Intimidazioni ai cattolici: perchè?

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Una settimana davvero particolare quella vissuta da alcune associazioni cattoliche, che avevano organizzato alcuni incontri sul tema dell’immigrazione, come a Como ed a Ascoli Piceno. Gravi episodi, che colpiscono il cuore del cattolicesimo italiano, da sempre impegnato nella risoluzione dei conflitti per creare un’armonia della società civile.

Così a Como, mercoledì 28 novembre, si stava svolgendo un incontro una riunione del coordinamento di rete ‘Como senza frontiere’, formata da gruppi di impegno civico e di volontariato (molti dei quali vicini alle parrocchie della città o alle congregazioni missionarie, come i Comboniani), nata nell’estate 2016, a partire dall’emergenza umanitaria esplosa nel capoluogo, con un accampamento, nel parchetto della stazione, che arrivò a contare fino a 800 migranti, tutti in attesa di oltrepassare la frontiera verso Nord.

Un impegno di aiuto proseguito nei mesi: in questi giorni, per esempio, gli sforzi sono concentrati sulla ricerca di soluzioni di accoglienza con l’arrivo del freddo. Ebbene un gruppo di esponenti dell’associazione culturale ‘Veneto fronte skinheads’ è entrato nella sala al primo piano dove era in corso la riunione della rete e ha imposto la lettura di un volantino che si concludeva con lo slogan: ‘Basta invasione’.

La rete ‘Como senza frontiere’ ha diramato un comunicato in cui ha sottolineato che le organizzazioni non hanno accettato la provocazione ed hanno ‘accolto’ i provocatori con cortesia e stupore per le nefandezze scritte nel loro documento. Commentando l’accaduto il direttore della Caritas diocesana, Roberto Bernasconi, ha ribadito che la città non può essere rappresentata dall’episodio:

“Abbiamo la certezza che Como, in tutte le sue espressioni ecclesiali e civiche, è ben diversa da quanto accaduto l’altra sera. Il blitz è stato compiuto da una componente assolutamente minoritaria, ma non nascondiamo che il clima generale si fa sempre più complesso… Serve una riflessione condivisa sulle politiche per l’integrazione, il dialogo con l’Europa e le attività di relocation”.

E dopo gli avvenimenti di Como, anche ad Ascoli Piceno si è verificata una irruzione di elementi di estrema destra contro iniziative di confronto sull’accoglienza ai migranti con uno striscione dai contenuti provocatori affisso l’altra notte dai militanti del Blocco studentesco, legato a CasaPound, presso l’Istituto tecnico commerciale per geometri Umberto I del capoluogo marchigiano. Bersaglio della protesta una conferenza sull’immigrazione promossa e tenuta dalle Acli.

‘Acli: l’accoglienza il vostro progetto? Chi scappa dalla guerra non merita rispetto’, questo il contenuto dello striscione. L’incontro, regolarmente svoltosi all’interno dell’istituto, è parte di un progetto interculturale realizzato dai giovani e dal coordinamento donne delle Acli in collaborazione con la Commissione pari opportunità della Regione Marche.

Anche per tale episodio molti gesti di vicinanza ed un commento di preoccupazione da parte di Antonio Russo, responsabile nazionale Acli per il welfare: “Sono episodi preoccupati per il crescere di un clima di intolleranza verso gli stranieri. Siamo di fronte al risveglio di una sopita cultura nazifascista che sarebbe grave minimizzare o, peggio ancora, trattare con sufficienza”.

Roberta Scoppa, presidente provinciale delle ACLI di Macerata, facendo proprie le parole del messaggio di papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ha affermato: “La nostra comune risposta a questi ostili atteggiamenti, si dovrebbe articolare attorno a quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. L’accoglienza e l’incontro tra popoli e culture diverse è l’unica vera possibilità che ci è data promuovendo l’integrazione per costruire comunità coese che saranno così sempre in grado di riconoscere l’umanità come valore universale”.

Infine Fabio Corradini, responsabile provinciale del Welfare delle Acli maceratesi, ha ribadito: “Anche nella nostra provincia le Acli Maceratesi con il nostro Punto Acli Famiglia, aderiscono e promuovono progetti ed iniziative di solidarietà per la promozione dei cittadini italiani e stranieri in difficoltà e favorire la loro integrazione ed inclusione sociale, insieme alla Diocesi di Macerata, alla Caritas Diocesana ad associazioni del terzo settore e ad amministrazioni locali (in particolare Macerata e Tolentino, ma non solo) e Ambiti Sociali Territoriali (in particolare ATS 16 ma non solo).

Mi riferisco al Fondo di Solidarietà al Lavoro, al Progetto ‘Solidarietà in circolo’ dal quale è nato l’Emporio della Solidarietà, al Tavolo comunale permanente ‘Povertà e disagio adulto’ volto all’attuazione di una presa in carico integrata tra pubblico e privato sociale per l’inclusione socio-lavorativa delle persone svantaggiate del comune di Tolentino.

Non abbiamo mai pensato che questo potesse essere un problema anzi, siamo pienamente convinti di rispondere appieno, così facendo, alla nostra ispirazione cristiana ed alle nostre tre storiche fedeltà al lavoro, alla democrazia, alla Chiesa alle quali Papa Francesco nell’udienza del 23 maggio 2015 ci ha invitato a riassumerle tutte in una nuova e sempre attuale: la fedeltà ai poveri”.

Situazioni preoccupanti che fanno arretrare negli anni l’Italia, come altrettanto inquietante è l’immagine apparsa nei giorni scorsi su facebook ai danni di un politico italiano con un brusco ritorno agli ‘anni di piombo’.

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