria Goretti, icona della virtù della purezza che resiste alla brutale violenza dei sensi. Oggi, è una giovane figlia della Romania che viene additata come modello nella testimonianza eroica del Vangelo.

Essa ha consacrato la sua vita a Gesù e a Lui è stata fedele fino al martirio, avvenuto in un contesto tragico di grandi sofferenze e di persecuzione per i cristiani di questa terra. In quel triste periodo, ortodossi, cattolici e protestanti venivano incarcerati non solo perché si opponevano al regime, ma anche perché erano pronti a testimoniare la loro fede in Gesù, un aspetto che agli occhi dei persecutori appariva la ‘colpa’ maggiore da punire.

La vita della comunità cattolica era particolarmente messa a dura prova dalla dottrina comunista: tutti i vescovi della Chiesa Greco-Cattolica in Romania, e quelli della Chiesa Cattolica di Rito Latino furono perseguitati e incarcerati; e con essi molti sacerdoti, religiosi e le religiose”.

Presentando questa martire rumena il postulatore della causa, Damian Pătraşcu, ha affermato la volontà di perseguire nella via della santità: “Si incontrò con tante suore rimandate a casa dai conventi, e da queste imparò ad amare per Cristo e a vivere la fede con responsabilità. Così comprese che questa era un dono divino, trasmessole per mezzo della comunità parrocchiale. A lei toccava farla fruttificare e testimoniarla in mezzo alla società.

Dall’esempio delle suore nacque in Veronica il desiderio di consacrarsi nell’istituto delle francescane di Assisi, del vicino villaggio di Hălăuceti, che seguivano con grande amore i numerosi orfani della seconda guerra mondiale. Manifestò questo desiderio alla madre ma ebbe in risposta un rifiuto: la donna avrebbe preferito che la figlia si fosse sposata. Cercò di convincerla ma non ci fu verso.

Ormai la decisione era presa. Veronica voleva essere suora a tutti i costi, anche se non c’era più nessun convento che l’avrebbe potuta accogliere perché tutti, sia quelli cattolici che quelli ortodossi, erano stati soppressi dal regime”.

Ed il card. Becciu ha sottolineato gli ‘atti eroici’ dei cristiani sotto il regime comunista, a cui non sfuggì nemmeno questa nuova beata: “Nonostante la violenza, la persecuzione e la detenzione, in questo Paese i vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate e tanti fedeli laici hanno mostrato un grande coraggio nel dono di sé, un indomito attaccamento a Cristo e alla sua Chiesa e hanno conservata intatta la loro fede.

Proclamando beata la giovane Veronica Antal, pensiamo con animo riconoscente e orante anche al loro sacrificio, che rimane scolpito con i colori del sangue nella storia del Novecento. La stessa Veronica pregava tanto soprattutto per i vescovi e i sacerdoti che riempivano le carceri del regime ateo. E lo faceva dalla cella accanto alla casa paterna, dove si era ritirata, conformandosi sempre più pienamente al suo sposo divino.

Nonostante non potesse vivere in un vero convento di suore consacrate, avendo soppresso il regime comunista tutte le forme di vita religiosa della Chiesa Cattolica in Romania, la sua vita fu quella di una persona totalmente consacrata a Dio”.

Ed ha ricordato la sua ‘carità’ indistintamente verso tutti: “Rese così una fervida testimonianza di fraternità e di sincero dialogo, sempre necessaria al fine di far prevalere la riconciliazione e la collaborazione sulle divisioni e sui dissidi. E proprio in quel periodo di sofferenza i cristiani, divisi nel corso della storia, si sono scoperti più vicini o ritrovati solidali.

Il loro sacrificio offre un messaggio molto chiaro anche per noi: ritrovare la solidarietà e la comunione reciproca, incrementando quell’ecumenismo del martirio, che il Santo Padre Francesco richiama incessantemente. Un campo di collaborazione oggi particolarmente importante tra Ortodossi e Cattolici riguarda la difesa delle radici cristiane dell’Europa e dei valori cristiani e la comune testimonianza su temi come la famiglia, la bioetica, i diritti umani, l’onestà nella vita pubblica, l’ecologia”.

Inoltre il card. Becciu ha esortato i romeni a seguire il suo esempio: “La beatificazione di questa giovane ventenne, costituisce una provvida occasione per confermare la missione della comunità cattolica in questo Paese. E’ compito di tutti conservare e tramandare il patrimonio della fede e l’attaccamento ai valori umani e spirituali con coraggio e rinnovato slancio missionario.

Si tratta di attingere alla fonte dell’amore di Dio e alla freschezza originale del Vangelo, per individuare nuove strade, nuovi approcci pastorali e metodi creativi aderenti alle attuali circostanze. Nell’odierna realtà sociale e culturale, abbiamo davanti l’esempio della beata Veronica, la quale, a causa della scarsità dei sacerdoti, molti dei quali imprigionati dal regime, si dedicò all’istruzione religiosa dei bambini e dei giovani, insegnando loro il catechismo e i veri valori cristiani, invitandoli ad abbracciarli e coltivarli per diventare buoni cristiani e cittadini leali della patria”.

Ed ha concluso l’omelia con il chiaro messaggio di speranza della beata Antal: “Il messaggio che lascia, soprattutto a voi, la giovane Veronica è un messaggio di luce e di speranza: l’essere umano ha in sé qualcosa che lo spinge a rischiare con coraggio la propria vita in nome della dignità umana, della libertà e della fede religiosa. Essa è capace di resistere a ogni attacco di odio e di violenza, senza rinunciare alla verità e all’amore.

Dio doni alla Romania lo stesso coraggio che ebbe Veronica Antal, per camminare sulle vie del bene e dell’amore. Lei che non ha rinnegato il Signore, lei che per preservare la virtù della castità non ha esitato a sacrificare la propria vita, ci renda sempre più consapevoli che siamo salvati da Cristo, pertanto nulla ‘potrà separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù’… Nostra giovane sorella, ottieni per noi dal Signore la grazia di essere per sempre uniti in Lui e fra di noi nella gioia e nella carità evangelica!”

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