La Caritas di Roma contro il gioco d’azzardo

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In Italia è ormai evidente da anni una nuova dipendenza legata al gioco d’azzardo: i dati parlano di una spesa di circa ottantacinque miliardi di euro annui solo per il gioco legale, escluso quello illegale e il gioco online. I problemi creati dalla ‘ludopatia’ non sono solo quelli economici e finanziari e influiscono spesso sul complesso sistema di relazioni della vita quotidiana.

Il tarlo del gioco penetra subdolamente nella vita della persona, in quanto vi sono opportunità dappertutto e il gioco è largamente diffuso e accettato, e perfino massicciamente pubblicizzato, in una sorta di schizofrenia in cui lo Stato da un lato invita al gioco e ne incassa parte dei proventi, dall’altro spende denaro pubblico per ‘disintossicare’ i giocatori compulsivi. Il gioco patologico, inoltre, non travolge il solo giocatore, ma coinvolge tutto l’insieme delle sue relazioni: la famiglia, le amicizie, il lavoro.

Non sembra ci sia la giusta percezione della gravità del problema: il giocatore non è come l’alcolista o il tossicodipendente, che sente sul suo corpo gli effetti del proprio vizio; il gioco d’azzardo non riceve lo stesso stigma sociale, come se non fosse altrettanto socialmente nefasto. Per questo la Caritas di Roma ha promosso un nuovo sussidio sul gioco d’azzardo, ‘Gioco d’azzardo di massa e ruolo delle comunità’ per l’animazione parrocchiale sui rischi del gioco d’azzardo e il contrasto delle ludopatie.

La pubblicazione, 64 pagine con dati, tabelle, grafici e testimonianze, disponibile online, descrive il gioco d’azzardo nei suoi aspetti sociali e normativi, considerando il fenomeno come uno dei prodotti della cultura consumistica e della mercificazione della vita. Al contempo fornisce però una strategia per affrontare le difficoltà che derivano dalla pratica dell’azzardo attraverso lo sviluppo e la cura delle relazioni autentiche, l’ascolto e la vicinanza e proponendo un cammino di revisione di vita da praticare nei gruppi e nelle comunità.

Questo è il percorso che Caritas Roma propone a quanti, laici e religiosi, vogliono impegnarsi nel combattere questa piaga sociale. Un percorso di vicinanza e ascolto comunitario per le persone che sviluppano un comportamento di azzardo problematico ovviamente non va mai disgiunto dagli interventi specialistici terapeutici e medici necessari; per questo, in appendice, sono riportati i servizi che possono essere contattati per la cura del disturbo da gioco d’azzardo a Roma.

Presentando l’opuscolo il direttore della Caritas capitolina, mons. Enrico Feroci, ha mosso critiche contro l’accordo, approvato il 7 settembre dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni, che apre la strada al riordino del sistema del gioco d’azzardo in Italia attraverso la regolamentazione delle ‘caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico’:

“Si tratta di un provvedimento che ci lascia insoddisfatti perché l’intero iter è il continuo richiamo a intese o convergenze, come fosse possibile tenere insieme istanze del tutto inconciliabili: quelle delle grandi società concessionarie che dai giocatori d’azzardo estraggono profitto; quelle dello Stato, che sulla tassazione del gioco d’azzardo fonda una quota esorbitante del proprio bilancio pubblico;

quelle delle amministrazioni locali su cui si scaricano i costi, in primis socio-sanitari ma non solo, dell’offerta e del consumo di gioco d’azzardo; quelle della società civile ed ecclesiale, che rilevano sul campo, spesso direttamente nei volti delle persone e dei familiari colpiti da dipendenza, l’enormità delle ricadute di questo fenomeno.

Una legge che regolamenti il fenomeno non può essere promossa dal solo Ministero dell’Economia e delle Finanze, perché l’azzardo prima di essere una posta di bilancio è l’origine di gravi patologie che investono soprattutto le famiglie più vulnerabili”.

Per questo il direttore della Caritas romana ha espresso un maggior coinvolgimento del Ministero della Salute e delle forze dell’ordine ed una maggiore chiarezza nei provvedimenti contro il gioco d’azzardo: “Allo stesso tempo, come dimostrano indagini delle forze dell’ordine,– si corre il rischio concreto che le concessioni di sale giochi e distribuzione di slot finiscano in mano a organizzazioni criminali per cui occorre coinvolgere nelle politiche quanti ogni giorno contrastano le mafie, come Forze dell’Ordine e magistrati…

Per questo Caritas Roma continuerà a presidiare il dibattito sull’attuazione di queste misure perché, come è stato detto, ciò che si chiedeva al governo era un’inversione di tendenza sul gioco d’azzardo e l’inversione non potrà mai realizzarsi finché l’argomento sarà affrontato salvaguardando i profitti a discapito delle persone. Allo stesso tempo intensificheremo il coinvolgimento delle comunità parrocchiali con iniziative di sensibilizzazione e sussidi come quello che presentiamo oggi”.

Nell’opuscolo si evidenzia che secondo i dati pubblicati dall’ADM il fatturato complessivo del settore gioco d’azzardo nel 2016 è stato di 95 miliardi e 969 milioni di euro ossia 260 milioni al giorno, 3.012 euro al secondo: “Con queste cifre, il nostro Paese è il primo in Europa in consumo di azzardo e tra i paesi che possiedono il triste primato di essere un terreno fertile per la sperimentazione di forme sempre più sofisticate (e pericolose) di azzardo”.

L’opuscolo della Caritas ha elencato la ripartizione economica dei vari giochi d’azzardo: “Per le slot machine e le VLT parliamo nel 2016 di un totale di 49 miliardi e 427 milioni di euro, circa il 50% della spesa totale.

Alla fine dello stesso anno erano attive ed in esercizio ben 407.323 slot machines distribuite in 98.600 punti vendita abilitati, la gran parte dei quali (69.000) sono bar e tabacchi ossia locali che in effetti avevano fino a poco tempo fa finalità ricreative e commerciali tutt’altro che legate all’azzardo e che rendono molto più facile per tutti noi, minori compresi, l’incontro con questa forma pericolosa di consumo. A queste slot machine si aggiungono inoltre 54.266 VLT (erano 52.349 nel 2015).

La seconda tipologia di azzardo che oggi fa perdere più soldi agli italiani sono le lotterie, in particolare quelle istantanee, ossia i gratta e vinci. Nel 2016 questi tagliandini colorati hanno fatturato all’industria dell’azzardo ben 8 miliardi e 962 milioni di euro. A seguire abbiamo il Lotto (8 miliardi), le scommesse sportive (7 miliardi e 500 milioni), il Bingo (1 miliardo e 500 milioni)”.

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