Le invocazioni di don Bosco a Maria Assunta in cielo

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San Giovanni Bosco ha vissuto un’intensa pietà mariana e ha ritenuto la devozione a Maria uno dei cardini spirituali nella vita dei cristiani. Il santo torinese nacque il giorno successivo alla festa dell’Assunta del 1815, fu educato da mamma Margherita all’amore verso la Madre di Dio, di cui ha sempre sottolineato la maternità amabile e sollecita, l’intercessione potente presso Dio.

Nelle Memorie, raccontando la propria formazione, ricorda molti degli aspetti e delle devozioni tipiche della religiosità popolare: rosario in famiglia, Angelus tre volte al giorno, novene e tridui, invocazioni e giaculatorie, consacrazioni, visite ad altari e a santuari, feste mariane (Maternità, Nome di Maria, Madonna del Rosario, Addolorata, Consolata, Immacolata, Madonna delle grazie…).

Nel libretto ‘Il mese di maggio consacrato a Maria SS. Immacolata ad uso del popolo’ (1858), don Bosco ha inquadrato la devozione mariana in un contesto che ha come obiettivo un concreto e serio impegno di vita cristiana vissuta con fervore e amore: “Tre cose da praticarsi in tutto il mese: 1. Fare quanto possiamo per non commettere alcun peccato nel corso di questo mese: sia esso tutto consacrato a Maria. 2. Darsi grande sollecitudine per l’adempimento de’ doveri spirituali e temporali del nostro stato. 3. Invitare i nostri parenti ed amici e tutti quelli che da noi dipendono a prendere parte alle pratiche di pietà che si fanno in onore di Maria nel corso del mese”.

Quindi don Bosco è convinto che Maria interviene come avvocata e mediatrice presso Dio per aiutare a raggiungere quella perduta dignità di figli. Nel libretto ‘Maraviglie della Madre di Dio invocata sotto il nome di Ausiliatrice’ (1868) egli scrive: “Il bisogno oggi universalmente sentito di invocare Maria non è particolare, ma generale; non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, innocenti da conservare.

Queste cose sono sempre utili in ogni luogo, presso qualsiasi persona. Ma è la stessa Chiesa Cattolica che è assalita. E’ assalita nelle sue funzioni, nelle sacre sue istituzioni, nel suo Capo, nella sua dottrina, nella sua disciplina; è assalita come Chiesa Cattolica, come centro della verità, come maestra di tutti i fedeli”.

Tra i tanti racconti del rapporto tra don Bosco e la Madre di Dio, ho scovato nelle ‘Memorie biografiche’ una narrazione, che potrebbe essere di insegnamento anche in questo periodo di grande caldo e di siccità: “Don Bosco con le sue preghiere e la sua efficace predicazione il 15 agosto del 1864 ottenne un’abbondante pioggia sulle arse campagne di Montemagno (Asti).

Da tre mesi un cielo di bronzo negava la pioggia. don Bosco, alla prima predica, disse al popolo: ‘Se voi verrete alle prediche in questi tre giorni, se vi riconcilierete con Dio per mezzo di una buona confessione, io vi prometto una pioggia abbondante’. La sua calda esortazione vinse tutti i cuori. Ma era la Madonna che parlava per bocca di don Bosco. Il giorno della festa di Maria Assunta in Cielo vi fu una comunione generale, tale che da tempo non si era mai più vista.

E don Bosco, in casa del marchese Fassati, era in affanno. Le campane diedero il segno dei vespri e in chiesa cominciò il canto. Don Bosco, appoggiato alla finestra, interrogava il cielo che sembrava inesorabile. Chiamò il sacrestano: ‘Giovanni, andate dietro il castello del barone Garofoli ad osservare come si mette il tempo e se vi è qualche indizio di pioggia. Il cielo è limpido come uno specchio; appena una piccola nuvoletta, quasi l’orma di una scarpa, verso Biella’. Era dunque come ‘la nuvoletta del Carmelo’? Don Bosco sale il pulpito e alle prime parole ecco un rumore di tuono e poco dopo una fitta pioggia batte nelle invetriate. Tutti riconobbero il miracolo”.

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