I vescovi lombardi invitano le famiglie a camminare insieme

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I vescovi della Conferenza Episcopale Lombarda hanno scritto una lettera dedicata alla Esortazione Apostolica ‘Amoris Laetitia’ inviata ai sacerdoti, alle famiglie e alle comunità lombarde, in quanto essa “è un documento ricchissimo. Richiede di essere letta e studiata per intero, con pazienza, per comprenderla nelle sue intenzioni e accoglierla nei suoi contenuti e metodi”.

La lettera dei vescovi lombardi si intitola ‘Camminiamo famiglie!’ed è un testo breve, che ricorda come l’attenzione al matrimonio e alla famiglia sia stata sempre ‘cara’ all’episcopato della regione che aveva dedicato una lettera a questo argomento nel 2001, nella quale si leggeva: “Chiediamo allo Spirito Santo che ci ispiri gesti e segni profetici che rendano chiaro a tutti che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio, che nessuno è mai da Dio abbandonato, ma solo e sempre cercato e amato. La consapevolezza di essere amati rende possibile l’impossibile”.

Dopo aver suggerito di accogliere tutta la ricchezza del documento papale, che richiede di essere letto e studiato per intero, senza accostamenti frettolosi, i vescovi lombardi spiegano di aver avviato un ‘intenso percorso di formazione dei formatori, che culminerà nella settimana estiva in programma nel prossimo luglio’.

Nella lettera i vescovi affermano che “di fronte al calo delle nascite e a tutti i problemi culturali e sociali che ne sono l’origine, la testimonianza di famiglie cristiane che accettano la sfida della generazione come opportunità di crescita è oggi la via più promettente. Dovremo pertanto affinare ancor meglio le nostre iniziative pastorali per aiutare ragazzi e giovani a scoprire la gioia dell’amore, affrontando le tematiche riguardanti l’affettività, la sessualità, la vocazione matrimoniale e genitoriale”.

Tutto questo, però, “non avrà buon esito se non con la collaborazione di voi, sacerdoti e famiglie, consacrati e consacrate, comunità che sul territorio testimoniate direttamente la sfida del coniugare vita e fede, mettendo in contatto la concretezza dell’esperienza familiare e l’energia che viene dalla vita cristiana”.

I vescovi esaminano le strade aperte dal capitolo ottavo dell’esortazione: “Durante i Sinodi e dopo la pubblicazione di AL, l’attenzione dei mass-media si è concentrata soprattutto sulla problematica legata alle situazioni familiari difficili o complesse (convivenze, matrimoni solo civili, separazioni, divorzi, nuove unioni). Certamente la complessità di queste situazioni è oggi più accentuata rispetto al passato, e ci impone di non attardarci in silenzi inoperosi.

Mentre si ribadisce il significato alto e affascinante dell’amore coniugale come cuore della vita di coppia, dobbiamo tener conto delle situazioni reali delle famiglie, e farci carico di accompagnare ogni persona a compiere quei passi che le sono concretamente possibili… La strada che come Chiesa vogliamo continuare a percorrere è quella della bellezza dell’amore vissuto in famiglia, pur nella consapevolezza delle difficoltà e fragilità presenti oggi, di fronte alle quali solo la luce della verità e la medicina della misericordia possono, insieme, dare sollievo e forza. Tutte le comunità cristiane vanno aiutate a crescere in questa consapevolezza e capacità di accoglienza e accompagnamento”.

I vescovi chiedono ai sacerdoti soprattutto di affinare l’arte del discernimento, che non significa tradire l’insegnamento della Chiesa: “Affinare l’arte del discernimento, confidando nella grazia e nella Chiesa, significa non ridurre mai la questione ad un Sì o un No immediati, e tanto meno generali, per offrire piuttosto concrete opportunità di crescita nella fede, di verifica attenta della vicenda esistenziale, di cammino verso l’esperienza piena della vita in Cristo.

Infatti, crediamo che l’invito a discernere, accompagnare, integrare le situazioni di fragilità, da un lato corrisponde alla migliore tradizione di carità pastorale dei ministri della Chiesa, dall’altro sviluppa ulteriormente le felici intuizioni di Familiaris Consortio e pone un compito di aggiornamento e dialogo per saper rispondere in modo adeguato alle nuove sfide che si presentano, arricchendo quanto l’insegnamento teologico e pastorale ha progressivamente acquisito nel cammino postconciliare.

Non muta l’insegnamento morale della Chiesa, riguardo il rapporto tra gravità oggettiva di un male e la sua effettiva imputabilità alla coscienza della persona, nella concretezza del suo divenire. Ci viene chiesto di essere più pastori e padri, educatori e fratelli, nel condividere con gli uomini e le donne del nostro tempo la fatica dell’essere cristiani oggi”.

Ed hanno delineato un lavoro da sviluppare nelle diocesi con la ricchezza dell’esortazione apostolica: “Occorre entrare insieme nella ricchezza di ‘Amoris Laetitia’ e del suo impatto con la vita, confrontandosi con preti, persone consacrate e sposi, nelle zone, nei percorsi formativi, sin dalla preparazione al matrimonio.

Facendo tesoro di quanto disposto da ‘Amoris Laetitia’ 244, riteniamo opportuno che, in ogni diocesi, il ministero ordinario di parroci e sacerdoti, e il servizio degli operatori pastorali, sia affiancato da un servizio diocesano, sussidiario e permanente, cui ci si possa rivolgere per avere orientamenti e aiuto, in modo da rispondere adeguatamente e non superficialmente alle esigenze di un discernimento, cui non sono estranei delicati aspetti umani e spirituali, sacramentali e canonici”.

In conclusione della lettera i vescovi rivolgono un pensiero alle famiglie ‘ferite’ a non perdere la speranza: “Ed è per voi che esprimiamo alle nostre comunità un forte invito a saper accompagnare, discernere ed integrare anche la fragilità che spesso attraversa la condizione famigliare.

Accogliendo sempre meglio gli orientamenti di ‘Amoris Laetitia’, con attenzione alle specificità delle nostre comunità, cercheremo di esser più vicini a tutti, con chiarezza e amorevolezza. Vi invitiamo a rivolgervi con fiducia ai sacerdoti e agli altri animatori pastorali, ai vari servizi diocesani, ai consultori, ai gruppi per separati, divorziati o risposati che già operano nelle nostre diocesi, per confidare problemi, dolori, domande che vi stanno a cuore. Per tutti, anche per chi è passato ad una nuova unione, ci può essere un percorso di conversione adatto e fruttuoso per camminare nell’amore, nell’Amore di Dio”.
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