Condivisioni lungo il cammino dei giovani verso Roma

Condividi su...

‘Sui Passi di Paolo’ attraverso la voce dei giovani: lungo il cammino da Minturno a Itri, si raccolgono le prime testimonianze dei marciatori. Già la voce tradisce speranze ed emozioni, ma soprattutto la voglia di mettersi in gioco e scoprire la propria missione nel mondo.

Elisa Vizzini, 19 anni, Pavona: “La scelta di partecipare alla marcia paolina è legata al cammino di formazione che noi animatori compiamo per vivere il nostro servizio in parrocchia con consapevolezza e responsabilità. Il nostro parroco, don Angelo, ci ha spronati a scoprire san Paolo e, attraverso lui, noi stessi e le nostre domande.

Ciò che mi colpisce è la capacità di questo apostolo di rompere gli schemi e i preconcetti: tutta la sua esistenza è stata segnata dalla necessità di evangelizzare e diffondere il messaggio dell’amore di Cristo. Pur con le difficoltà e le persecuzioni, San Paolo è determinato e sicuro e non perde nessuna occasione.

Questa è la grinta che vorrei vedere nella Chiesa e in noi: saper portare Gesù ai nostri coetanei, senza la paura di essere giudicati come diversi. Essere cristiani non significa vivere senza sbagliare o soffrire, ma vuol dire avere la certezza di una forza interiore per affrontare ogni evento. E’ questa la testimonianza che possiamo dare in famiglia e tra gli amici. E i frutti, nel tempo, si vedono…”.

Elisa Zanchetta, 23 anni, Ponte Crepaldo Eraclea: “Anche per me, ‘Sui Passi di Paolo’ è stato proposto dal parroco, dopo l’annuncio sui media della Famiglia Paolina. Già da questi primi giorni ho sperimentato quanto mi abbia fatto bene il campo e, soprattutto, la condivisione profonda delle storie personali tra marcianti.

Non sempre si riesce ad aprirsi per raccontare, alla luce della Parola di Dio, le sensazioni, i dubbi, le fragilità, i momenti di debolezza e di forza. Ma la marcia unisce perfettamente la dimensione personale con quella collettiva, lasciando spazio di aprirsi e costruire legami di amicizia e incontro.

Dell’apostolo Paolo sto notando molte analogie col mio carattere, come la tenacia di fronte ai numerosi pericoli e il coraggio di testimoniare con coerenza. Iniziative come questa marcia sono estremamente importanti per noi. La Chiesa, spesso, appare distante e i giovani la considerano una struttura non più capace di dare risposte.

Sono necessari i testimoni, che creino il desiderio di avvicinarsi e interrogarsi sul Vangelo: davanti ai diversivi che il mondo ci offre, la Chiesa sembra povera, ma l’attualità del messaggio è straordinaria. Solo con una Chiesa viva ed in uscita, l’obiettivo dell’evangelizzazione è raggiunto. E di ciò noi giovani per primi siamo responsabili”.

Adriana Perrelli, 22 anni, Bari: “Sono arrivata alla marcia per curiosità, volevo fare un’esperienza di fatica e di cammino: il pellegrinaggio è la vita in miniatura! La scelta di un cammino su San Paolo, poi, è legata al carisma ‘esportativo’ di questo apostolo: nelle sue lettere continuamente richiama i fedeli a non temere. Anche di fronte alla persecuzione è radicato in Cristo!

Partendo per curiosità non avevo aspettative, mi sono affidata a questa chiamata interiore con grande leggerezza. Tuttavia, già in questi primi giorni, ho apprezzato che alla fatica fisica si unisce un lavorio spirituale di confronto con la Parola. Credo che questo cammino possa essere di ispirazione anche per vivere un nuovo rapporto tra noi giovani e la Chiesa.

Come affermava il vescovo di Gaeta nell’incontro con noi marcianti, bisogna che alziamo la voce per testimoniare, facendo, però, dialogare la nostra stessa vita. La Chiesa è soprattutto una comunità unita dalla fede e, pur nelle differenze, permette l’incontro e la condivisione di tratti di vita. La credibilità della Chiesa si vedrà sulla coerenza tra ciò che viviamo è ciò che crediamo, perché il nostro primo parametro di confronto è proprio la Parola di Dio che annunciamo”.

(Foto: Francesco Mancini)

Free Webcam Girls
151.11.48.50