FUCI a congresso per rigenerare l’Università

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Giovedì 3 maggio è cominciato con un significativo momento di riflessione il 67° Congresso Nazionale della F.U.C.I. presso l’Aula Magna ‘Antonio Quistelli’ dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria. Dopo il saluto del Magnifico Rettore dell’Università di Reggio Calabria , Prof. Pasquale Catanoso, che ha ringraziato la F.U.C.I. per aver scelto Reggio Calabria e l’Università Mediterranea come luogo del Congresso Nazionale, sono seguiti i saluti di mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria-Bova:

“Noi siamo il diamante della Chiesa e di tutti i credenti affinché la cultura possa essere messa al servizio del popolo”. I Presidenti del gruppo FUCI Reggio Calabria, Giuseppina Manganaro e Pasquale Idotta, hanno ringraziato i presenti, ricordando la collaborazione che nell’ultimo anno hanno creato insieme alla Presidenza Nazionale, per vivere il momento di vita federativa più alto dell’anno proprio nella loro città.

E’ giunto anche il saluto del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che ha scritto: “I giovani universitari possono svolgere una decisiva funzione sociale, proprio in presenza delle straordinarie trasformazioni che coinvolgono i nostri modelli di vita. Sono certe che dalle giornate di Reggio Calabria scaturirà una spinta ulteriore che porterà beneficio all’intero Paese”.

Poi è seguita la Relazione Introduttiva della Presidenza Nazionale della F.U.C.I. letta dai Presidenti Nazionali Gabriella Serra e Gianmarco Mancini: “Non vogliamo soltanto parlare tra di noi. Vogliamo far sentire la nostra voce anche al mondo che abitiamo: al mondo dell’Università come istituzione, ai soggetti che la rappresentano e i docenti che la compongono, e alla politica… Siamo molto di più di quello che dicono su di noi”.

Ha quindi preso parola per la prolusione ai lavori congressuali il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, che ha affermato: “La gioventù è lo snodo più importante nella vita di ogni persona. E’ il momento in cui gli uomini e le donne si trovano a compiere le scelte più importanti della loro esistenza ma è anche il momento in cui la vita, come ammoniva sant’Agostino, ‘è scossa da frequenti e forti tempeste di tentazioni’ ed è spesso ‘sopraffatta dai flutti del mondo che l’assalgono impetuosamente’… Saremo giudicati sull’amore. E sull’amore siamo chiamati a discernere la nostra vocazione”.

Ha concluso il suo discorso con un appello: “Ai giovani della FUCI voglio dire: abbiamo bisogno della vostra tradizione, della vostra capacità e della vostra passione, nell’Università come nella società”. E’ seguita la relazione del prof. Dario Eugenio Nicoli, docente di sociologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, con un intervento che ha voluto sottolineare come “l’attuale generazione esprime una sete di consistenza reale, un desiderio di cimento nel concreto delle vicende umane perché avverte la tensione verso un’opera effettiva, certa, solida, che la riscatti dal pericolo di stallo esistenziale… La comunità educativa è chiamata a riconoscere questi segni e lasciarsi non solo interrogare, ma anche investire, affidandosi ad essi come guida per il tempo a venire”.

Infatti nell’introduzione delle tesi congressuali i fucini sottolineano la volontà di portare un contributo ‘giovane’ nella Chiesa, che si sta preparando al Sinodo dei giovani: “Nello specifico, da giovani studenti universitari cattolici vogliamo esprimere il nostro pensiero e offrire il nostro contributo in particolare sugli universitari e sul mondo dell’università, che comprende una parte significativa di giovani in special modo dai 19 ai 25 anni: l’attenzione si concentrerà, dunque, rispetto ad una fascia d’età più ristretta rispetto a quella assunta a riferimento della riflessione sinodale (18-29 anni). Pertanto, diverse e più specifiche saranno le questioni affrontate in relazione a tale arco di vita.

La scelta di assumere quest’età come punto riferimento trova la sua ragione non solo nella circostanza per cui il mondo universitario è la specificità della FUCI, ma muove anche dalla constatazione di come oggi l’università sia un contesto in cui è più forte la resistenza alla disgregazione di tutte quelle appartenenze che contribuiscono a costruire l’identità personale di ciascuno.

In altri termini, se i luoghi e i contesti tradizionali significativi per la crescita della persona, che per secoli hanno costituito dei saldi punti di riferimento oltreché punti di incontro tra giovani e meno giovani, stanno conoscendo una sempre più rapida liquefazione, non così è per l’Università”.

Quindi i fucini propongono lo studio di un’animazione pastorale specifica nel mondo universitario: “Se luoghi come la parrocchia, l’oratorio, la Chiesa stessa come istituzione si stanno svuotando, ed anche per questa ragione la Chiesa ha sentito la necessità di interrogarsi, l’Università è invece un luogo che raccoglie sempre più giovani e che, con il passare del tempo, difficilmente si svuoterà.

Pertanto l’Università non può che essere uno dei contesti significativi non solo per interrogarsi sui giovani, ma essere anche una frontiera privilegiata della nuova evangelizzazione”.

In questo senso i fucini provano a raccontare, da giovani a giovani, il concetto di identità: “Non vogliamo semplicemente proporre un’immagine fotostatica della realtà, anche perché siamo scettici sulla funzionalità di tutte quelle esigenze classificatorie spesso così totalizzanti sulla nostra generazione.

Vogliamo dire chi siamo e cosa significa avere il dono della fede in un mondo che ormai sembra poterne fare a meno; vogliamo dire quali sentimenti ci accompagnano nel vivere questo tempo così complesso, ma anche tutte le speranze che nutriamo verso il futuro… A partire da queste considerazioni, non possiamo esimerci dall’affrontare quella che forse è la questione centrale, in quest’anno e per questo Congresso, del nostro interrogarci: la questione vocazionale, ‘lato sensu’ intesa.

Dovremmo tentare di dire in modi nuovi e più vicini alla sensibilità e al linguaggio del giovane di oggi il contenuto della questione vocazionale, e cioè la ricerca di un senso, di un significato e di uno scopo al nostro esserci qui e ora e qual è il nostro posto nel mondo lì e dopo. Questioni che possono essere affrontate solo dopo aver tenuto in debita considerazione le tematiche prima affrontate da un punto di vista (per così dire) statico, e che illuminano così il senso della vocazione in una prospettiva dinamica, come apertura al futuro”.

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