Avvento: mons. Fiorini Morosini ai genitori chiede il regalo dell’amore

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Nel tempo di Avvento l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, ha chiesto ai genitori di riflettere sull’ ‘importanza dell’unità familiare, soprattutto per il bene dei vostri figli, oltre che per il bene della società tutta’. Nel messaggio il presule ha sottolineato che le separazioni sono diventate “una piaga sociale, che sta distruggendo la serenità e la speranza di tanti giovani. Carissimi genitori, sotto l’albero di Natale fate trovare ai vostri figli il dono più grande: il vostro amore e la vostra unione, affinché essi possano affrontare con più speranza la vita”.

Ogni anno la celebrazione della nascita di Gesù insegna che si può sempre ripartire, lasciando dietro, nel segno del perdono cristiano, gli errori commessi e il rancore che ne segue: “I cristiani non sono infermieri della storia, ma discepoli appassionati che scoprono Gesù nel Vangelo vivo, nei sacramenti e nei poveri. Noi serviamo i poveri per amore di Gesù.

Questa è la novità che rende il nostro servizio prezioso e bello. Non facciamo nulla per interesse, ma solo per amore e per fede. Inoltre, tutta questa rete di carità nata nella fede è una vera e propria palestra di vita, una scuola di amore e giustizia”.

Mons. Morosini, pertanto, ha invitato i fedeli ad educare i giovani alla legalità: “Pur consapevoli di essere bisognosi di una costante conversione, sappiamo di far parte di una foresta che cresce senza fare rumore. Cosa sarebbe la nostra società senza la vasta rete di opere di carità della Chiesa? Nel deserto di questa terra vi sono oasi di accoglienza dove viene ‘custodito il dono di Dio’, educando alla giustizia e alla pace, al servizio e non al farsi servire! Se si guarda alla Chiesa senza pregiudizio, ci si accorge del grande bene che silenziosamente le comunità cristiane compiono”.

Ed ha sottolineato le opere di carità che la diocesi ha attivato: “Sono più di settanta le opere segno di carità della nostra Chiesa, censite recentemente e molte altre ne sono nate negli ultimi tempi. E’ mio desiderio, ed in questo chiedo la collaborazione di tutti voi, che sia realizzata la banca dati delle opere di carità, come auspicava il nostro recente convegno pastorale.

Sono certo che durante il periodo di Avvento saranno raccolti questi dati per dare corpo alla Consulta delle opere socio-assistenziali e far si che molti possano vedere le nostre opere buone e glorificare il Padre che è nei cieli. Grazie di cuore a tutti voi per il bene che fate nelle periferie esistenziali della nostra terra. Grazie e continuate a lavorare accanto agli ultimi ed ai poveri”.

Infine mons. Fiorini Morosini ha invitato a mettere al centro del Natale “il presepe, prima ancora dell’albero, delle luci, del panettone e di ogni altro elemento consumistico. Il presepe rievoca nelle nostre case il mistero di Dio fatto uomo. Non dimentichiamo, poi, che l’atmosfera natalizia, da sempre, ha dato a questa festività la connotazione anche di festa della famiglia”.

Non è la prima volta che il vescovo ha messo la legalità al centro della vita, invitando gli adulti ad educare: “La Chiesa spesso è sollecitata a prendere atto dei cambiamenti attorno ai temi caldi della famiglia, dell’inizio e della fine della vita umana, della sessualità, del concetto di libertà e di natura, e ad accettarli. Si dice che sono irreversibili, per cui, se la Chiesa non si adegua, perderà i suoi fedeli. Ci viene chiesto praticamente di abdicare al Vangelo e ai valori da esso scaturiti.

Ma Gesù, nel darci la sua liberazione e la sua consolazione, non si è mai piegato né a profezie di sventura, né a minacce, e neanche al comune sentire degli uomini del suo tempo: egli ha avuto il coraggio di andare contro corrente e di chiedere agli apostoli di fare altrettanto, nonostante il rischio di essere trascinati dinanzi ai tribunali”.

In occasione della festa padronale, infatti, il vescovo aveva chiesto ai genitori di ‘mostrare’ vicinanza con i giovani: “Se vogliamo veramente consolare i nostri giovani e renderli felici dobbiamo considerare tanti fattori da tenere assieme nel processo educativo. E il primo è la nostra capacità di stare accanto a loro, interessarsi di loro e saperli ascoltare senza giudicarli subito ma condurli per la strada della persuasione.

E’ urgente oggi che le agenzie educative tornino a preoccuparsi dell’animo dei ragazzi e dei giovani e non soltanto di fornire loro ‘beni materiali’, che, spesso, sono avvelenati da un consumismo senz’anima, che tarpa lo spirito. Spero di non essere frainteso: temo che stiamo insistendo in modo univoco sulla formazione alla legalità dei nostri ragazzi e giovani.

Essa non va sminuita ma ricordiamo quanto sia altrettanto urgente la formazione all’affettività, alla coscienza retta, alla ricerca dei valori e di un equilibrio di ragione che deve dominare l’istinto; alla consapevolezza che la vita è una conquista, da realizzare senza aspettarsi la pianificazione da parte di altri, fossero anche i genitori”.

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