Rimini ha ricordato don Benzi a 10 anni dalla morte

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A Rimini la Comunità Papa Giovanni XXIII ha ricordato i 10 anni dalla morte del fondatore don Oreste Benzi: ‘Una vita per amare’ è stata una giornata di studi e testimonianze, per approfondire la figura del ‘prete dalla tonaca lisa’ e capire come mai, dopo tanto tempo, le sue sfide sono più vive che mai.

Le sue parole così attuali e rivoluzionarie. Durante il convegno si sono susseguiti video e testimonianze di persone impegnate sul campo, in alcuni ambiti dove don Benzi ha portato la sua lotta contro l’ingiustizia: immigrazione, prostituzione e tratta di esseri umani, conflitti e pace, tossicodipendenza, difesa della vita, disabilità e integrazione.

Il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII ha speso tutta la sua vita a favore degli ultimi. A 12 anni entrò in seminario a Rimini e fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1949. Giovane sacerdote nell’Italia martoriata del dopoguerra, si impegnò da subito a favore dei giovani, cui propone ‘un incontro simpatico con Cristo’.

In quegli anni maturò una fondamentale convinzione: “Noi scoprimmo che è nella preadolescenza che si formano i valori che diventano pressoché definitivi. Allora io vedevo che i ragazzi si incontravano con tanti disvalori e non si incontravano con l’unico valore: Cristo”. Nel 1968 con un gruppetto di giovani e alcuni altri sacerdoti dà vita all’Associazione Papa Giovanni XXIII (Apg23) a sostegno di coloro che nella vita non riuscirebbero a cavarsela da sole. Don Benzi guida l’apertura della prima Casa Famiglia a Coriano, sulle colline riminesi, nel 1972.

Da allora la Comunità Papa Giovanni XXIII si è occupata di tutte le forme della marginalità sociale, ma seguendo sempre la vocazione specifica della condivisione diretta della vita con i poveri e la lotta per la rimozione delle cause delle ingiustizie. Don Benzi ha camminato per 40 anni al fianco degli ultimi in tutta Italia e nei cinque continenti.

Ha aperto centinaia di case famiglia, comunità terapeutiche per tossicodipendenti, centri diurni per disabili, cooperative sociali per ridare un lavoro dignitoso alle persone svantaggiate, case per l’accoglienza dei senza fissa dimora, delle donne vittima di tratta. Ha sempre lottato contro l’aborto, pregando di fronte agli ospedali. Ha promosso missioni nei paesi poveri. Ha accompagnato i giovani nel servizio civile e volontari per la pace nei paesi in guerra.

Negli ultimi anni lo si incontrava lungo le buie strade della prostituzione per chiedere alle donne che si prostituivano ‘Do you love Jesus? Ami Gesù?’. A loro proponeva sempre la liberazione immediata, una nuova speranza. Quella che ancora cercano i tanti poveri lungo le strade delle città. Sempre di corsa. In una mano il rosario, nell’altra il cellulare. Per questo, alla fine della sua vita terrena, papa Benedetto XVI lo definì ‘infaticabile apostolo della carità’.

Don Benzi è stato anche il primo in Italia a lottare contro la cultura della prostituzione e a denunciare la tratta delle donne. E’ riuscito ad affrontare lo scabroso tema della prostituzione, senza moralismi, dal punto di vista delle vittime. Durante il Giubileo del 2000 andò da papa Woytila insieme ad una giovane prostituta nigeriana, che chiese al papa di liberare le ragazze sulla strada: “Papa, sulla strada ci sono molte giovani, ma anche tante bambine. Papa, libera le bambine”. Anna morì pochi mesi dopo.

Con tale incontro don Benzi era riuscito a svelare l’orrore che si cela dietro i finti sorrisi delle donne costrette a prostituirsi. Durante la sua vita riuscì a liberare 6.000 donne vittime di tratta per lo sfruttamento sessuale.

In questa occasione del convegno è stato presentato ‘Il messalino di Pane Quotidiano’ con riflessioni di don Oreste Benzi. Esso è un libretto bimestrale, online o cartaceo, che propone letture, Vangelo del giorno e commento ed è basato sulle meditazioni di Don Oreste Benzi. Nella versione libretto ha un formato tascabile, pensato per la borsetta o la tasca dei pantaloni.

Il numero presentato è una preparazione all’Avvento del Signore: dal primo novembre 2017, festa di tutti i Santi, accompagna fino alla grande luce del Natale, per concludersi con la festa del 31 dicembre della Sacra Famiglia. Infatti don Benzi invitava chi avvicinava ad un incontro ‘simpatico’ con Cristo: “Il bisogno elementare, semplice, presente in tutti gli impulsi umani è il bisogno della felicità, di stare bene sempre, ovunque, con chiunque; bisogno di serenità, di pace, di gioia.

Un uomo è salvo solo se incontra Qualcuno, e se in questa relazione sviluppa la pienezza di sé, se scopre di avere un senso nel mondo. Allora la persona acquisisce un futuro e, soprattutto, si rende conto di far parte di un movimento più vasto: quello dei cristiani, uniti nella costruzione dei cieli nuovi e della Terra nuova in cui regna la giustizia di Dio”.

Don Oreste Benzi si preoccupava sempre di attrarre a sé i giovani: “Le masse giovanili non le avremo mai più con noi, se non ci mettiamo con loro per rivoluzionare il mondo. Ma il vento è favorevole, perché il cuore dei giovani oggi batte per Cristo. Ci vuole chi senta quel battito, chi li organizzi e li porti avanti in una maniera meravigliosa.

Un incontro simpatico con Cristo vuol dire che quel che è in Gesù risuona in noi. Non perdo più tempo: simpatico deriva da sentire insieme, vuol dire coincidere nel sentimento, coincidere l’uno nell’altro. L’incontro con Gesù toglie dalla solitudine”. E la sua spiritualità era quella del povero:

“I nostri ragazzi, i nostri barboni, li andiamo a prendere tutte le sere alla stazione. Sono i soggetti attivi e creativi di umanità. Anche il povero ti diventa simpatico, anche quando ti sputa. Se senti il cuore di Cristo che batte in te, tu diventi simpatico. E’ qui il punto centrale”.

(Foto: Elisa Pezzotti)

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