Celebrato il grande Natale ortodosso

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Papa Francesco ha salutato con un tweet i cristiani d’Oriente che domenica 7 gennaio hanno celebrato il Natale: “Gioiamo insieme ai fratelli e alle sorelle dell’Oriente cristiano che oggi celebrano il Santo Natale”. E nell’Angelus dell’Epifania aveva sottolineato: “Ad esse rivolgo il mio augurio più cordiale: questa gioiosa celebrazione sia fonte di nuovo vigore spirituale e di comunione tra tutti noi cristiani, che lo riconosciamo come Signore e Salvatore”.

In tale occasione l’arcivescovo cattolico di Belgrado, mons. Stanislav Hocevar, ha inviato un messaggio di auguri al patriarca serbo Irinej, dedicato all’unità: “La Natività ci ricorda ancora una volta che tutti gli abitanti della terra sono chiamati in questo cammino di ricerca della vera unità. Come la Stella ha guidato i Re Magi dall’Oriente, possa guidarci sulla via dell’unità oggi la Stella delle stelle, luce da luce, Gesù, sole di giustizia…

Sempre tutti i cristiani ma, in modo particolare, oggi sono chiamati a cercare questa unità che si realizza proprio in Cristo Gesù. Predicando Lui, ci assumiamo la grande responsabilità storica che ‘tutti i suoi’ siano veramente ‘uno’ in Lui”. Inoltre nel messaggio natalizio anche Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, ha sottolineato la grande festa del Natale:

“Il Dio di bontà che ama la sua creazione manda il suo Figlio unigenito, il Messia atteso da secoli, a compiere l’opera della nostra salvezza. Il Figlio di Dio, che è nel seno del Padre (Gv 1, 18) diventa Figlio dell’uomo e viene al mondo per salvarci dal peccato col suo sangue e affinché il pungiglione della morte non possa più spaventare l’uomo”.

Ed ha fatto riferimento alla festa dell’Epifania ed al concetto del dono: “Tutti sappiamo che i magi che adorarono Cristo gli portarono dei doni. Che dono possiamo portare noi al Maestro divino?… Ma cosa significa dare il cuore? Il cuore è il simbolo della vita. Se smette di battere, la persona muore. Dare il cuore a Dio significa consacrargli la propria vita. Questa consacrazione non comporta che noi rinunciamo a tutto ciò che abbiamo. Siamo solo invitati ad eliminare dal cuore tutto ciò che impedisce la presenza di Dio”.

Perciò il Patriarca di Mosca ha invitato i fedeli a custodire le vie del Signore: “La presenza del prossimo nel nostro cuore dipende prima di tutto dalla nostra capacità di condividere la sofferenza degli altri, di rispondere ad essa con concrete opere di carità. Il Signore ci chiede di custodire le sue vie. Ciò significa saper vedere la presenza di Dio nella propria vita e nella storia umana, vedere le manifestazioni dell’amore di Dio ma anche della sua giusta ira”.

Ed ha ricordato il centenario di molti eventi tragici: “L’anno appena trascorso per la vita del nostro popolo è stato pieno di ricordi dei tragici avvenimenti del XX secolo e delle persecuzioni per la fede. Abbiamo ricordato lo zelo spirituale dei neomartiri e confessori che hanno testimoniato con coraggio la propria dedizione a Cristo.

Ma anche in quel tempo terribile per il nostro Paese il Signore non ha mancato di manifestarci la sua misericordia: dopo due secoli di forzata interruzione nella nostra Chiesa è stato ristabilito l’istituto del Patriarcato, e in quel momento di dura prova il Signore ci ha donato nella persona del Santo patriarca Tichon un saggio e coraggioso pastore, per le cui ferventi preghiere presso il trono dell’Altissimo la nostra Chiesa e il nostro popolo hanno potuto affrontare il crogiolo della prova”.

Però l’invito è di non cedere alla tentazione del male: “Anche oggi attraversiamo un periodo particolare: la sofferenza non ha abbandonato il mondo e ogni giorno sentiamo parlare di guerre e di rumori di guerre. Ma quanto amore di Dio si riversa sul genere umano! La pace esiste nonostante le forze del male.

L’amore umano, i valori familiari esistono nonostante i tremendi tentativi di distruggerli definitivamente, profanarli e pervertirli. La fede in Dio è viva nei cuori della maggior parte della gente. E la nostra Chiesa, nonostante i decenni di persecuzione nel recente passato e gli sforzi di comprometterne la credibilità che hanno luogo nel presente, era, resta e sarà sempre luogo di incontro con Cristo”.

Ed infine ha rivolto un augurio di speranza per i popoli della Rus’: “La nascita di Cristo è l’avvenimento centrale della storia umana. In ogni epoca della storia l’uomo ha sempre cercato Dio, ma nella sua pienezza il Creatore, Dio Uno e Trino, si è manifestato al genere umano solo con l’incarnazione del Figlio Unigenito”.

Anche il metropolita d’Italia e di Malta, nonché esarca dell’Europa meridionale, Gennadios, ha sottolineato la ‘potenza del Bambino nuovo’: “Dio della pace e della misericordia, Dio dell’amore, Che insegna l’umiltà e il sacrificio!

Egli è l’unica forza e speranza, che può arrestare i piccoli e grandi tormenti della travagliata società, e, in genere, dell’umanità; qualora, realmente, il nostro cuore diventi una ‘mangiatoria’, qualora la nostra fede riesca a toccare l’orlo della sua veste e gli diamo la mano dell’amicizia, il rispettoso abbraccio della conversione, qualora noi diventiamo suoi amici, suoi fratelli e seguaci nel cammino della Chiesa Militante.

Tutto dipende da noi, poiché il ‘Bambino nuovo’ desidera ardentemente che l’uomo sia salvo e che non lo abbandoni mai. Per l’uomo il ‘Bambino nuovo’ è la Verità, la Via e la Vita. E’, di conseguenza, la sua liberazione e salvezza. Ti adoriamo, Cristo, Dio vero, sei venuto sulla terra e, dopo avere assunto la carne e chiedendo il battesimo, ti rivolgi agli uomini, offrendo a loro benevolenza, pace e salvezza”.

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