Fazzini&Femminis raccontano le sorprese di papa Francesco

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“Per apprezzare un libro come questo nel suo giusto valore per la comprensione del pontificato attuale occorre avere una certa esperienza e una memoria non troppo corta. Se no, si fa presto a considerare prime volte quelle che non lo sono e a non distinguere le grandi novità reali che il servizio di papa Francesco ci sta donando.

Dato che si parla di novità, è bene ricordare anzitutto che il pontificato di Francesco inizia nella situazione del tutto particolare che segue la rinuncia di Papa Benedetto, atto di vera novità storica – coraggioso, lucido, sereno, lungimirante –, che ha inteso aprire alla Chiesa e allo Spirito che la guida uno spazio di slancio rinnovato, di cui si avvertiva il bisogno e a cui le forze declinanti dell’anziano Pontefice non erano più adeguate”:

così esordisce p. Federico Lombardi nell’introduzione al libro ‘Francesco il papa delle prime volte. Tutte le sorprese di Bergoglio’ (edito da San Paolo), in libreria dall’8 marzo, per il quinto anniversario dell’elezione di papa Francesco, firmato da due giornalisti con una lunga esperienza nel mondo missionario, Gerolamo Fazzini e Stefano Femminis, che ci hanno concesso l’intervista.

Perché quel titolo?
“Tutti i Papi hanno fatto qualche scelta inedita o compiuto gesti entrati nella storia. Questo è tanto più vero da un secolo a questa parte, cioè da quando, per così dire, il mondo si è messo a correre… Detto questo, la nostra impressione è che nel caso di Francesco sia particolarmente evidente la dimensione della sorpresa, dell’innovazione, della rottura di schemi o tradizioni che per secoli sono stati dati per scontati e che talora mettevano una ‘camicia di forza’ alla libertà e alla creatività dello Spirito. Francesco è un uomo libero, che si lascia sorprendere da Dio e dalla novità del Vangelo”.

Quale è il ‘filo rosso’ che ha caratterizzato questi 5 anni di pontificato?
“Mettendo in fila le prime volte di Francesco, da quelle più celebri e storiche a quelle meno note e apparentemente meno significative, si capisce bene come il tratto unificante sia la scelta costante da parte di Bergoglio di mettere al centro il Vangelo. Naturalmente questo non significa che i pontificati precedenti non avessero lo stesso obiettivo, ma Francesco – anche grazie alla sua semplicità e al suo stile immediato – riesce forse a fare emergere di più questo aspetto cruciale.

Di papa Ratzinger colpivano la grande sapienza e la capacità di ribadire i fondamenti della fede e della dottrina, di Woytjla ricordiamo tutti lo stile carismatico e l’ansia evangelizzatrice nei confronti di un mondo intaccato dal materialismo e dalle ideologie. A proposito di Francesco (lo dicono anche le interviste che abbiamo fatto per arricchire il nostro volume), l’aggettivo forse più usato per descriverlo è ‘radicale’: non è un Papa che vuole fare la rivoluzione nella Chiesa, come qualcuno spera o teme, è un Papa radicale; ovvero un Papa che ci richiama alle radici, che per un cristiano coincidono con il Vangelo e con chi che lo ha incarnato, Gesù Cristo”.

Perché è un papa che ancora stupisce?
“Stupisce ancora perché non è una ‘macchietta’. La sua capacità di sorprendere non è una ‘maschera’ che si è messo per fare colpo. Se così fosse, Francesco avrebbe già stufato. Qualcuno in questi anni ha provato a trasformare Bergoglio in un supereroe o in un personaggio trendy. Ma il Papa è sempre stato il primo a condannare la papolatria e a spostare i riflettori dalla sua figura al Vangelo.

Per questo la sua carica innovativa e sorprendente non si esaurisce. Dobbiamo anche aggiungere che, proprio perché Francesco va alla radice, inevitabilmente stanno emergendo anche resistenze al suo messaggio, dentro e fuori dalla Chiesa. Ma questa è una riprova che Francesco non fa ciò che fa per strappare l’applauso o il titolo di giornale, ma chiama alla conversione autentica, che mette in crisi”.

Come è strutturato il libro?
“Dopo la prefazione di padre Lombardi e un’introduzione, ci dedichiamo anzitutto ad approfondire le tre grandi ‘prime volte’ del Papa: la sua origine latinoamericana e argentina, la sua appartenenza all’ordine dei gesuiti e la sua scelta di chiamarsi Francesco. Poi ci sono alcuni capitoli in cui abbiamo suddiviso le altre novità: dai gesti agli incontri, dalle riforme ai viaggi, e così via.

Ogni capitolo si chiude con una breve intervista a vaticanisti o comunque a personaggi che conoscono molto bene papa Bergoglio: da padre Antonio Spadaro a Enzo Bianchi, da Luigi Accattoli ad Andrea Riccardi, da Andrea Tornielli al cardinale Tagle. Abbiamo intervistato anche due tra i vaticanisti stranieri più apprezzati: l’argentina Elisabetta Piqué e l’inglese Austin Ivereigh.

Il senso di questo lavoro è innanzitutto quello di provare a indagare sulle novità di questo pontificato andando le semplificazioni mediatiche che hanno dato molto risalto ad alcune innovazioni non così decisive mentre, a nostro avviso, hanno a volte lasciato in ombra decisioni ben più importanti.

Gerarchizzare le ‘sorprese’ di Bergoglio è dunque il primo obiettivo; il secondo è tentare di comprenderne il senso, operazione per la quale è fondamentale, come detto, ricondurre le scelte di Bergoglio alla sua identità e provenienza, non genericamente sudamericana ma argentina, al suo essere gesuita e alla sua scelta di assumere per sé il nome di Francesco”.

 

Fonte: Acistammpa

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