Il papa ai giovani: la GMG è per coraggiosi!

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Domenica 25 marzo, domenica delle Palme, la Chiesa cattolica celebra nelle diocesi la XXXIII giornata mondiale della gioventù, affidando i giovani alla Madre di Dio, ‘Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio’, e nel messaggio papa Francesco li ha esortati a ‘non nascondersi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un fake’, ossessionati dal ‘maggior numero possibile di mi piace’.

Il papa ha spiegato anche il motivo del titolo, in quanto questa GMG diocesana rappresenta l’inizio di un cammino a tappe verso il Sinodo e la GMG di Panama: “Se l’anno scorso ci hanno guidato le parole del suo cantico di lode (Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente) insegnandoci a fare memoria del passato, quest’anno cerchiamo di ascoltare insieme a lei la voce di Dio che infonde coraggio e dona la grazia necessaria per rispondere alla sua chiamata: ‘Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio’. Sono le parole rivolte dal messaggero di Dio, l’arcangelo Gabriele, a Maria, semplice ragazza di un piccolo villaggio della Galilea”.

Come Dio ha invitato Maria a non temere la Sua azione di grazia, così il papa invita i giovani a non lasciarsi turbare da Dio: “Maria, come altri personaggi delle Sacre Scritture, trema davanti al mistero della chiamata di Dio, che in un momento la pone davanti all’immensità del proprio disegno e le fa sentire tutta la sua piccolezza di umile creatura.

L’angelo, leggendo nel profondo del suo cuore, le dice: ‘Non temere’! Dio legge anche nel nostro intimo. Egli conosce bene le sfide che dobbiamo affrontare nella vita, soprattutto quando siamo di fronte alle scelte fondamentali da cui dipende ciò che saremo e ciò che faremo in questo mondo. E’ il ‘brivido’ che proviamo di fronte alle decisioni sul nostro futuro, sul nostro stato di vita, sulla nostra vocazione.

In questi momenti rimaniamo turbati e siamo colti da tanti timori”. E quindi li ha invitati a non arrendersi davanti alle ‘sfide’ che la società pone: “In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione professionale, di non veder realizzati i propri sogni. Sono timori oggi molto presenti in molti giovani, sia credenti che non credenti.

E anche coloro che hanno accolto il dono della fede e cercano con serietà la propria vocazione, non sono certo esenti da timori. Alcuni pensano: forse Dio mi chiede o mi chiederà troppo; forse, percorrendo la strada indicatami da Lui, non sarò veramente felice, o non sarò all’altezza di ciò che mi chiede.

Altri si domandano: se seguo la via che Dio mi indica, chi mi garantisce che riuscirò a percorrerla fino in fondo? Mi scoraggerò? Perderò entusiasmo? Sarò capace di perseverare tutta la vita?”

Di fronte a tali domande il papa offre ai giovani il discernimento: “Il lavoro di discernimento, in questo senso, dopo aver identificato le nostre paure, deve aiutarci a superarle aprendoci alla vita e affrontando con serenità le sfide che essa ci presenta. Per noi cristiani, in particolare, la paura non deve mai avere l’ultima parola, ma essere l’occasione per compiere un atto di fede in Dio… e anche nella vita!

Ciò significa credere alla bontà fondamentale dell’esistenza che Dio ci ha donato, confidare che Lui conduce ad un fine buono anche attraverso circostanze e vicissitudini spesso per noi misteriose. Se invece alimentiamo le paure, tenderemo a chiuderci in noi stessi, a barricarci per difenderci da tutto e da tutti, rimanendo come paralizzati. Bisogna reagire! Mai chiudersi”.

Quindi il discernimento è necessario per comprendere la propria vocazione: “Il discernimento diventa indispensabile quando si tratta della ricerca della propria vocazione. Questa, infatti, il più delle volte non è immediatamente chiara o del tutto evidente, ma la si comprende a poco a poco.

Il discernimento da fare, in questo caso, non va inteso come uno sforzo individuale di introspezione, dove lo scopo è quello di conoscere meglio i nostri meccanismi interiori per rafforzarci e raggiungere un certo equilibrio. In questo caso la persona può diventare più forte, ma rimane comunque chiusa nell’orizzonte limitato delle sue possibilità e delle sue vedute. La vocazione invece è una chiamata dall’alto e il discernimento in questo caso consiste soprattutto nell’aprirsi all’Altro che chiama”.

Il passaggio successivo è ‘contemplare’ lo sguardo di Maria: “La presenza continua della grazia divina ci incoraggia ad abbracciare con fiducia la nostra vocazione, che esige un impegno di fedeltà da rinnovare tutti i giorni. La strada della vocazione non è infatti priva di croci: non solo i dubbi iniziali, ma anche le frequenti tentazioni che si incontrano lungo il cammino. Il sentimento di inadeguatezza accompagna il discepolo di Cristo fino alla fine, ma egli sa di essere assistito dalla grazia di Dio”.

Dalla certezza della grazia di Dio il papa ha invitato i giovani ad essere ‘coraggiosi’ nell’assumere le responsabilità: “Se ci lasceremo contagiare dall’esempio di Maria, vivremo in concreto quella carità che ci spinge ad amare Dio al di sopra di tutto e di noi stessi, ad amare le persone con le quali condividiamo la vita quotidiana. E ameremo anche chi ci potrebbe sembrare di per sé poco amabile.

E’ un amore che si fa servizio e dedizione, soprattutto verso i più deboli e i più poveri, che trasforma i nostri volti e ci riempie di gioia… Mentre si avvicina la GMG di Panamá, vi invito a prepararvi a questo nostro appuntamento con la gioia e l’entusiasmo di chi vuol essere partecipe di una grande avventura. La GMG è per i coraggiosi! Non per giovani che cercano solo la comodità e che si tirano indietro davanti alle difficoltà. Accettate la sfida?”

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