La Chiesa: avvento tempo di coraggio

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Domenica scorsa nella Chiesa cattolico è iniziato il tempo di Avvento e nell’Angelus papa Francesco ha sottolineato il valore di questo tempo: “Oggi iniziamo il cammino dell’Avvento, che culminerà nel Natale. L’Avvento è il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, anche per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo… Per questo dobbiamo sempre essere vigilanti e attendere il Signore con la speranza di incontrarlo. La liturgia odierna ci introduce proprio in questo suggestivo tema della vigilanza e dell’attesa”.

E molti vescovi delle diocesi italiane hanno invitato i fedeli a vivere tale tempo in attesa come modo di consolazione, come ha scritto il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole, partendo dall’esortazione del profeta Isaia: “Consolare è ‘far respirare’, far tirare il fiato in una situazione di dolore, di paura, aiutare una persona oppressa, schiacciata, al punto da non poter più a respirare nuovamente.

La consolazione di Dio non è paragonabile ad una semplice pacca sulle spalle, ma al principio di una nuova creazione. Dio, consolandoci, ci ricrea, ci fa passare da una situazione di morte ad una di vita, da una situazione di schiavitù alla libertà”. Annunciando la visita pastorale il vescovo di Ascoli Piceno, ha esortato i fedeli a non perdere la speranza in questo tempo post sisma: “Gesù, che tra qualche settimana festeggeremo bambino, è la fonte prima della fede che mai deve venire meno, neppure di fronte agli avvenimenti più tragici.

Egli sa trarre il bene dal male ed inquietare i cuori più chiusi, affinché si aprano alla verità, al perdono e alla pace. E’ con questa convinzione che vengo a trovarvi nei luoghi della vostra vita quotidiana per confermare la vostra fede. Approfittiamo di questo tempo di Avvento per riscoprire Dio che viene a consolarci, che viene a condividere i nostri momenti di fatica e di voglia di speranza.

Perché il nostro Dio ha scelto di stare con gli ultimi, e noi siamo tutti un po’ ultimi. Togliamo la polvere che si è depositata sulla nostra relazione con Lui e riscopriamo il suo volto. Rimettiamo in allenamento il nostro cuore perché sia disposto ad ascoltare la Sua voce e a riconoscerla tra tante”.

Dalla diocesi di San Benedetto del Tronto e Ripatransone la Caritas propone un cammino di fraternità: “Il tempo di Avvento torna a ricordarci che Dio è il Veniente, Colui che è venuto, che verrà e che viene, qui ed ora, nella Parola, nei sacramenti ma anche in ogni uomo e in ogni donna, specie se affamato, assetato, senzatetto, forestiero, malato, in carcere. Si ripropone la domanda di come possiamo accoglierlo.

Certamente mettendoci in ascolto della sua Parola e celebrando il suo amore, ma anche imparando a condividere con Lui, attraverso la persona dei poveri, ciò che siamo e ciò che abbiamo. La povertà in questo nostro mondo cresce a dismisura e spesso prevale l’idea che non ci possiamo far nulla.

Eppure è bastato un cestello per la madre di Mosè perché Dio potesse salvarlo dalle acque, un’arca per Noè perché il Signore potesse risparmiare la sua famiglia dal diluvio universale, una mangiatoia per Maria e Giuseppe, perché Gesù potesse dimorare in mezzo a noi… Sensibilizziamo le nostre comunità perché diventino sempre più attente ai fratelli ed alle sorelle in difficoltà e non aderiscano a mentalità razziste ed escludenti”.

Dalla diocesi di Como, mons. Oscar Cantoni ha scritto la lettera ai fedeli, sottolineando il prossimo avvio del Sinodo diocesano dal titolo ‘Testimoni e annunciatori della Misericordia di Dio’: “Queste ultime settimane, poi, sono ‘insaporite’ da un groviglio di difficoltà, che se suscitano preoccupazione, tuttavia rafforzano maggiormente l’unità dei discepoli del Signore, i quali procedono compatti, diversamente dalle finalità di chi vorrebbe, con le sue azioni, contribuire a dividere.

I cristiani rispondono al male con la ricerca appassionata della verità e si mantengono umili testimoni di Gesù nella sua Chiesa, che da sempre subisce persecuzione. E’ noto il piano satanico di chi vorrebbe screditare la Chiesa (e i sacerdoti) davanti al mondo, a partire anche dalle sue debolezze interne e dalle fragilità, che sono ineliminabili, ma insieme si realizza la promessa del Signore, che ama la sua Chiesa e non permette che le forze del male possano sopraffarla”.

Prendendo spunto dalle luminarie che addobbano la città, il vescovo ha richiamato a vivere questo tempo di festa con la sobrietà: “Il mondo del commercio, con i suoi messaggi pubblicitari, sia pure inconsapevolmente, richiama l’attesa comune di un nuovo stile di vita, fondato sulla pace e sulla fraternità.

E’ un messaggio tanto condivisibile e caro a noi cristiani, che dedichiamo soprattutto il tempo dell’Avvento, proprio a rafforzare nella speranza l’attesa del Dio che viene. Noi attendiamo, infatti, non solo la promozione urgente e preziosa della pace e della fraternità, ma Colui che porta in sé questi doni e li offre agli uomini, chiamati a promuovere responsabilmente, e insieme, la pace, frutto della giustizia, e testimoniare la fraternità, segno di una condivisione sincera e profonda.

In questo tempo di Avvento, come cristiani, sottolineiamo l’impegno quotidiano di costruire attorno a noi la pace, mediante relazioni fraterne veramente tese alla riconciliazione, riavvicinando le distanze e le fratture che spesso sussistono tra persone”.

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