Papa Francesco: Quaresima tempo di gioia verso la Pasqua

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La Quaresima, ‘segno sacro della nostra conversione’ (come si recita nell’orazione della Colletta nel messale romano della prima domenica di Quaresima) è il periodo di quaranta giorni che prepara alla celebrazione della Pasqua ed inizia, nel Rito Romano, con il Mercoledì delle Ceneri, e, nel Rito Ambrosiano, con la domenica successiva. Termina, per entrambi i riti, alla messa inter vesperas in Cena Domini del Giovedì Santo, esclusa, con la quale inizia il sacro Triduo Pasquale.

Nel messaggio quaresimale tratto dal Vangelo di Matteo, ‘Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti’, papa Francesco invita i cristiani a scegliere come stile di vita la preghiera, l’elemosina ed il digiuno nella gioia: “Anche quest’anno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: ‘Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà’ (24,12).

Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo”.

Nel messaggio il papa invita a non seguire i ‘falsi profeti’, dando alcune indicazione per distinguerli: “Essi sono come ‘incantatori di serpenti’, ossia approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità!

Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine!”

Un’altra categoria di ‘falsi profeti’ è quella dei ‘ciarlatani’: “Altri falsi profeti sono quei ‘ciarlatani’ che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni ‘usa e getta’, di guadagni facili ma disonesti!

Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso! Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare. E’ l’inganno della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoni… per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro”.

Quindi la lotta principale che il cristiano deve condurre è contro il diavolo, che vuole confondere il cuore umano: “Da sempre il demonio, che è ‘menzognero e padre della menzogna’, presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell’uomo. Ognuno di noi, perciò, è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti.

Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona e più duratura, perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene”.

Richiamando un verso del Cantico dell’Inferno di Dante Alighieri, che immagina il diavolo seduto su un ‘trono di ghiaccio’, il papa spiega le cause per cui l’amore si spegne: “Ciò che spegne la carità è anzitutto l’avidità per il denaro, ‘radice di tutti i mali’; ad essa segue il rifiuto di Dio e dunque di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti.

Tutto ciò si tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese”.

Eppoi offre alcune piste per vivere la Quaresima: “Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno”.

Il papa ha chiesto di offrire più tempo alla preghiera: “Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita”.

La preghiera apre il cuore alla preghiera: “L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa”.

L’elemosina è un’occasione ‘per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli’. L’elemosina offre al cristiano di comprendere il valore del digiuno: “Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita.

Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame”.

Da queste tre azioni nasce il ‘fuoco della Pasqua’: “Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale: attinta dal ‘fuoco nuovo’, la luce a poco a poco scaccerà il buio e rischiarerà l’assemblea liturgica”.

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