Il Papa in Cile tra richieste di perdono e invito alla democrazia

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Il Cile si è distinto negli ultimi decenni per lo sviluppo di una democrazia che gli ha consentito un notevole progresso. Papa Francesco saluta così i politici cileni e i rappresentanti diplomatici nel primo incontro ufficiale a Santiago.

Al Palacio de La Moneda il Papa ricorda che “ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. E’ il cammino. Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre”.

Il Papa parla della necessità dell’ascolto, “e qui- dice il Papa- non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna, vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”.

Poi un riferimento alla questione ambientale alla cura della casa comune.

Nei giorno che hanno preceduto la visita il tema degli abusi sessuali è stato ripetuto con forza e i rappresentanti delle vittime avevano detto che non bastava chiedere perdono ma serviva punire i colpevoli.

A fine mattinata il Papa ha celebrato la messa nel Parque O’Higgins di Santiago, il secondo parco pubblico più grande del Cile. Il Vangelo quello delle beatitudini, il Papa lo commenta parlando dello sguardo di Gesù e delle beatitudini che “non nascono da atteggiamenti di facile critica né dagli sproloqui a buon mercato di coloro che credono di sapere tutto ma non vogliono impegnarsi con niente e con nessuno, e finiscono così per bloccare ogni possibilità di generare processi di trasformazione e di ricostruzione nelle nostre comunità, nella nostra vita. Le beatitudini nascono dal cuore misericordioso che non si stanca di sperare”.L’invito del Papa per i cileni è chiaro: “Vuoi gioia? Vuoi felicità? Felici quelli che lavorano perché altri possano avere una vita gioiosa. Desideri pace? Lavora per la pace”.

Nel pomeriggio, la serata a Roma, il Papa visita un carcere femminile e poi incontra i religiosi, i sacerdoti e i vescovi, poi la visita dai confratelli gesuiti del Centro Hurtado.

Ieri poco dopo il suo arrivo il Papa si è fermato alla parrocchia San Luis Beltran, per la visita la tomba del cosiddetto “Vescovo dei Poveri”. La visita alla tomba di Monsignor Alvear è una delle modifiche decise, in accordo con il Vaticano, dalla Commissione nazionale che cura la visita del Santo Padre in Cile. Monsignor Alvear, morto nel 1982 e noto come il “Vescovo dei poveri” per il suo straordinario lavoro con i più bisognosi.

Foto. Vatican Media

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