5 maggio: a Roma raccolta alimentare per la Caritas

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Dopo alcune settimane di fibrillazione le monetine della Fontana di Trevi saranno ancora gestite dalla Caritas almeno fino alla fine del 2018, come ha ufficializzato la giunta capitolina. In questo modo la memoria di giunta firmata lo scorso ottobre dal vicesindaco Luca Bergamo e dall’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassarre sarà sospesa: prevedeva di internalizzare la raccolta degli spiccioli lanciati dai turisti nel monumento disegnato da Nicola Salvi per poi reinvestirli in attività solidali a partire dal primo aprile.

Tale scelta ha confermato gli indirizzi delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 20 anni e che esprime concretamente la solidarietà di tutta la città di Roma verso chi soffre ed è svantaggiato, riconoscendo all’organismo della Chiesa di Roma quella specificità, ‘unica’ nella città, di intercettare e incontrare le più diverse forme di povertà (cittadini senza dimora, anziani soli, immigrati che non riescono ad integrarsi, malati, minori difficili, famiglie in difficoltà) possibile grazie a una ramificazione territoriale di 139 centri di ascolto parrocchiali presenti in tutti i municipi e quartieri.

Il ‘tesoretto’ della Fontana di Trevi in questi anni è diventato pasti erogati nelle mense sociali a quanti, seppur in estrema indigenza, non presentano le caratteristiche per l’assistenza; servizi di ascolto, assistenza e accoglienza che per diversi motivi non possono godere di altri sovvenzionamenti; progetti portati avanti con i servizi sociali territoriali: sostegni per la spesa alimentare, per il pagamento delle utenze domestiche, per l’affitto e per il mutuo, iscrizioni scolastiche, spese mediche, rimpatrio di salme, progetti di microcredito.

Interventi di carità diffusa che difficilmente potrebbero trovare finanziamenti diversi, soprattutto se derivanti da fondi soggetti a bando e con rendicontazioni specifiche. Quanto raccolto dalla Fontana di Trevi rappresenta in parte un fondo per casi disperati, quelli che pur non rientrando in alcuna ‘categoria’, costituiscono l’aspetto più problematico del disagio, come ha sottolineato monsignor Enrico Feroci, direttore dell’organismo pastorale della Diocesi di Roma, commentando la decisione del Comune di Roma di prorogare tale affidamento:

“Responsabilità, trasparenza, spirito di servizio e testimonianza: sono questi gli atteggiamenti che ci hanno guidato in questi anni in cui Roma Capitale ha affidato i proventi delle monete di Fontana di Trevi alla Caritas. Scelta che dai volontari è sempre stata considerata come un’attestazione di fiducia per l’opera a favore di tante e diffuse situazioni di povertà e marginalità”.

In tale senso mons. Feroci ha parlato di responsabilità e di trasparenza: “Responsabilità, quindi, anzitutto verso i poveri, i veri beneficiari dei proventi della fontana, per i quali sono utilizzati pensando soprattutto a coloro che non possono avere altre forme di sostegno. In questi anni abbiamo interpretato il nostro ruolo per restituire ai cittadini sofferenti ciò che troppo spesso e per ragioni diverse non riescono ad avere in termini di servizi e, ancor più grave, in termini di diritti.

Trasparenza verso l’amministrazione, che ha scelto l’opera della Caritas perché si tratta dell’organismo più diffuso sul territorio e in grado di incontrare, direttamente e non, tutte le forme di povertà e disagio. Situazioni che prevedono una relazione di prossimità basata sulla fiducia e realizzata grazie alla formazione e all’accompagnamento di un vastissimo numero di volontari che ogni giorno rappresentano la vera ossatura di questo sistema di welfare. Testimonianza verso la comunità, attraverso opere che siano dei segni di speranza.

Luoghi (mense, ostelli, case famiglie, comunità e centri di ascolto) in cui è possibile per ognuno conoscere e incontrare le situazioni di emarginazione; dove comprenderne le cause ed educare ad una solidarietà che sia consapevole condivisione, in cui tutti possono partecipare ed essere protagonisti del cambiamento. E’ questo lo spirito con cui la Caritas continuerà la gestione delle monetine di Fontana di Trevi fino a quando l’Amministrazione comunale rinnoverà il mandato”.

Ed intanto è stata promossa dalla Caritas di Roma una raccolta alimentare a favore dei quattro Empori della solidarietà della Diocesi di Roma si svolgerà sabato 5 maggio in 55 punti vendita Auchan, Simply, IperSimply e PuntoSimply della capitale con oltre 600 volontari della Caritas, presenti nei punti di raccolta, che illustreranno l’iniziativa ai clienti distribuendo materiale informativo e sacchetti dove inserire le donazioni.

I beni richiesti sono i generi alimentari di facile conservazione e stoccaggio (tonno, carne in scatola, olio, caffè, legumi). Particolarmente graditi sono i prodotti per l’infanzia (pannolini, pappe e omogeneizzati) e i prodotti per l’igiene. I beni raccolti serviranno per rifornire i quattro Empori della Solidarietà presenti a Roma (‘Cittadella della Carità – Santa Giacinta’, Spinaceto, Trionfale e Montesacro) , che sono veri e propri supermercati di medie dimensioni a cui possono accedere gratuitamente persone indigenti che si rivolgono alle parrocchie e ai servizi diocesani.

Un aiuto fondamentale per la comunità visto l’elevato numero di individui che vive sotto la soglia della povertà e che aumenta di anno in anno, rendendo la situazione sempre più drammatica. La collaborazione Caritas Roma e Simply, iniziata nel 2008, permette ogni anno la raccolta di oltre cento tonnellate di alimenti e prodotti di prima necessità, aiutando le 1.500 famiglie che usufruiscono degli Empori.

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