Ior: utile netto in calo, ma finanza più etica

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Il Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le Opere di Religione nelle scorse settimane ha proposto alla Commissione Cardinalizia la distribuzione integrale degli utili realizzati alla Santa Sede, pari ad € 31.900.000, in calo rispetto ad € 36.000.000 del 2016 che però includeva € 13.000.000 di voci straordinarie relative al rilascio di fondi accantonati.

Nello stesso esercizio è continuato il processo di ottimizzazione dei costi, iniziato negli anni precedenti, scesi nel 2017 ad € 18.700.000 (contro € 19.100.000 nel 2016). Tale risultato è emerso dal rapporto annuale dell’Istituto per le Opere di Religione che mostra come, al 31 dicembre 2017, “il patrimonio dell’Istituto al netto della distribuzione degli utili è pari ad € 627.002.000, corrispondente ad un CET1 ratio del 68,26%, (64,53% nel 2016), che evidenzia l’elevata solvibilità dell’Istituto ed il profilo di basso rischio”.

Nel dettaglio, l’Istituto ha fatto sapere di aver servito circa 15.000 clienti rappresentativi di circa € 5.300.000.000 di risorse finanziarie (€ 5.700.000.000 nel 2016), di cui circa € 3.500.000.000 relativi a risparmio gestito e in custodia. Il contributo maggiore al risultato netto, pari ad € 44.300.000, è derivato dalla gestione degli attivi dell’Istituto: “La politica d’investimento dello Ior è rimasta prudente ed è stata in linea con le strategie degli anni precedenti”.

In aggiunta al raggiungimento degli obiettivi finanziari, l’Istituto ha conseguito anche “altri obiettivi di carattere qualitativo tra cui i più importanti hanno riguardato: investimenti coerenti con l’etica cattolica. L’esaltazione della vita umana, la creazione e la dignità umana sono alcuni tra i valori irrinunciabili che guidano l’Istituto nella selezione degli investimenti.

L’Istituto ha infatti espresso il proprio impegno a contribuire alla ‘cura della casa comune’, invocata da papa Francesco nella lettera Enciclica ‘Laudato sì’, selezionando i propri investimenti anche sulla base di due aspetti fondamentali richiamati dal Santo Padre: la responsabilità sociale delle imprese, e il ruolo delle imprese nella realizzazione di un futuro sostenibile”.

Quindi nel 2017 l’Istituto “ha continuato ad escludere investimenti in imprese che violano o non rispettano in pieno i principi globalmente riconosciuti in materia di diritti umani, standard lavorativi, lotta alla corruzione e lotta alla criminalità ambientale, pronto a disinvestire qualora il rispetto di tali principi da parte delle imprese scelte venisse meno.

Parimenti, ha continuato a realizzare investimenti tesi anche a favorire lo sviluppo dei paesi più poveri, nel rispetto di scelte coerenti con la realizzazione di un futuro sostenibile per le generazioni future. L’Istituto nel corso del 2017 ha contribuito alla realizzazione di numerose attività di tipo benefico e sociale, sia attraverso donazioni di carattere finanziario, sia tramite concessioni di immobili di sua proprietà, in locazione a canone agevolato o comodato d’uso gratuito a enti con finalità sociale”.

In generale, l’Istituto ha fatto donazioni per rispondere a richieste di aiuto, ma ha anche concesso immobili di sua proprietà in territorio italiano in comodato d’uso gratuito o con affitto agevolato per enti con finalità sociali. Le erogazioni sono state decise dal Comitato di Beneficenza, presieduto dal Prelato e composto da dirigenti e impiegati dell’Istituto.

Lo IOR ha anche due fondi: il Fondo Opere Missionarie, usato per ‘elargizioni a congregazioni e istituti che svolgono attività missionarie di carità’, approvate da una commissione; e il Fondo Santa Messe, utilizzato per ‘elargizioni ai sacerdoti finalizzati a Sante Messe’.

Secondo Jean-Baptiste de Franssu, presidente del Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto, sono quattro i settori che mostrano il progresso dello IOR. Il primo è stato il rafforzamento dei controlli, con “molte iniziative intraprese per migliorare le procedure e la vigilanza. nuove politiche sono state adottate, come da regolamenti AIF, concernenti vari aspetti dell’operatività quotidiana dell’Istituto”.

Il secondo è consistito nel ‘miglioramento della qualità e dei servii offerti dell’Istituto, ed un approccio basato sulla fede da applicare ai suoi investimenti finanziari”. Il terzo ha riguardato gli sforzi profusi in ambito fiscale, “che nel 2017 hanno raggiunto il punto di implementazione finale ed è il risultato degli accordi sottoscritti con l’Italia e gli Stati uniti d’America”.

De Franssu ha concluso la relazione affermando che “il 2017 ha continuato a trarre beneficio da una congiuntura favorevole dei tassi di interesse; ciò ha contribuito al raggiungimento di una serie di ottimi risultati. degno di menzione è pure il lavoro intrapreso per avviare con successo relazioni con nuove banche corrispondenti”.

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