Aiutiamoli a casa loro e non deprediamo la loro casa!

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Sono 1.063 le persone annegate nel Mediterraneo dal 1 gennaio al 30 giugno 2018: un numero enorme, soprattutto se si considera che questo si riferisce solo alle persone che Unhcr è riuscita a tracciare. E l’accordo sull’accoglienza dei migranti in Europa che prevede che “sul territorio dell’Ue chi viene salvato secondo il diritto internazionale debba essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti in alcuni Stati membri, solo su base volontaria”.

In questo accordo qualcosa è stonato; e don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), ha notato l’assenza di una politica europea: “L’ultimo summit del Consiglio Europeo ha dimostrato, ancora una volta, l’assenza da parte dei governi europei di una reale volontà di affrontare un tema epocale come le migrazioni. Appare chiaro a tutti che l’unico obiettivo perseguito dalle élite politiche dei diversi stati è quello di far entrare meno migranti possibili sul proprio territorio.

Meglio mettere la testa sotto la sabbia e sperare che le cose, magicamente, si aggiustino da sole… Insieme a tanti altri pensiamo che sarebbe opportuno, piuttosto, mettere in piedi una politica migratoria europea (un tale fenomeno non può essere lasciato agli stati ‘di primo arrivo’) che garantisca l’inalienabile diritto d’asilo e permetta l’arrivo di persone straniere tramite canali di ingresso sicuri.

Non c’è altra strada. Evitiamo il cumulo di morti e sofferenze che la politica dei muri, in alternativa, produrrebbe sia nel canale di Sicilia sia negli stati africani con cui abbiamo stabilito, o stabiliremo, pessimi accordi”.

Ed a proposito di questo accordo europeo la rete di 150 associazione Link 2017 ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ed ai vicepresidenti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, avanzando un’idea al Governo per ‘aiutarli a casa loro’: “Siamo da tempo convinti che la via intrapresa dall’Italia e dall’Unione Europea degli accordi con i principali paesi di provenienza e di transito degli immigrati, compresa la Libia, per quanto possibile, rimanga la via maestra. Accordi, ascoltando preventivamente le Autorità di quei paesi.

Non imposizioni di carattere neocoloniale che produrrebbero effetti disastrosi… Aiutarli ad essere liberi a casa loro, da slogan deve diventare strumento di cambiamento, con una svolta nei partenariati internazionali ed in particolare con l’Africa: che in 30 anni raddoppierà la popolazione arrivando a 2.400.000.000 persone; e si troverà con un’ampia maggioranza giovane, in gran parte istruita, pronta al lavoro, di fronte al continente europeo in calo demografico e invecchiato”.

A tale proposito ci è arrivata anche una lettera aperta di p. Silvio Turazzi, missionario saveriano in Africa, in cui ha raccontato come l’Europa ha saccheggiato la Repubblica del Congo: “Ho vissuto tanti anni come migrante del Vangelo nel continente africano. Sono sulla sedia a rotelle. Sono stato accolto e amato come un fratello. Mi è stato chiesto di rientrare in Italia per una malattia (setticemia) ma non ho potuto dimenticare le mie sorelle e i miei fratelli per il legame di vera fraternità che si era creato.

Ho fatto il possibile per tornare ogni anno una volta al mese… Con i miei fratelli missionari saveriani e con Paola, Edda poi Luisa, Lino, Antonina e la famiglia Volta è continuata e si è approfondito il legame con la gente congolese, che da oltre 20 anni vive l’esodo dai loro campi, l’insicurezza, fame, stragi (solo dal 2004 al 2010 sono morte circa 10.000.000 persone secondo l’IRC di New York), legate soprattutto allo sfruttamento delle ricchezze minerarie da parte delle potenze straniere.

Questo avviene là dove un minatore guadagna un 1$ al giorno e la possibilità di vita non va oltre i 40 anni. Nell’ultimo viaggio in RdCongo, per ricordare il vescovo ucciso mons. Munzhirwa, abbiamo sentito la vergogna per il profitto che abbiamo avuto dalle sofferenze del popolo congolese per il traffico illegale delle ricchezze e per gli aiuti dati senza un vero controllo di corresponsabilità a poteri dittatoriali lontani dalla gente.

Senza dimenticare l’inquinamento provocato dalle scorie atomiche sulle coste africane con grave danno della fauna ittica. Altre e numerose sono le voci del furto che continua nel continente africano come l’accaparramento delle terre (land grabbing), la svendita di OGM con conseguente distruzione dei mercati locali, il debito estero dato ai dittatori e richiesto alla gente con gli ‘aggiustamenti strutturali’ che significa taglio a tutti gli stipendi degli statali…l’emissione di anidride carbonica, 35.000.000.000 per ogni anno, assorbito dalla foresta tropicale…

Mi ritorna la frase: ‘Aiutiamoli là…’, mi sembra l’espressione di una mentalità che esprime paura e non conoscenza dei fatti. La verità prima è ‘l’ingiustizia nei rapporti internazionali’. E’ stato appiccato il fuoco poi ci si chiede: perché scappano? E’ vero, c’è chi sfrutta queste migrazioni, ma la gente che attraversa il deserto e dopo le sofferenze in Libia viene gettata nei gommoni non è la stessa che sfrutta il traffico”.

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