FUCI a congresso per rigenerare l’Università

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Si svolgerà a Reggio Calabria da giovedì 3 Maggio a domenica 6 Maggio il 67° Congresso Nazionale della F.U.C.I. – Federazione Universitaria Cattolica Italiana, dal titolo ‘RigenerAZIONE – Universitari confusi, connessi, innovativi’. In questo modo la Federazione desidera dedicare le riflessioni del Congresso Nazionale agli Universitari, diventando così sia oggetto che soggetto di questo momento di approfondimento, andando ad analizzare i diversi aspetti, sfide, speranze che il futuro riserva a questi giovani, come ha affermato Gabriella Serra, Presidente Nazionale femminile della Federazione:

“Da giovani studenti universitari non possiamo non soffermarci su una realtà concreta, nella quale siamo pienamente inseriti e che forma la nostra identità ogni giorno. L’Università non può che essere uno dei contesti significativi, non solo per interrogarsi sui giovani, ma essere anche una frontiera privilegiata della nuova evangelizzazione”.

Mentre Gianmarco Mancini, Presidente Nazionale maschile della stessa Federazione, ha spiegato il tema del Congresso: “La tematica del Congresso si inserisce perfettamente nel percorso dell’anno sia federativo sia della Chiesa Universale: il Sinodo dei Vescovi 2018 si soffermerà sul tema I giovani, la fede e il discernimento.

Gli Universitari rappresentano una fetta di quei giovani, è un range più ristretto per poterci soffermare meglio su ciò che sentiamo ovviamente più vicino a noi e alla Federazione. Vogliamo dire chi siamo e cosa significa avere il dono della fede in un mondo che ormai sembra poterne fare a meno”.

Ad accompagnare i giovani studenti nella sessione inaugurale di giovedì 3 Maggio nell’Aula Magna Quistelli presso l’Università Mediterranea, ci sarà la prolusione di mons. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, che dialogherà con il prof. Dario Eugenio Nicoli, docente di Sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia.

La giornata di venerdì 4 Maggio sarà, invece, dedicata ad una Tavola rotonda, in cui si confronteranno il prof. Franco Garelli, ordinario di Sociologia dei processi culturali e Sociologia della religione presso l’Università degli Studi di Torino, prof. Adriano Fabris, ordinario di Etica della Comunicazione e di Filosofia morale presso l’Università di Pisa, e don Armando Matteo, professore straordinario di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma.

Il congresso si concluderà domenica 6 maggio, nel momento più importante per la vita democratica della F.U.C.I., quello dell’Assemblea Federale, che vedrà coinvolti tutti i fucini a confrontarsi e lavorare per arricchire la proposta della Federazione. Nell’introduzione delle tesi congressuali i fucini sottolineano la volontà di portare un contributo ‘giovane’ nella Chiesa, che si sta preparando al Sinodo dei giovani:

“Nello specifico, da giovani studenti universitari cattolici vogliamo esprimere il nostro pensiero e offrire il nostro contributo in particolare sugli universitari e sul mondo dell’università, che comprende una parte significativa di giovani in special modo dai 19 ai 25 anni: l’attenzione si concentrerà, dunque, rispetto ad una fascia d’età più ristretta rispetto a quella assunta a riferimento della riflessione sinodale (18-29 anni). Pertanto, diverse e più specifiche saranno le questioni affrontate in relazione a tale arco di vita.

La scelta di assumere quest’età come punto riferimento trova la sua ragione non solo nella circostanza per cui il mondo universitario è la specificità della FUCI, ma muove anche dalla constatazione di come oggi l’università sia un contesto in cui è più forte la resistenza alla disgregazione di tutte quelle appartenenze che contribuiscono a costruire l’identità personale di ciascuno. In altri termini, se i luoghi e i contesti tradizionali significativi per la crescita della persona, che per secoli hanno costituito dei saldi punti di riferimento oltreché punti di incontro tra giovani e meno giovani, stanno conoscendo una sempre più rapida liquefazione, non così è per l’Università”.

Quindi i fucini propongono lo studio di un’animazione pastorale specifica nel mondo universitario: “Se luoghi come la parrocchia, l’oratorio, la Chiesa stessa come istituzione si stanno svuotando, ed anche per questa ragione la Chiesa ha sentito la necessità di interrogarsi, l’Università è invece un luogo che raccoglie sempre più giovani e che, con il passare del tempo, difficilmente si svuoterà.

Pertanto l’Università non può che essere uno dei contesti significativi non solo per interrogarsi sui giovani, ma essere anche una frontiera privilegiata della nuova evangelizzazione”. In questo senso i fucini provano a raccontare, da giovani a giovani, il concetto di identità:

“Non vogliamo semplicemente proporre un’immagine fotostatica della realtà, anche perché siamo scettici sulla funzionalità di tutte quelle esigenze classificatorie spesso così totalizzanti sulla nostra generazione. Vogliamo dire chi siamo e cosa significa avere il dono della fede in un mondo che ormai sembra poterne fare a meno; vogliamo dire quali sentimenti ci accompagnano nel vivere questo tempo così complesso, ma anche tutte le speranze che nutriamo verso il futuro…

A partire da queste considerazioni, non possiamo esimerci dall’affrontare quella che forse è la questione centrale, in quest’anno e per questo Congresso, del nostro interrogarci: la questione vocazionale, ‘lato sensu’ intesa. Dovremmo tentare di dire in modi nuovi e più vicini alla sensibilità e al linguaggio del giovane di oggi il contenuto della questione vocazionale, e cioè la ricerca di un senso, di un significato e di uno scopo al nostro esserci qui e ora e qual è il nostro posto nel mondo lì e dopo.

Questioni che possono essere affrontate solo dopo aver tenuto in debita considerazione le tematiche prima affrontate da un punto di vista (per così dire) statico, e che illuminano così il senso della vocazione in una prospettiva dinamica, come apertura al futuro”.

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