Ci vediamo a casa: la bellezza della famiglia raccontata dalla famiglia De Palo

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“La famiglia non è tutto rose e fiori, lo sappiamo. Ma cosa c’è di più bello di quelle nottate strane, quando ci si sveglia tutti insieme senza un perché e ci si ritrova in cucina a parlare? La camomilla calda con zucchero e limone e poi tutti di nuovo a letto, sapendo che ti rimangono poche ore di sonno prima che la vita ricominci a correre”.

Il diario intimo di una coppia che mette in luce la bellezza di una famiglia numerosa ma anche le difficoltà quotidiane: ‘Ci vediamo a casa. La famiglia e altri meravigliosi disastri’ è un libro scritto a quattro mani da Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum associazioni familiari, e dalla moglie Anna Chiara Gambini, grafica, che sono insieme da 20 anni, di cui 13 di matrimonio, ed hanno cinque figli: Giovanni, 13 anni, Therese di 11, Maddalena 9, Gabriele di 6 anni e Giorgio Maria, nato il 10 marzo scorso con la sindrome di down.

Nel libro sono raccontati senza filtri momenti intensi della famiglia De Palo: dall’esperienza della nascita del primo figlio ai ricordi delle gite di famiglia, senza tralasciare i litigi, a volte anche violenti, tra marito e moglie. Un libro che vuole aiutare il lettore a comprendere che in tutte le famiglie si vivono gli stessi problemi portandolo ad immedesimarsi attraverso pagine molto comiche o particolarmente commoventi.

Gli autori hanno spiegato che il volume è rivolto a chi ha già una famiglia, a chi desidera sposarsi ma anche ai sacerdoti, che possono capire meglio alcune dinamiche di una coppia di coniugi. Innanzitutto ci spiegano la genesi del libro:

“Abbiamo deciso di metterci in gioco raccontando semplicemente noi stessi. La famiglia è chiamata a vivere questo tempo e a dire di sì, ad accogliere tutte le difficoltà e le cose inaspettate che accadono. Per noi è stato divertente scrivere questo libro. Ognuno ha scritto la sua parte e poi le abbiamo lette insieme. E’ servito anche per conoscerci meglio, nonostante i tanti anni insieme”.

‘Ci vediamo a casa’: come è la vita in una famiglia numerosa?
“E’ divertente e sfiancante. Ci sono giorni in cui sembra di non riuscire mai a stare al passo di tutti i bisogni dei vari componenti e giorni in cui ognuno è risorsa per l’altro. Quello che manca di più ad un genitore è il tempo da dedicare specificatamente ad ogni figlio, per questo è bello e fondamentale ritagliarsi delle occasioni per ‘conoscersi’ anche in modo più privato (passeggiate, viaggi, o anche solo un film da vedere o un gioco da fare solamente con un figlio alla volta).

Ma malgrado le fatiche del quotidiano in cui vanno sempre trovati compromessi in grado di mettere il più possibile d’accordo i pareri di ognuno, far parte di una famiglia è molto rassicurante, e si sperimenta che i veri beni non sono economici (quelli non bastano mai) ma le persone”.

Perchè un libro a quattro mani e quali differenze narrative sono emerse nel racconto?
“Perchè ce lo ha chiesto la casa editrice e l’idea ci è piaciuta molto. Perchè malgrado la scelta di unirsi in una famiglia rimaniamo due persone ben distinte con differenze di origine e di ‘postura’ radicate in noi da tempo, ma la bellezza di una famiglia e soprattutto di due genitori sta proprio nella valorizzazione di queste differenze che si contrastano e si sostengono e completano l’accompagnamento del percorso formativo dei figli. Le differenze sono tante. Sono quell’abisso che c’è tra un uomo e una donna. Ma proprio questo è il bello. In fondo cambiano i nomi, cambiano i luoghi, ma le famiglie sono tutte molto simili tra di loro”.

Durante la fase finale del libro è nato Giorgio Maria: è possibile raccontare la bellezza della famiglia attraverso le difficoltà?
“Siamo solo all’inizio di questa esperienza sorprendente e anche per rispetto di tutti quei genitori che la vivono da molto più tempo non desideriamo soffermarci troppo sull’argomento. Noi non siamo due eroi. Non siamo due primi della classe, anzi. Nella nostra narrazione abbiamo specificato più volte che non siamo degli esempi, ma due genitori felici di questo dono inatteso.

Sappiamo anche che le difficoltà arriveranno, ma in famiglia diventa più semplice portarne il peso. Per questo nel libro abbiamo cercato di raccontare non solo la bellezza di una famiglia, ma anche le tante difficoltà quotidiane. Non abbiamo edulcorato le litigate, le incomprensioni, le ferite che ci siamo fatti e ci facciamo… Potevamo omettere le criticità, ma abbiamo scelto di metterci in gioco perché eravamo convinti che potesse servire alle altre famiglie. Le difficoltà fanno parte della vita”.

Fra poco l’incontro mondiale della famiglia a Dublino con un titolo evocativo: ‘Il Vangelo della Famiglia: gioia per il mondo’. In quale essa è gioia per il mondo?
“Avremmo dovuto e voluto esserci, ma l’arrivo di Giorgio Maria ci ha un po’ complicato i piani e guarderemo l’incontro dalla tv. Siamo convinti (e con questo libro abbiamo cercato di chiarirlo sin dall’inizio) che serva una nuova narrazione della famiglia. L’abbiamo raccontata come qualcosa di triste, grigio, stantio e invece è l’avventura più bella che ci sia mai capitata di vivere.

Non è un peso, ma una sfida, una Grazia! Tante volte i veri nemici della famiglia siamo proprio noi che la rendiamo antipatica, quando ha una bellezza contagiosa e quando, se solo lo volessimo, potrebbe essere l’occasione di dialogo che abbiamo con tutto il mondo. Perché, anche se alcuni provano a negarlo, nasciamo tutti in una famiglia”.

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