Il papa invita i giovani a gridare

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Nella domenica delle Palme papa Francesco ha chiesto ai giovani di non farsi manipolare e di non essere indifferenti, come ha sottolineato nell’omelia:

“In questa celebrazione sembrano incrociarsi storie di gioia e di sofferenza, di errori e di successi che fanno parte del nostro vivere quotidiano come discepoli, perché riesce a mettere a nudo sentimenti e contraddizioni che oggi appartengono spesso anche a noi, uomini e donne di questo tempo:

capaci di amare molto… e anche di odiare, e molto; capaci di sacrifici valorosi e anche di saper ‘lavarcene le mani’ al momento opportuno; capaci di fedeltà ma anche di grandi abbandoni e tradimenti. E si vede chiaramente in tutta la narrazione evangelica che la gioia suscitata da Gesù è per alcuni motivo di fastidio e di irritazione”.

Il papa ha sottolineato la gioia del popolo per l’arrivo di Gesù a Gerusalemme, subito dopo messo a tacere dal ‘potere’: “E’ il grido di uomini e donne che lo hanno seguito perché hanno sperimentato la sua compassione davanti al loro dolore e alla loro miseria… E’ il canto e la gioia spontanea di tanti emarginati che, toccati da Gesù, possono gridare…

Come non acclamare Colui che aveva restituito loro la dignità e la speranza? E’ la gioia di tanti peccatori perdonati che hanno ritrovato fiducia e speranza. E questi gridano. Gioiscono. E’ la gioia. Questa gioia osannante risulta scomoda e diventa assurda e scandalosa per quelli che si considerano giusti e ‘fedeli’ alla legge e ai precetti rituali. Gioia insopportabile per quanti hanno bloccato la sensibilità davanti al dolore, alla sofferenza e alla miseria…

Com’è difficile comprendere la gioia e la festa della misericordia di Dio per chi cerca di giustificare sé stesso e sistemarsi! Com’è difficile poter condividere questa gioia per coloro che confidano solo nelle proprie forze e si sentono superiori agli altri!”.

Davanti a tale fatto c’è chi non sopporta la gioia di chi è stato perdonato e fa trapelare un falso racconto, che racconta una falsa realtà: “E così alla fine si fa tacere la festa del popolo, si demolisce la speranza, si uccidono i sogni, si sopprime la gioia; così alla fine si blinda il cuore, si raffredda la carità…

Di fronte a tutte queste voci urlate, il miglior antidoto è guardare la croce di Cristo e lasciarci interpellare dal suo ultimo grido. Cristo è morto gridando il suo amore per ognuno di noi: per giovani e anziani, santi e peccatori, amore per quelli del suo tempo e per quelli del nostro tempo.

Sulla sua croce siamo stati salvati affinché nessuno spenga la gioia del vangelo; perché nessuno, nella situazione in cui si trova, resti lontano dallo sguardo misericordioso del Padre. Guardare la croce significa lasciarsi interpellare nelle nostre priorità, scelte e azioni. Significa lasciar porre in discussione la nostra sensibilità verso chi sta passando o vivendo un momento di difficoltà”.

E si rivolge ai giovani chiedendo loro di dare ‘fastidio’ nella società: “E a voi, cari giovani, la gioia che Gesù suscita in voi è per alcuni motivo di fastidio e anche di irritazione, perché un giovane gioioso è difficile da manipolare. Un giovane gioioso è difficile da manipolare!.. Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita.

Gli stessi farisei se la prendono con Gesù e gli chiedono di calmarli e farli stare zitti. Ci sono molti modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili. Molti modi di anestetizzarli e addormentarli perché non facciano ‘rumore’, perché non si facciano domande e non si mettano in discussione”.

Ed infine un invito perentorio a non essere silenziosi: “Cari giovani, sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel ‘crocifiggilo!’ del venerdì… E sta a voi non restare zitti.

Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili, tante volte corrotti, stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete? Per favore, decidetevi prima che gridino le pietre”.

E durante l’Angelus papa Francesco ha affidato i giovani a Maria, la Madre di Dio: “L’odierna Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolge a livello diocesano, è una tappa importante nel cammino verso il Sinodo dei Vescovi sui giovani, la fede e il discernimento nel prossimo mese di ottobre, come anche nel percorso di preparazione della Giornata internazionale, che si svolgerà a Panamá nel gennaio del 2019.

In questo itinerario ci accompagnano l’esempio e l’intercessione di Maria, la giovane di Nazareth che Dio ha scelto quale Madre del suo Figlio. Lei cammina con noi e guida le nuove generazioni nel loro pellegrinaggio di fede e di fraternità. Maria ci aiuti tutti a vivere bene la Settimana Santa. Da lei impariamo il silenzio interiore, lo sguardo del cuore, la fede amorosa per seguire Gesù sulla via della croce, che conduce alla luce gioiosa della Risurrezione”.

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