Il Papa festeggia nella gioia il suo compleanno

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Papa Francesco ha festeggiato il suo compleanno con due gesti importanti. Ha mandato a Ischia il Suo Elemosiniere Mons. Konrad Krajewski e si è recato ad incontrare i bambini del dispensario pediatrico ‘Santa Marta’. Con il primo gesto il papa ha desiderato essere vicino alle 2.500 persone sfollate dalle proprie abitazioni a causa del terremoto del 21 agosto 2017.

Nel secondo gesto ha sottolineato il privilegio di stare con i bambini, perché ‘la gioia dei bambini è un tesoro’: “Un’anima gioiosa è come una terra buona che fa crescere bene la vita, con buoni frutti. E per questo si fa questa festa: si cerca sempre la vicinanza del Natale per radunarci, per fare questa festa per loro”.

Rivolgendosi agli adulti ha dato loro il compito di custodire la gioia: “Prima cosa: custodite la gioia dei bambini. Non rattristate i bambini. Quando i bambini vedono che ci sono problemi a casa, che i genitori litigano, soffrono. Non rattristare i bambini. Devono crescere sempre con gioia. Voi siete gioiosi? [Sì!]. Non ci credo: sì o no? [Sì!] Benissimo. Questa è la gioia”.

Nella seconda sottolineatura ha ribadito la necessità di dialogare con i nonni: “La seconda cosa, perché i bambini crescano bene: fateli parlare con i nonni. I due estremi della vita. Perché i nonni hanno memoria, hanno radici, e saranno i nonni a dare le radici ai bambini. Per favore, che non siano bambini sradicati, senza memoria di un popolo, senza memoria della fede, senza memoria di tante cose belle che ha fatto la storia, senza memoria dei valori.

E chi aiuterà i bambini a fare questo? I nonni… Sempre parlare con gli anziani… Ci vogliono molto bene. Che imparino, i bambini, a parlare con gli anziani, a parlare con i nonni. E il terzo consiglio che vi do: insegnate loro a parlare con Dio. Che imparino a pregare, a dire quello che sentono nel cuore”. E congedandosi da loro li ha invitati a mangiare “i 4 metri di pizza: mangiateli bene, che vi farà bene, fa crescere. E avanti! Grazie, grazie!”

Poi nel tradizionale incontro con l’ACR per lo scambio di auguri papa Francesco ha sottolineato la vitalità dell’associazione: “Vi sono grato anche perché, in questa lieta circostanza, mi aggiornate sulle vostre attività e iniziative, che dimostrano la vitalità dell’ACR. A questo proposito, voglio dirvi che apprezzo molto gli incontri di conoscenza e di vicinanza che in questo anno, il 150° dalla fondazione dell’Azione Cattolica, state facendo con i ‘nonni’ dell’Associazione.

Questa è una cosa molto bella è importante, perché gli anziani sono la memoria storica di ogni comunità, un patrimonio di saggezza e di fede da ascoltare, custodire e valorizzare”.

In tema con lo slogan dell’anno li ha invitati a guardare bene la vita di Gesù: “Nel vostro percorso formativo, con lo slogan ‘Pronti a scattare’, attraverso la metafora della fotografia vi impegnate a fissare l’attenzione sui momenti decisivi della vita di Gesù, per cercare di assomigliare sempre più a Lui, il vostro più grande e fedele amico.

Guardando alla vita e alla missione di Gesù, noi comprendiamo che Dio è Amore. Dunque, siate buoni ‘fotografi’, sia di quello che ha fatto Gesù sia della realtà che vi circonda, avendo occhi attenti e vigili”.

Quindi fotografi attenti alle periferie: “Tante volte ci sono persone dimenticate: nessuno le guarda, nessuno vuole vederle. Sono i più poveri, i più deboli, relegati ai margini della società perché considerati come un problema. Invece, sono l’immagine di Gesù Bambino rifiutato e che non ha trovato accoglienza nella città di Betlemme, sono la carne vivente di Gesù sofferente e crocifisso.

Allora questo può essere un vostro impegno; anzitutto chiedetevi: ma io, a chi do più attenzione? Solo a quelli più forti, che hanno più successo a scuola, nel gioco? A chi sono stato poco attento? Chi ho fatto finta di non vedere? Quel guardare dall’altra parte… Ecco quali sono le vostre ‘periferie’: provate a fissare l’obiettivo sui compagni e sulle persone che nessuno vede mai e osate fare il primo passo per incontrarle, donare loro un po’ del vostro tempo, un sorriso, un gesto di tenerezza”.

E nelle periferie occorre preparare con gioia la strada al Signore, come ha sottolineato nell’Angelus: “Per mezzo della preghiera possiamo entrare in una relazione stabile con Dio, che è la fonte della vera gioia. La gioia del cristiano non si compra, non si può comprare; viene dalla fede e dall’incontro con Gesù Cristo, ragione della nostra felicità.

E quanto più siamo radicati in Cristo, quanto più siamo vicini a Gesù, tanto più ritroviamo la serenità interiore, pur in mezzo alle contraddizioni quotidiane. Per questo il cristiano, avendo incontrato Gesù, non può essere un profeta di sventura, ma un testimone e un araldo di gioia. Una gioia da condividere con gli altri; una gioia contagiosa che rende meno faticoso il cammino della vita”.

(Foto: La Presse)

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