Da Piazza Armerina il papa rilancia l’evangelizzazione

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Papa Francesco in Sicilia è partito dalla diocesi di Piazza Armerina, in occasione del 25° anniversario della morte del Beato Pino Puglisi. Nel saluto al papa il vescovo diocesano, mons. Rosario Gisana, la definisce ‘periferia esistenziale’: “Vogliamo soltanto manifestarLe un’infinita gratitudine, per aver riposto la Sua paterna attenzione su questo lembo di terra della Sicilia centrale. La gioia, che stiamo sperimentando, è simile a quella che provò il lebbroso samaritano di fronte all’inaspettata guarigione”.

Ed ha affidato alle preghiere del papa la ‘conversione’della diocesi: “Affidiamo alla Sua sollecitudine questo cammino di conversione, per imparare a condividere con audacia i bisogni dei poveri. Il Suo monito sulla povertà della Chiesa, a partire da quell’espressione profetica: ‘Come vorrei una Chiesa povera per i poveri’, è diventato per noi una scelta di vita, un cammino di santità accanto al beato Pino Puglisi, di cui ricordiamo il martirio, e ai nostri testimoni di fede:

sant’Elia di Enna, monaco italo-greco, il beato Girolamo De Angelis, martire gesuita morto in Giappone, il servo di Dio Mario Sturzo, il piazzese Prospero Intorcetta, missionario gesuita in Cina, e tanti presbiteri, consacrati e fedeli laici che hanno saputo fare della povertà un ambito di evangelizzazione, rendendo questo territorio particolarmente sensibile alla solidarietà e alla pace.
Nell’Esortazione apostolica, ‘Gaudete et exsultate’ ci ha ricordato che la santità consiste nell’essere poveri nel cuore”.

Il papa ha ringraziato i fedeli anche per il ‘bel sole’e ha ribadito che conoscere le ‘piaghe’ sociali significa riconoscere la realtà: “Dopo aver concluso il bicentenario della vostra Diocesi, vi attende una missione avvincente, per riproporre il volto di una Chiesa sinodale e della Parola; Chiesa della carità missionaria; Chiesa comunità eucaristica. La prospettiva di una Chiesa sinodale e della Parola richiede il coraggio dell’ascolto reciproco, ma soprattutto l’ascolto della Parola del Signore.

Non anteponete nulla al centro essenziale della comunione cristiana, che è la Parola di Dio, ma fatela vostra specialmente mediante la lectio divina, momento mirabile di incontro cuore a cuore con Gesù, di sosta ai piedi del divino Maestro. Parola di Dio e comunione sinodale sono la mano tesa a quanti vivono tra speranze e delusioni e invocano una Chiesa misericordiosa, sempre più fedele al Vangelo e aperta all’accoglienza di quanti si sentono sconfitti nel corpo e nello spirito, o sono relegati ai margini”.

Eppoi ha sottolineato la necessità di una Chiesa missionaria: “Per essere Chiesa della carità missionaria, occorre prestare attenzione al servizio della carità che oggi è richiesto dalle circostanze concrete. I sacerdoti, i diaconi, i consacrati e i fedeli laici sono chiamati a sentire compassione evangelica – parola chiave … è ciò che sentiva Gesù – per i tanti mali della gente, diventando apostoli itineranti di misericordia nel territorio, ad imitazione di Dio che ‘è tenerezza e vuole condurci a un’itineranza costante e rinnovatrice’.

Con semplicità andate per i vicoli, i crocicchi, le piazze e i luoghi di vita feriale, e portate a tutti la buona notizia che è possibile una convivenza giusta, piacevole e amabile, e che la vita non è oscura maledizione da sopportare fatalisticamente, ma fiducia nella bontà di Dio e nella carità dei fratelli”.

Ed infine, prima di partire per Palermo un richiamo ai sacerdoti: “In mezzo al popolo di Dio a voi affidato, siete chiamati ad essere i primi a superare gli steccati, i pregiudizi che dividono; i primi a sostare in contemplazione umile davanti alla difficile storia di questa terra, con la sapiente carità pastorale che è dono dello Spirito; i primi a indicare sentieri attraverso i quali la gente può andare verso spazi aperti di riscatto e libertà vera.

Consolati da Dio, potrete essere consolatori, asciugare lacrime, guarite ferite, ricostruire vite infrante che si consegnano fiduciosamente al vostro ministero”.

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