L’Italia del futuro ha bisogno dei cattolici

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Sabato 16 settembre alla Casa di spiritualità ‘San Girolamo’ di Spello l’Azione Cattolica Italiana ha dato il via alla prima edizione delle ‘Conversazioni a Spello’, con la collaborazione dell’amministrazione comunale della città umbra, per offrire occasioni di dibattito culturale, religioso e sociale. Il presidente della casa editrice ‘Longanesi’, Ferruccio De Bortoli, ha affrontato il tema del compito dei cattolici nella società italiana:

“Senza una discussione meno formale e più approfondita di quello che è accaduto in questi ultimi anni, il mondo cattolico dimostra nei fatti di subire, anziché contribuire a formare secondo gli insegnamenti evangelici, i provvedimenti che una società moderna non può non affrontare”.

Secondo l’ex direttore del Corriere della Sera “Molti cattolici in politica agiscono e pensano poi come se fossero ancora in maggioranza nel Paese. Non lo sono più da tempo. E così si comporta a volte la stessa Chiesa. O perlomeno ha dato l’impressione di crederlo nell’era ruiniana del collateralismo di centrodestra.

Io credo che dalla constatazione realistica di essere minoranza nel Paese e di non dover attendersi atti dovuti dalla società civile, ovvero il riconoscimento di una rendita di posizione storica, possa nascere per il mondo cattolico un nuovo slancio, un rinascimento che, come è scritto nella ‘Evangelii gaudium’ di papa Francesco, consenta di ‘iniziare processi più che possedere spazi’”.

De Bortoli ha proposto di approfondire questi ultimi decenni di presenza cristiana nella società italiana: “Se pensiamo all’intero arco della presenza cattolica in politica (tenendo conto dell’opposizione allo Stato liberale unitario, il non expedit, il patto Gentiloni, pur nella parentesi del Pd di Sturzo), il protettorato di Wojtyla e Ruini, è stato incomparabilmente lungo. E ha avuto come effetto collaterale, come ha scritto opportunamente Franco Monaco, la ‘marginalizzazione del laicato cattolico politicamente impegnato’.

O l’esaltazione di alcune posizioni apparse anche utilitaristiche, come le ripetute investiture di personaggi politici da parte del mondo di Comunione e Liberazione. L’ultimo Meeting di Rimini sembra aver sancito comunque una svolta significativa: senza una discussione meno formale e più approfondita di quello che è accaduto in questi ultimi anni, il mondo cattolico dimostra nei fatti di subire, anziché contribuire a formare secondo gli insegnamenti evangelici, i provvedimenti che una società moderna non può non affrontare”.

Secondo De Bortoli in questi anni i cattolici hanno dato impressione di un ‘ritiro’: “Così la critica all’atteggiamento cattolico di chiusura prevale sul confronto nel merito delle idee. E così si finisce nell’angolo, si è costretti a inseguire. Ecco un’altra domanda. Perché i cattolici danno quasi sempre l’impressione di inseguire, raramente di anticipare l’evoluzione della società dando l’impressione di essere aggrappati al passato?

La riflessione sugli eccessi e sui limiti della globalizzazione appartiene di diritto alla sfera cattolica ma ciò non viene riconosciuto da tutti. Forse anche perché si paga il prezzo di un pregiudizio? Certamente, ma alla formazione del pregiudizio contribuiscono gli stessi cattolici. Il tema del rispetto dell’ambiente oltreché dell’uomo e dei suoi diritti universali è patrimonio indiscutibile della tradizione cattolica.

L’apertura estremamente significativa di Francesco nell’enciclica ‘Laudato sì’ è rimasta confinata alla riflessione colta, non è penetrata, come ci si poteva aspettare, nella pratica quotidiana, ma chi può meglio dei cattolici interpretare questo bisogno ecologico dell’età contemporanea?”

Anche per quanto riguarda il tema immigratorio “il mondo del volontariato cattolico, che è parte prevalente del capitale sociale italiano, autentica ricchezza nascosta del nostro Paese, ha dato e dà un esempio di umanità straordinario. Ma è sbagliato dare l’impressione che nella gestione dei flussi non vi sia un limite, che l’affermazione dello spirito evangelico faccia inevitabilmente premio sul rispetto delle regole. E’ un grande errore, con effetti controproducenti, sottovalutare le paure dei propri concittadini. A volte esagerate, non c’è dubbio. Non vi è stata mai una vera invasione…

Una novità di rilievo è stata la recente presa di posizione del presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, che pur affermando che ‘la cultura della carità è l’antidoto agli egoismo’ e ‘la dignità è sempre in calpestabile e inalienabile’, ha approvato le nuove regole per le ONG nei salvataggi in mare, e ha posto nella sostanza l’opera solidale di valore assoluto dell’accoglienza nell’ambito del rispetto di regole di convivenza civile che sono la premessa perché i diritti di chi viene salvato siano poi garantiti effettivamente”.

L’altro tema collegato alla migrazione riguarda il rapporto con l’Islam ed il direttore della ‘Longanesi’riprende l’esortazione apostolica post sinodale di papa Giovanni Paolo II, ‘Ecclesia in Europa’, “nel quale il santo pontefice proponeva l’esigenza di un rapporto corretto e prudente con l’Islam, avendo coscienza del notevole divario con la cultura europea, che ha profonde radici cristiane.

Il principio della libertà religiosa veniva ovviamente difeso. Ma si sottolineava ‘la frustrazione dei cristiani che accolgono credenti di altre religioni dando loro la possibilità di esercitarlo e si vedono rifiutare l’esercizio del culto cristiano nei loro Paesi’. Questa frase è di grande attualità e segnala il disagio di parte del mondo cattolico che nota non solo la scarsa reciprocità.

Assiste alla persecuzione di chi ha la propria fede in tanti paesi musulmani, e rimane attonito di fronte al silenzio dei Paesi occidentali, alla distrazione o all’imbarazzo di governi formati anche da esponenti cattolici”.

Ed infine ha invitato i cattolici a svolgere un rinnovato ruolo nella politica italiana: “A mio modesto giudizio c’è l’occasione storica di ridare sostanza a un senso di cittadinanza inaridito da nuove forme di egoismo e di individualismo rese devastanti dalla Rete. La difesa dei valori repubblicani, il rispetto delle istituzioni e della loro laicità può essere, come è accaduto anche in passato, una battaglia con i cattolici dei vari schieramenti in prima fila. Ma bisogna parlarsi e trovare nuovi piani di compromesso e non altri motivi di divisione”.

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