Ucraina: la Chiesa chiede preghiere per la pace

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Nel prossimo anno in Ucraina la popolazione è chiamata alle urne ed il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Ucraina Greco-Cattolica ha scritto un ‘appello’ pastorale a tutti i fedeli con la richiesta di preghiere incessanti e regolari per le prossime elezioni in Ucraina. Nella lettera, si mette in guardia da tre particolari pericoli in cui può incorrere la popolazione ucraina nelle prossime elezioni.

Il primo pericolo è ‘rappresentato dal populismo politico a buon mercato’, perché è facile che candidati faranno leva sulla guerra e sulla difficile situazione socio-economica per fare promesse elettorali impossibili da realizzare, senza ‘sincerità e verità’, e per questo si chiede ai fedeli di non rimanere incantati ‘da dolci bugie e da false speranze il cui vero scopo non è il bene della nazione, ma il potere, i propri benefici e l’arricchimento’.

Il secondo pericolo è quello di sentirsi così ‘stanchi’ da non voler più partecipare, dopo tanti anni in cui si è lottato per la libertà. Il terzo pericolo è la radicalizzazione della società, che è ‘spesso rafforzata da azioni e dichiarazioni aggressive degli individui che incitano alla violenza’, azioni che creano una escalation che va ‘a favore dei nostri nemici e che non possono essere approvate, giustificate e tollerate’.

I vescovi greco-cattolici hanno evidenziato anche che è necessario ‘verificare gli aspetti del programma dei candidati’ che riguardano “il rispetto dei valori cristiani, come la tutela della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, la difesa della famiglia come unione inseparabile tra uomo e donna, la posizione riguardo l’aggressione russa e la volontà di mantenere l’integrità territoriale della nostra patria”.

Inoltre hanno sottolineato soprattutto la necessità di agire correttamente per il bene del popolo: “Comprendiamo che la sola posizione civica attiva per le elezioni imparziali non è sufficiente. Le strutture governative competenti devono creare le giuste condizioni per rendere tutte le fasi della corsa elettorale oneste, trasparenti e obiettive.

Ciò riguarda, in particolare, le modifiche necessarie del sistema elettorale che servirebbero a migliorare il processo elettorale. Attualmente, nel Parlamento ucraino, si continua a lavorare su una nuova legislazione elettorale senza la quale vi è il pericolo di screditamento delle elezioni come importante mezzo delle riforme democratiche.

Oggi abbiamo l’opportunità unica di creare le norme elettorali secondo le quali la dignità umana starà al centro del sistema politico, e il bene comune diventerà l’obiettivo del processo politico. Chiediamo ai parlamentari di approvare la riforma elettorale che permetterebbe al Parlamento di diventare un organo veramente rappresentativo di tutti i cittadini del Paese, e di permettere ai politici e alle forze politiche più degne di arrivare al Parlamento in seguito alla competizione equa e trasparente”.

E condannano apertamente la corruzione: “Fermamente rifiutiamo e condanniamo qualsiasi tentativo di corrompere gli elettori e i membri dei seggi elettorali. Tali atti criminali, al di fuori della responsabilità penale che essi comportano, dal punto di vista morale rappresentano il grave peccato trasformandosi nel disprezzo della dignità dei singoli cittadini e di tutta la nazione.

Chiediamo i partiti politici e i candidati di rinunciare alle manifestazioni pagate, e preghiamo gli elettori di non parteciparvi, perché questo tipo di attività non ha nulla a che fare con la democrazia reale, ma è, piuttosto, una manipolazione dell’opinione pubblica attraverso lo sfruttamento della grave situazione economica dei cittadini, ed è un evidente esempio di corruzione”.

E’ questa la domanda sullo sfondo della lettera dei vescovi, che alla fine chiedono soprattutto preghiere: “Alle preghiere per l’Ucraina che leggiamo tutti i giorni alle 21:00, vi chiediamo di aggiungere una preghiera il lunedì per le elezioni del 2019. Dopo ogni liturgia domenicale e durante le feste prima della preghiera ‘Dio è grande, l’unico’ invitiamo a recitare insieme una volta ‘Padre nostro’, ‘Ave Maria’ e ‘Gloria al Padre’ per le elezioni libere ed eque in Ucraina il prossimo anno.

Davanti al volto dell’icona miracolosa della Vergine Maria di Zarvanytsya, consegniamo il nostro popolo sotto le sue cure materne. La imploriamo, soprattutto quest’anno, di essere la nostra Guida Odigitria, la via della verità, del servizio e del bene affinché le future elezioni ci avvicinino all’ideale della ‘Casa natale’del Metropolita Andrey che i nostri antenati hanno sognato e che i nostri soldati difensori salvaguardano oggi”.

Inoltre Sua Beatitudine Svaitoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa ucraina greco-cattolica, ha ricordato il ruolo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina negli anni della dominazione sovietica, ricordando che la Chiesa Greco Cattolica, nonostante fosse stata messa fuori legge dopo lo pseudo sinodo di Lviv del 1946, ha costituito una eccezione nel panorama sovietico, riuscendo, seppure in diaspora, a ‘gettare le basi della società civile’, grazie all’ ‘atteggiamento risoluto dei fedeli e del clero durante le persecuzioni’.

Dopo il crollo del Comunismo, la Chiesa Greco Cattolico Ucraina “riuscì ad evitare la tentazione della nazionalizzazione sia durante il periodo comunista sia dopo la sua caduta, divenendo così la portavoce della società davanti ai regimi autoritari, politici corrotti e oligarchi spietati”.

E quindi avvicinandosi ai ‘giorni nostri’ l’arcivescovo maggiore ha evidenziato che gli eventi di piazza Maidan hanno cambiato l’atteggiamento delle Chiese, chiamate ad essere ‘strutture alternative alla società civile’ e pertanto “la Chiesa ha dovuto riformare la sua posizione attuale, passando dall’essere in opposizione all’attuale sistema politico, al sostegno del nascente movimento sociale e trovando il suo posto nella nuova realtà…

La Chiesa non poteva essere il principale motore della trasformazione in corso della società ucraina. Il suo ruolo era piuttosto indiretto: ha agito modellando gli atteggiamenti umani, contrastando la creazione di una ‘società senza regole’ e stimolando la ‘società etica’… In Ucraina stiamo assistendo alla nascita di qualcosa di nuovo.

Questo fatto ci riempie di ottimismo perché ciò che sta nascendo davanti ai nostri occhi è una nuova vita, migliore di quella precedente. La società ucraina da anni combatte per il suo degno futuro con coraggio e onore, e questo è un grande miracolo e una vera benedizione di Dio. Nonostante le nuove sfide e difficoltà, la speranza in noi è viva perché vi sono visibili molti cambiamenti positivi e irreversibili”.

Ed ha concluso ricordando la guerra ‘dimenticata’: “Sfortunatamente, della guerra in Ucraina si parla troppo poco. Ogni giorno muoiono i soldati e i civili. E questa situazione va avanti per diversi anni. La Chiesa deve diventare la portavoce di coloro a cui la voce è stata tolta, deve parlare a nome di coloro cui legge è stata infranta. In questo contesto, vi invito alla cooperazione appellandomi alla solidarietà con la società ucraina nelle sue aspirazioni filo-europee”.

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