In Polonia i Vescovi: ‘Amoris laetitia è espressione della sollecitudine a una sana condizione dell’amore coniugale’

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Con un documento redatto nei giorni scorsi, nel corso della plenaria, i vescovi della Polonia forniscono le indicazioni pastorali alla luce dell’esortazione apostolica ‘Amoris laetitia’:

“Con rispettosa attenzione e diligenza accogliamo l’esortazione apostolica post sinodale di papa Francesco ‘Amoris laetitia’ come espressione della sua sollecitudine per una sana condizione dell’amore coniugale in famiglia”. Il documento è diviso in quattro capitoli nei quali si ricorda la ricchezza delle esperienze della Chiesa in Polonia nell’ambito della pastorale di ‘fidanzati, coniugi e famiglie’.

Un testo, chiaro, in cui si spiegano i criteri pastorali del Sommo Pontefice. Accoglienza, accompagnamento, discernimento e integrazione sono le parole d’ordine, le quale servono a canalizzare l’attenzione verso le giovani coppie, i coniugi e le persone che si trovano in situazioni difficili e irregolari.

Continua il documento: “Nella pastorale dei fidanzati bisogna aiutare i giovani nella scoperta di valori e ricchezze del matrimonio. Bisogna ricordare l’importanza delle virtù, soprattutto di quella della castità che è condizione di un’autentica crescita dell’amore sponsale”.

Con un giusto approccio motivazionale, “si deve fare in modo che i fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine del cammino, ma che assumano il matrimonio come una vocazione che richiede ferma e realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove e i momenti difficili… Uno sguardo d’amore e di sostegno va offerto alle persone che sono state abbandonate o hanno abbandonato il coniuge, ma cercano di riconciliarsi con il consorte sacramentale, conservando l’amore la fedeltà e la preghiera”.

Deve essere chiaro che l’Episcopato polacco non contempla l’accostamento al sacramento dell’Eucaristia delle persone in unioni non sacramentali. Piuttosto, spiegano che “bisogna mostrare comprensione anche ai fedeli che, dopo il fallimento del matrimonio sacramentale, avessero contratto una nuova unione solamente civile, in considerazione dell’ostacolo costituito dal precedente legame, ma cercano di condurre una vita cristiana educando i figli alla fede e anelino la piena partecipazione all’Eucaristia, assumendo la decisione di vivere come fratelli e sorelle”.

In ‘Amoris laetitia’, il Successore di Pietro tiene conto ‘dell’innumerevole varietà di situazioni concrete’ di persone divorziate e che hanno contratto civilmente una nuova unione. Il Vicario di Cristo “si esprime relativamente alla necessità di riportare la norma generale alle persone concrete e alle loro situazioni particolari.

In quel modo approfondisce il pensiero di Giovanni Paolo II che puntualizzò la necessità di considerare la complessità delle situazioni di fedeli divorziati che vivono in nuove unioni civili”. Il documento termina con un proposito: il discernimento della Comunità cristiana possa “portare a diverse e sempre più profonde forme d’integrazione in seno alla comunità ecclesiale”.

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