Fabio Bortolotti spiega le difficoltà della democrazia in Italia

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“Il degenerato impianto politico-istituzionale del Belpaese è autoreferenziale, fondato sull’apparenza e sulla pseudo verità, privo di flessibilità e possibilità d’azione, fino al punto di bloccare l’economia e il processo di crescita. L’odierno sistema è poi contrassegnato da malcostume, corruzione, magagne e tare di ogni genere, per cui il Belpaese non può avere futuro”:

così inizia ‘In alto loco’, il nuovo libro di Fabio Bortolotti (www.fabiobortolotti.it) sulla situazione democratica italiana. Egli è stato docente dei corsi post universitari di abilitazione alle funzioni di Segretario comunale a Trento e a Bolzano e dei corsi di formazione e di aggiornamento per funzionari della Pubblica Amministrazione; è stato difensore civico del Trentino.

A lui abbiamo domandato le ragioni di questo saggio: “Ai nostri giorni gli onorevoli signori della politica sembrano in preda a irrefrenabili compulsioni politiche anticonformiste ed omissive, tali da non consentire di distinguere il giusto dallo sbagliato, il bene dal male.

In tale ottica strabica e daltonica detti onorevoli signori, in vista di qualche utile politico, non esitano a disconoscere, negare, stravolgere i valori tradizionali e i valori morali; far passare per bene o per giusto ciò che non è tale; architettare turpi progetti per relegare i cittadini al ruolo di meri spettatori. Si può ben dire, senza tema di smentita, che parlare di un politico sincero e onesto è una contraddizione in termini, che la politica è in mano a persone prive di valori e di ogni remora morale.

Il libro persegue l’intento di offrire spunti pratici per tentare di capire l’odierno mondo della politica, le storture del sistema politico, le ambiguità e il perverso uso del potere”.

Perchè la democrazia italiana è incompiuta?
“Secondo studi eseguiti nel 2016 dal gruppo britannico ‘The Economist’, su 167 Stati l’Italia risulta al 21° posto della graduatoria generale delle democrazie, graduatoria che ci penalizza in particolare per la corruzione, ci vede al 60° posto nella classifica mondiale; la libertà di informazione su vicende politiche, ci vede al 77° posto nella classifica mondiale; il sistema elettorale e il pluralismo, ci vede al 32° posto mondiale e la funzione del governo al 47° posto mondiale;

la Scuola italiana e le Università occupano gli ultimi posti a livello europeo; l’Italia è al primo posto in Europa per aumento della povertà (12.457.600); l’Italia ha il tasso di disoccupazione giovanile più alto d’Europa; l’Italia è l’unico Paese europeo che elargisce cospicui finanziamenti pubblici ai partiti ed alla stampa; l’Italia rischia il fallimento per il più elevato debito pubblico a livello europeo, per l’economia bloccata e per la pressione fiscale paralizzante; l’Italia ha la più scadente rete stradale del contesto europeo.

Questa impietosa classifica fa capire che il nostro è un Paese vincolato ad abietti schemi partitici che frenano ogni possibile innovazione e che finiscono per sgovernarlo. E’ ben vero che una democrazia perfetta non è mai esistita, come affermano gli storici, ma è altrettanto vero che una democrazia che non tende costantemente a migliorarsi ed a perfezionarsi, qual è la nostra, non può che essere una democrazia incompiuta e di pura facciata, a giovamento dei partiti politici, degli ammanicati del regime e degli amici degli amici”.

In quale modo può avvenire una democrazia compiuta?
“La forma ideale di democrazia non può che essere l’armonico ed ordinato connubio tra diritti-doveri e capacità di renderli effettivi per tutti, in carenza o difetto di tale connubio si vengono di fatto a formare strutture incompiute di democrazia.

Non c’è chi non veda che gli istituti tipici e propri dell’autentica democrazia sono oggi snaturati perché, di fatto, gli onorevoli signori della politica hanno dato luogo a forme di democrazia oligarchica, mascherandole con una serie interminabile di torbide norme legislative, fino al punto da rendere irriconoscibili e indefinibili gli intenti.

Si citano alcuni esempi eclatanti di incompiuta democrazia, in cui la ‘sovranità popolare’ è semplicemente calpestata: secondo l’art. 1, secondo comma, della Costituzione (‘la sovranità appartiene al popolo’), nei fatti è gestita dai ‘partiti politici’; secondo l’art. 48, secondo comma della Costituzione i cittadini partecipano alla vita pubblica esercitando il diritto di voto (personale, eguale, libero e segreto), nei fatti gli elettori sono condizionati dalle predeterminazioni dei partiti politici;

in base all’art. 67 della Costituzione (‘ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato’), in realtà i rappresentanti politici non rappresentano gli interessi della Nazione ma gli interessi di partiti politici, spacciati per bene comune. Nell’illusorio e falso sistema in essere, molti principi costituzionali sono di fatto vanificati, dimostrazione lapalissiana dell’inautenticità dell’odierna democrazia”.

In questo processo democratico quale compito ha la Chiesa nella formazione alla politica?
“Il libro riporta che il presidente francese Emmanuel Macron, nel ricevimento del 9 aprile 2018 organizzato dalla Conferenza Episcopale Francese, ha spronato i cattolici ad impegnarsi politicamente e ad essere coerenti con il loro credo religioso.

Nel puntualizzare che ‘la Chiesa si pone come risorsa e voce amica in un mondo in cui il dubbio, l’incertezza e la mutabilità sono di regola’, ha lanciato un autorevole appello al laicato cattolico, che piace riportare testualmente: ‘la Repubblica si aspetta molto da voi, si aspetta che voi le facciate tre doni: il dono della vostra sapienza; il dono del vostro impegno; il dono della vostra libertà.

Viene spontaneo chiedersi: quando mai i leader ‘catto…’ onorevoli signori della politica italiana lancerebbero un simile pregnante appello? Finora non hanno mai dato alcuna dimostrazione in tal senso e ciò fa pensare che mancano di una solida cultura cristiana, di coerenza, determinazione e fermezza”.

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