Nel ventennale della morte la Chiesa ha ricordato il card. Eduardo Francisco Pironio

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Nel ventesimo anniversario della morte del card. Eduardo Francisco Pironio, l’ambasciata argentina presso la Santa Sede ha organizzato una giornata commemorativa del servo di Dio a palazzo San Calisto, aperta dalle parole del segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin:

“Non si può spiegare la sua esistenza e i molteplici incarichi che gli vennero affidati senza considerare il suo amore incondizionato a Cristo. Era talmente unito a Lui che anche nei momenti più difficili, mai perdeva quella serenità interiore che alimentava in Lui la speranza. Provato da una lunga e dolorosa malattia, seppe lodare il Signore anche in quella circostanza, consapevole che la Croce è fonte di vita e non di morte. Certamente passaggio difficile, che il porporato visse sostenuto dalla frequenza assidua ai sacramenti e dalla preghiera”.

E’ stato sempre accanto a quanti erano nel bisogno e nella sofferenza: “La Croce si trasformò in lui in felicità, non per la dimensione della sofferenza e della fragilità che la caratterizzano ma perché strumento di salvezza. Il card. Pironio proprio perché unito a Cristo Crocifisso è stato sempre accanto a quanti erano nel bisogno e nella sofferenza. Era il compagno di viaggio di tanti poveri, di tanti disperati, dei ceti più disagiati. Ricordiamo la sua attività pastorale e caritativa tra i contadini di Mercedes in Argentina”.

Ed ha ricordato l’apporto fondamentale dato alle Giornate Mondiali della Gioventù: “Egli voleva portare il Vangelo tra quanti erano nelle situazioni più difficili, che si trovavano immersi in problemi esistenziali ed economici. La sua era la presenza di Cristo in mezzo al mondo. In particolare, voleva coinvolgere tutti nell’evangelizzazione per condurli a Cristo e come Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici dette un forte impulso, affinché tutti i battezzati fossero protagonisti e non comparse. Così come fu grande e fondamentale il suo apporto alle celebrazioni per le Giornate Mondiali della Gioventù”.

Ed ha ricordato l’uomo che ha messo in pratica le beatitudini: “Tuttavia, non si può comprendere il card. Pironio, questo figlio di immigrati friulani in Argentina, senza vedere in lui un uomo delle beatitudini. Ricordiamo che una delle prove che dovette superare fu quella delle critiche al suo operato. Giudizi spesso espressi anche da persone che rivestivano incarichi nella Chiesa.

Egli ha sempre risposto a chi lo criticava con l’offerta di pace, con il perdono, con la carità fraterna. Anche quando le parole si trasformarono in calunnie, il Servo di Dio non cambiò atteggiamento nei confronti dei suoi accusatori: preghiera e perdono caratterizzarono il suo comportamento”.

Ed infine la sua devozione mariana: “Ora che riposa nella Basilica di Nostra Signora di Luján ha coronato il suo sogno di voler stare per sempre accanto alla Vergine Maria nel cuore del santuario più caro agli argentini. A Lei guardava come modello per seguire più fedelmente Cristo, a Lei chiedeva le grazie necessarie alla sua vita sacerdotale e all’esercizio del suo ministero episcopale, a Lei offriva i bisogni del popolo perché intercedesse presso Dio…

A Maria guardava anche nel suo servizio alla Chiesa nella Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica. Egli fu sempre un vero padre e amico per tanti consacrati e consacrate che trovarono in lui un insostituibile sostegno”.

La giornata è stata aperta dalla celebrazione eucaristica presieduta dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali: “Il card. Eduardo si è lasciato lui per primo accendere dalla scintilla del fuoco di Pentecoste, e ha lasciato che ardesse in lui, in tutte le tappe della sua esistenza umana e sacerdotale:

qui ricordo il tempo come rettore del seminario, dove ebbi la gioia di averlo io stesso come guida, poi vescovo ausiliare di La Plata e vescovo di Mar del Plata, nonché segretario generale e presidente dell’Episcopato Latino Americano (CELAM), prefetto della Congregazione per i Religiosi e poi presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, avendo il merito di aiutare san Giovanni Paolo II a realizzare gli eventi memorabili delle Giornate Mondiali della Gioventù.

C’è bisogno ancora oggi della luce di Dio nella formazione dei sacerdoti, all’interno degli Episcopati, sia a livello locale che nelle Assemblee nazionali, continentali ed universali, si sente l’esigenza che la vita religiosa sia sempre luminosa e segno ed anticipo della vita futura in Dio.

Vanno ancora di più oggi aiutati i giovani a non smarrire la strada della vita, a non temere la fatica di percorrerla, ad intuire la direzione ed i passi da intraprendere, sentendosi parte della grande famiglia della Chiesa, come sperimenteremo in particolare nel Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre sotto la guida di Papa Francesco.

Siamo certi che in tutti gli ambiti che ho voluto evocare, che sono quelli della vita e del servizio sacerdotale del Servo di Dio, card. Pironio, egli continua ad offrire la sua intercessione, unendosi a quella di Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa”.

Anche il segretario generale del Governatorato SCV, mons. Fernando Vergez Alzaga, ha portato un ricordo personale: “Non posso dimenticare la serenità e la pace con cui il card. Pironio ricevette la notizia della sua malattia. Il momento in cui i dottori della clinica Toniolo di Bologna gli comunicarono la diagnosi, confermata dalla biopsia, di un tumore maligno, è ancora oggi presente nella mia mente.

Tutto ciò accadde il 10 febbraio del 1984, intorno alle due del pomeriggio. Il cardinale ricevette la notizia con tranquillità e serenità. Ringraziò i dottori per la chiarezza e la precisione con cui gli avevano comunicato la diagnosi e disse loro che, dopo Dio, si affidava alle loro mani.

Una volta che i dottori si ritirarono dalla sua camera, il cardinale mi diede un forte abbraccio e mi disse: ‘Quale gioia, quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore. E ora i miei piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!’, e dopo aggiunse: ‘Offro la mia vita per la Chiesa, per il Santo Padre e per la vita religiosa’… Per 11 anni convisse col tumore.

Durante questi anni non risparmiò né forze né impegno nell’esercizio del suo ministero di animazione dei fedeli laici e di servizio alla sede apostolica. Nel 1995 gli studi medici dimostrarono che il tumore progrediva con metastasi anche nelle ossa. I dolori ricominciarono e la situazione si fece sempre più delicata. I dottori tentarono anche nuove terapie, ma il male avanzava e con lui tutte le sue conseguenze”.

Ed ha ricordato la GMG di Parigi nel 1997, alla quale non poté partecipare: “Il fatto di non poter assistere alla giornata mondiale dei giovani a Parigi fu per lui una nuova croce. Era stato invitato, ma la malattia non gli permise di partecipare. La seguì con molto interesse. Era la prima giornata alla quale non assisteva. Ma fu anche una grande gioia per lui quando il Santo Padre nell’omelia della messa di chiusura della giornata lo ricordò e lo ringraziò per quanto aveva fatto per le giornate mondiali dei giovani”.

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