Il papa invita i giovani a non rattristare lo Spirito Santo

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Concludendo l’incontro dei giovani a Roma, in preparazione del Sinodo dei vescovi con i giovani, nell’Angelus papa Francesco li ha invitati ad essere protagonisti prendendo spunto dalla lettura di san Paolo che invita a ‘non rattristare’ lo Spirito Santo:

“Ma io mi domando: come si rattrista lo Spirito Santo? Tutti lo abbiamo ricevuto nel Battesimo e nella Cresima, quindi, per non rattristare lo Spirito Santo, è necessario vivere in maniera coerente con le promesse del Battesimo, rinnovate nella Cresima. In maniera coerente, non con ipocrisia: non dimenticatevi di questo. Il cristiano non può essere ipocrita: deve vivere in maniera coerente. Le promesse del Battesimo hanno due aspetti: rinuncia al male e adesione al bene”.

Ed ha invitato i giovani a rifiutare la cultura della morte: “La vita nuova che ci è stata data nel Battesimo, e che ha lo Spirito come sorgente, respinge una condotta dominata da sentimenti di divisione e di discordia. Per questo l’Apostolo Paolo esorta a togliere dal proprio cuore ‘ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenza con ogni sorta di malignità’. Così dice Paolo. Questi sei elementi o vizi, che turbano la gioia dello Spirito Santo, avvelenano il cuore e conducono ad imprecazioni contro Dio e contro il prossimo”.

Richiamando sant’Alberto Hurtado papa Francesco ha ribadito la necessità di fare il bene e non essere indifferenti: “Ma non basta non fare il male per essere un buon cristiano; è necessario aderire al bene e fare il bene. Ecco allora che san Paolo continua: ‘Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo’.

Tante volte capita di sentire alcuni che dicono: ‘Io non faccio del male a nessuno’. E si crede di essere un santo. D’accordo, ma il bene lo fai? Quante persone non fanno il male, ma nemmeno il bene, e la loro vita scorre nell’indifferenza, nell’apatia, nella tiepidezza.

Questo atteggiamento è contrario al Vangelo, ed è contrario anche all’indole di voi giovani, che per natura siete dinamici, appassionati e coraggiosi. Ricordate questo: ‘E’ buono non fare il male, ma è male non fare il bene’. Questo lo diceva Sant’Alberto Hurtado”.

Ed ha concluso l’Angelus esortandoli ad essere protagonisti del bene: “Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Protagonisti nel bene. Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto.

Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c’è; non basta non parlare male degli altri, bisogna interrompere quando sentiamo parlar male di qualcuno: fermare il chiacchiericcio: questo è fare il bene. Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito… Cari giovani, in questi giorni avete camminato molto! Perciò siete allenati e posso dirvi: camminate nella carità, camminate nell’amore!”.

In precedenza il presidente della CEI, card. Gualtiero Bassetti, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica per i partecipanti all’evento di incontro e preghiera con i giovani ‘Per mille strade verso Roma’ in preparazione al Sinodo dei Vescovi sul tema: ‘I giovani, la fede e il discernimento vocazionale’.

Al termine della celebrazione eucaristica papa Francesco ha conferito ai giovani il mandato missionario e ha benedetto i doni che i ragazzi italiani porteranno alla Giornata Mondiale della Gioventù: il Crocifisso di san Damiano e la Statua della Madonna di Loreto. Nel saluto rivolto al papa il card. Bassetti gli ha chiesto di aiutare i giovani:

“Ci aiuti a tornare a casa: è la parte più difficile. Siamo andati per campi, come gli antichi pellegrini, per poter tornare a casa e abitare il nostro mondo con il cuore rinfrancato da un’esperienza di fraternità. Vogliamo che il tempo della memoria si trasformi nel tempo della responsabilità generosa, di nuove alleanze fraterne per compiere quelle grandi cose che sono state raccontate durante il viaggio e che ci hanno fatto sussultare di gioia”.

Anche nell’omelia il presidente della CEI ha invitato i giovani a confidare nel Signore, come ha fatto Elia: “… nel momento in cui Elia è più scoraggiato, il Signore gli dà forza e gli chiede di impegnarsi per il proprio popolo, coinvolgendo anche altri in questo servizio. Su questo sfondo, la pagina del Vangelo di questa domenica ci fa fare il passo decisivo, quello che porta a riconoscere in Gesù il pane della vita, il pane vivo, che ci assicura una vita piena, riuscita. Eterna.

Cari giovani, non stancatevi di cercarlo! Lui vi capisce fino in fondo, perché lui (e lui solo!) sa cosa c’è davvero nel cuore dell’uomo, nel cuore di ciascuno di noi. Il vero pellegrinaggio ha Gesù come compagno di viaggio e come meta che non delude. Cari giovani, nutritevi della sua Parola e del Pane eucaristico. Lasciatevi interpellare e incontrare da lui. La vostra giovinezza non sfiorirà. E sarete lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società”.

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