Il Papa, il tempo, il Presepe

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Arriva alla Grotta di Nazaret Benedetto XVI come se il tempo non fosse mai passato dal quella notte di più di 2000 anni fa. Il Papa come sempre dopo i Vespri con il canto del Te Deum esce in Piazza san Pietro quasi sorprendendo i turisti che si attardano davanti al Presepe. La papamobile illuminata attraversa la piazza, davanti al Presepe sotto l’ obelisco c’è la banda delle Guardie Svizzere che intona canti natalizi. Una piccola e intima festa di famiglia per il Papa che ama moltissimo i presepi e si attarda a farsi spiegare i dettagli di questa trentesima edizione dedicata al Beato Giovanni Paolo II.

A fare gli onori di casa sono il Presidente del Governatorato Giuseppe Bertello e il segretario Giuseppe Sciacca. Accolgono il Papa con familiarità: siamo tutti e due nuovi, dicono, e il Papa sorride. Prega in ginocchio Benedetto XVI con lo sguardo di un bambino, poi fa il giro intorno alla costruzione. Monsignor Sciacca gli spiega ogni personaggio e ogni ambiente. Il direttore della banda degli svizzeri saluta il Papa e gli fa gli auguri di tutto il Corpo. Poche parole in tedesco con affetto e rispetto. Davanti grandi statue il Papa sembra una figura in più tra i personaggi. Uno dei fedeli che adora il bambino e si ferma in silenzio davanti al Mistero dell’ incarnazione. Ma si vede che la sua è anche la passione di chi per anni ha costruito con passione il proprio Presepe domestico.

La Piazza si svuota, tutti attendono che Benedetto XVI attraversi di nuovo lo spazio che sembra sospendere il tempo. L’anno finisce la termine, il Papa ha ringraziato per il tempo che non deve passare con angoscia, ma con la certezza che siamo amati da Dio. La notte sulla piazza di san Pietro sarà notte di preghiera come ogni anno per molti. Il Papa li benedirà dalla sua finestra che resta accesa.

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