Papa Francesco in Bangladesh: gioia per la Comunità Papa Giovanni XXIII

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Durante l’Angelus di domenica scorsa papa Francesco ha ricordato il viaggio in Myanmar e Bangladesh: “Questa notte sono rientrato dal viaggio apostolico in Myanmar e Bangladesh. Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato con la preghiera, e invito ad unirsi al mio rendimento di grazie al Signore, che mi ha concesso di incontrare quelle popolazioni, in particolare le comunità cattoliche, e di essere edificato dalla loro testimonianza.

E’ impresso in me il ricordo di tanti volti provati dalla vita, ma nobili e sorridenti. Li porto tutti nel cuore e nella preghiera. Grazie tante al popolo del Myanmar e al popolo del Bangladesh!”.

Ed il viaggio papale è stata anche una gioia particolare per l’associazione Papa Giovanni XXIII, perché il pontefice ha ordinato sacerdote uno dei bambini aiutati dalla missione Apg23 in Bangladesh, come ha raccontato la missionaria della comunità, Sara Foschi, nel sito dell’associazione:

“Oggi è sicuramente un giorno speciale per quei giovani bengalesi che sono diventati sacerdoti ricevendo l’ordinazione proprio dalle mani di Papa Francesco. Uno di loro, padre Ripon, era uno dei bambini della parrocchia di Chalna, dove da 18 anni è presente la Comunità Papa Giovanni XXIII. Il piccolo Ripon, insieme a centinaia di altri bambini, non solo cristiani, ma anche indù e musulmani, è stato aiutato per diversi anni grazie ai progetti portati avanti dalla Comunità di don Benzi”.

La missionaria ha vissuto una giornata particolare: “E’ stato bello sentire le parole di riconoscenza che papa Francesco ha rivolto ai bengalesi riguardo alla loro accoglienza nei confronti dei profughi che stanno arrivando dal Myanmar. Tutto ciò sta mettendo a dura prova le condizioni già difficili di questo Paese, uno dei più poveri del mondo. Questo viaggio del papa è importante per il Bangladesh perché, tornando dopo tanto tempo, accende i riflettori su questo Paese dimenticato dai più.

Un Paese che sale alla ribalta solo quando ci sono dei fatti drammatici, come il crollo di quella fabbrica nel 2014 che ha ucciso centinaia di operai, oppure come la strage di luglio 2016 dove sono stati uccisi 9 italiani. Da quell’attentato il Bangladesh sta cercando faticosamente di superare le tensioni grazie al dialogo interreligioso. La presenza di papa Francesco sicuramente rafforza questo dialogo e proprio a causa di questa visita, i primi ministri del Myanmar e del Bangladesh si sono incontrati per cercare di risolvere il dramma dei rifugiati”.

Inoltre Sara Foschi ha raccontato anche la storia di Mohon, un giovane accolto nella Casa Famiglia di Khulna, che ha incontrato il papa ed oggi ha 21 anni e frequenta il College: “E’ arrivato da noi che aveva 4 anni. Aveva visto sua madre morire e il padre si è trovato a dover accudire 3 figli, di cui uno così piccolo.

Aveva vissuto un grosso trauma e pian piano si è aperto con me e insieme siamo riusciti a superarlo. Ora Mohon è tornato a vivere col padre e la famiglia, ma il legame che c’è tra noi è speciale: anche se sono rientrata in Italia da 5 anni, continuiamo a sentirci quasi tutti i giorni”.

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in Bangladesh dal 1999. La missione è situata a Chalna, un piccolo e povero villaggio nella parte sud-ovest del Paese. Ad oggi sono operative 4 case famiglia che accolgono bambini disabili provenienti dagli istituti delle Suore di Madre Teresa, anziani, madri in difficoltà e persone con disturbi psichiatrici e 3 strutture per ex-accolti che hanno creato piccoli nuclei familiari di sostegno e aiuto reciproci. Le persone accolte sono circa 60.

La missione inoltre gestisce una scuola materna, quattro classi e laboratori di terapia occupazionale per disabili ed un doposcuola e copre parte dei costi per la frequenza scolastica degli alunni più poveri che altrimenti non potrebbero andare a scuola. Gli studenti sostenuti sono circa 500. Presso la missione è presente una mensa che serve oltre 1.000 pasti al giorno.

Grazie al progetto latte è distribuito latte in polvere ad oltre 100 bambini in stato di bisogno. Con il progetto sanitario è fornito un contributo per le spese sanitarie alle persone più povere, sostenendole nell’acquisto delle medicine o coprendo i costi delle visite specialistiche. Presso la missione è operativo anche un ambulatorio in cui vengono eseguite semplici medicazioni. Ogni anno sono circa 100 le persone che beneficiano di questo aiuto.

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