Papa Francesco istituisce la festa della Madre della Chiesa

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La scorsa settimana papa Francesco ha stabilito che la memoria della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, che si celebra nel primo giorno dell’anno, sia iscritta nel Calendario Romano nel lunedì dopo Pentecoste e celebrata ogni anno, , attraverso un decreto firmato dal card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

L’ingresso di questa celebrazione nella preghiera liturgica della Chiesa “aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti”, ha spiegato il decreto.

La memoria sarà inserita in tutti i calendari e libri liturgici per la celebrazione della Messa e della Liturgia delle Ore. E i testi in latino sono stati già allegati al documento, mentre le loro traduzioni spetteranno alle Conferenze episcopali nazionali. La memoria liturgica vale per il rito romano, quindi non per il rito ambrosiano ad esempio. Per questo 2018 la celebrazione cadrà lunedì 21 maggio.

Il decreto pontificio ha sottolineato l’importanza di tale festa: “La Madre infatti, che stava presso la croce, accettò il testamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato.

A sua volta, nel discepolo amato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari del suo amore verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto filiale la accogliessero. Premurosa guida della Chiesa nascente, Maria iniziò pertanto la propria missione materna già nel cenacolo, pregando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo.

In questo sentire, nel corso dei secoli, la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fedeli, dei credenti, di tutti coloro che rinascono in Cristo e anche di ‘Madre della Chiesa’, come appare in testi di autori spirituali e pure del magistero di Benedetto XIV e Leone XIII”.

Lo spostamento della data, è stato sottolineato nel decreto, evidenzia maggiormente la grandezza della Madre di Dio: “La Sede Apostolica pertanto, in occasione dell’Anno Santo della Riconciliazione (1975), propose una messa votiva in onore della beata Maria Madre della Chiesa, successivamente inserita nel Messale Romano; diede anche facoltà di aggiungere l’invocazione di questo titolo nelle Litanie Lauretane (1980) e pubblicò altri formulari nella raccolta di messe della beata Vergine Maria (1986); ad alcune nazioni, diocesi e famiglie religiose che ne facevano richiesta, concesse di aggiungere questa celebrazione nel loro Calendario particolare.

Il Sommo Pontefice Francesco, considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei Pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito che la memoria della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia iscritta nel Calendario Romano nel Lunedì dopo Pentecoste e celebrata ogni anno.

Questa celebrazione ci aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti”.

Infatti papa Francesco ha una particolare devozione verso la Madonna e nel concludere il saluto appena eletto papa nel 2013 ha affidato il suo pontificato alla Madre di Dio: “Fratelli e sorelle vi lascio.. grazie tanto dell’accoglienza, pregate per me e ci vediamo presto domani voglio andare a pregare la Madonna perchè custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo“.

La Madonna è il primo pensiero del papa, soprattutto quando vi sono delle difficoltà e più volte l’ha definita Madre ed è proprio alla mamma che si corre quando si è in pericolo, quando ci si sente soli, quando si hanno delle preoccupazioni… Così è stato quando commosso dalla malattia di una bambina malata ha chiesto un Ave Maria a tutti i presenti in piazza S. Pietro, oppure dopo la tragedia della Sardegna, dove ancora una volta non ha mancato di rivolgersi a Maria:

“Maria è la donna dell’ascolto, della decisione e dell’azione. Maria sa ascoltare la voce di Dio, i fatti reali e comprenderne il significato. Maria ascolta ‘meditando’ tutto, prudentemente, nel suo cuore. Si prende il ‘tempo’ necessario per capire, per sviscerare, per concretizzare quello che le viene detto”.

Una particolare devozione del papa è alla ‘Madonna che scioglie i nodi’, ‘scoperta’ negli anni ’80, durante un viaggio in Germania che riportò in Argentina varie riproduzioni e che è ormai l’oggetto di una forte venerazione popolare a Buenos Aires. Padre Bergoglio fu colpito da quest’allegoria del ruolo di mediatrice della madre di Gesù e decise così di portarla con sé a Buenos Aires, dove iniziò a distribuirla a sacerdoti e fedeli.

E’ così che nel settembre del 1996, padre Rodolfo Arroyo, che era stato nominato pochi mesi prima parroco di San Jose’ del Talar, nella capitale argentina, decise di portarla alla venerazione anche nella sua chiesa. Il futuro papa Francesco, celebrando la messa a San Josè del Talar l’8 dicembre del 2011, sottolineò che questa rappresentazione della Madonna illustra il fatto che “Dio, il quale distribuisce la sua Grazia a tutti i suoi figli, vuole che noi ci fidiamo di Lei, che le affidiamo i nodi dei nostri peccati per fare sì che Lei ci avvicini a suo figlio Gesù”.

Eppoi c’è la Madonna di Aparecida, di cui volle una copia in Vaticano: “La Chiesa deve ricordare sempre è che non può allontanarsi dalla semplicità, altrimenti disimpara il linguaggio del Mistero e resta fuori dalla porta del Mistero, e, ovviamente, non riesce ad entrare in coloro che pretendono dalla Chiesa quello che non possono darsi da sé, cioè Dio.

A volte, perdiamo coloro che non ci capiscono perché abbiamo disimparato la semplicità, importando dal di fuori anche una razionalità aliena alla nostra gente. Senza la grammatica della semplicità, la Chiesa si priva delle condizioni che rendono possibile ‘pescare’ Dio nelle acque profonde del suo Mistero”.

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