A Gerusalemme un congresso interreligioso per la Pace

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A luglio, con la partecipazione di personalità delle tre grandi religioni monoteiste, per due giorni, si è svolto a Gerusalemme, presso il Centro Notre Dame, un congresso sul tema del perdono: ‘Guardare oltre la tempesta’.

Al congresso hanno partecipato i responsabili delle tre grandi religioni abramitiche quali il card. Louis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, il dott. Adamou Ndam Njoya, professore all’Univesita di Yaoundè, rabbi Jonathan Henry Sacks, Gran Rabbino emerito di Inghilterra, mons. William Shomali, vicario patriarcale latino per la Giordania, il ministro degli affari religiosi dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Al-Habbash, oltre a tanti altri partecipanti desiderosi di approfondire il senso del concetto di perdono.

Di fronte alla constatazione della violenza quotidiana, in un mondo in cui, come ha sottolineato il card. Tagle, ‘ferire l’altro è diventato uno svago quotidiano’, in particolare in questa terra delle tre religioni monoteiste che è Gerusalemme, i partecipanti hanno tutti convenuto sull’assoluta necessità di inaugurare un strada di vera riflessione circa i mezzi da adottare, nella prospettiva di costruire per il futuro una società meno ferita da conflitti e odio trasmessi da generazione a generazione.

Mons. Shomali ha parlato degli effetti negativi dell’odio e di come la persona che porta rancore sia la prima vittima del suo stesso odio a causa della relazione tra aspetto psichico e fisico della persona. Il perdono diventa allora liberazione e guarigione. L’accento è stato posto sul ruolo cruciale dell’educazione e sulla trasmissione di valori quali la migliore conoscenza reciproca e il dialogo cosa, questa, che contribuirà al progressivo costituirsi di un clima di fiducia e di una via per il perdono.

Mons. Shomali ha sottolineato come “sia davvero necessario educare i bambini al perdono, altrimenti stiamo solo perdendo tempo, perché quando questi bambini diventeranno adulti, trasmetteranno questi valori”. Al termine della conferenza, tutti i partecipanti hanno sottolineato l’aspetto positivo di questo approccio insistendo sul fatto che non è necessario essere tutti d’accordo ma che è necessario continuare il dialogo e mantenere l’obiettivo comune della pace.

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