Papa Francesco sottolinea la capacità orante della Chiesa

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Sabato scorso, giorno della natività della Madre di Dio, è stata una giornata molto ricca di incontri per papa Francesco, che ha ribadito ancora una volta il valore della preghiera, come nell’incontro con i partecipanti dell’unione internazionale delle benedettine, che hanno come tema ‘Tutti siano accolti come Cristo’ dalla regola di san Benedetto da Norcia:

“Questa espressione ha impresso nell’Ordine Benedettino una spiccata vocazione all’ospitalità, in obbedienza a quella parola del Signore Gesù che fa parte integrante della sua ‘regola di comportamento’ riportata nel Vangelo di Matteo: ‘Ero straniero e mi avete accolto’. Oggi nel mondo ci sono molte persone che cercano di vivere la tenerezza, compassione, la misericordia e l’accoglienza di Cristo nella loro vita.

Ad esse voi offrite il dono prezioso della vostra testimonianza, quando vi fate strumenti della tenerezza di Dio per coloro che sono nel bisogno. La vostra accoglienza verso persone di differenti tradizioni religiose contribuisce a portare avanti con unzione spirituale l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Da secoli, i luoghi benedettini sono conosciuti come luoghi di accoglienza, di preghiera e di generosa ospitalità”.

Il papa ha sottolineato che la preghiera è il ‘respiro’ della Chiesa: “Ogni giorno, la vostra preghiera arricchisce, per così dire, il ‘respiro’ della Chiesa. E’ preghiera di lode, con cui date voce all’umanità intera e anche al creato. E’ preghiera di ringraziamento per gli innumerevoli e continui benefici del Signore.

E’ preghiera di supplica per le sofferenze e le ansie degli uomini e delle donne del nostro tempo, specialmente dei poveri. E’ preghiera di intercessione per quanti soffrono ingiustizie, guerre e violenze, e vedono violata la loro dignità.

Voi non incontrate fisicamente queste persone, ma siete loro sorelle nella fede e nel Corpo di Cristo. Il valore della vostra preghiera non si può calcolare, ma è sicuramente un regalo preziosissimo. Dio ascolta sempre le preghiere dei cuori umili e pieni di compassione”.

Ed infine ha elogiato la loro vita comunitaria: “La vostra vita comunitaria testimonia l’importanza dell’amore e del rispetto reciproco. Infatti, voi provenite da luoghi ed esperienze diversi, e voi stesse siete diverse tra voi, perciò l’accoglienza vicendevole è il primo segno che date in un mondo che fatica a vivere questo valore.

Siamo tutti figli di Dio e la vostra preghiera, il vostro lavoro, la vostra ospitalità, la vostra generosità, concorrono a manifestare una comunione nella diversità che esprime la speranza di Dio per il nostro mondo: un’unità fatta di pace, di accoglienza reciproca e di amore fraterno”.

Ed anche ai vescovi partecipanti al seminario organizzato dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli ha sottolineato il ruolo del vescovo, che è innanzitutto un uomo di preghiera: “La preghiera non è per il vescovo devozione, ma necessità; non un impegno tra tanti, ma un indispensabile ministero di intercessione: egli deve portare ogni giorno davanti a Dio le persone e le situazioni. Come Mosè, tende le mani al cielo a favore del suo popolo ed è capace di insistere col Signore, di negoziare col Signore, come Abramo.

La parresia della preghiera. Una preghiera senza parresia non è preghiera. Questo è il Pastore che prega! Uno che ha il coraggio di discutere con Dio per il suo gregge. Attivo nella preghiera, condivide la passione e la croce del suo Signore. Mai appagato, cerca costantemente di assimilarsi a Lui, in cammino per diventare come Gesù vittima e altare per la salvezza del suo popolo”.

Eppoi è l’uomo dell’annuncio, a cui non piacciono i comfort: “Testimoniare con umiltà l’amore di Dio, proprio come ha fatto Gesù, che per amore si è umiliato. L’annuncio del Vangelo subisce le tentazioni del potere, dell’appagamento, del ritorno di immagine, della mondanità. La mondanità. Guardatevi dalla mondanità.

C’è sempre il rischio di curare più la forma della sostanza, di trasformarsi in attori più che in testimoni, di annacquare la Parola di salvezza proponendo un Vangelo senza Gesù crocifisso e risorto. Ma voi siete chiamati a essere memorie vive del Signore, per ricordare alla Chiesa che annunciare significa dare la vita, senza mezze misure, pronti anche ad accettare il sacrificio totale di sé”.

Ed infine è uomo di comunione e non un ‘arrampicatore’: “Non si stanca di ascoltare. Non si basa su progetti fatti a tavolino, ma si lascia interpellare dalla voce dello Spirito, che ama parlare attraverso la fede dei semplici. Diventa tutt’uno con la sua gente e anzitutto col suo presbiterio, sempre disponibile a ricevere e incoraggiare i suoi sacerdoti.

Promuove con l’esempio, più che con le parole, una genuina fraternità sacerdotale, mostrando ai preti che si è Pastori per il gregge, non per ragioni di prestigio o di carriera, che è tanto brutto”.

Ed in vista dell’imminente Sinodo ha chiesto loro di ascoltare i giovani: “Mettiamoci in ascolto, lasciamoci provocare da loro, accogliamone i desideri, i dubbi, le critiche e le crisi. Sono il futuro della Chiesa, sono il futuro della società: un mondo migliore dipende da loro. Anche quando sembrano infettati dai virus del consumismo e dell’edonismo, non mettiamoli mai in quarantena; cerchiamoli, sentiamo il loro cuore che supplica vita e implora libertà. Offriamo loro il Vangelo con coraggio”.

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