Dopo 50 anni unire ciò che è diviso

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Il 25 luglio è ricorso il 50^ anniversario della storica visita del beato papa Paolo VI al Fanar, sede del patriarcato ecumenico di Costantinopoli ad Istanbul, e all’allora patriarca Atenagora. Ed in ricorrenza dell’anniversario papa Francesco, in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo, ricevendo la delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, aveva ricordato l’anniversario:

“La vostra presenza mi offre la lieta opportunità di ricordare che quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della visita del beato Paolo VI al Fanar nel luglio del 1967, e della visita del Patriarca Athenagoras, di venerata memoria, a Roma nell’ottobre di quello stesso anno. L’esempio di questi coraggiosi e lungimiranti Pastori, mossi unicamente dall’amore per Cristo e per la sua Chiesa, ci incoraggia a proseguire nel nostro cammino verso la piena unità.

Cinquant’anni fa le due visite furono eventi che suscitarono immensa gioia ed entusiasmo nei fedeli delle Chiese di Roma e di Costantinopoli e contribuirono a far maturare la decisione di inviare delegazioni per le rispettive feste patronali, cosa che continuiamo a fare anche oggi”.

E nell’occasione, l’attuale patriarca ecumenico, Bartolomeo I, ha firmato l’editoriale pubblicato sulla prima pagina de L’Osservatore Romano sotto il titolo ‘Unire ciò che è diviso’. Nella sua riflessione, Bartolomeo ha ricordato sia le parole pronunciate da papa Montini al Fanar, il quale disse ‘Alla luce del nostro amore per Cristo e nel nostro amore fraterno l’uno verso l’altro, stiamo scoprendo sempre più l’identità profonda della nostra fede, mentre i punti sui quali ancora siamo in disaccordo non ci devono impedire di comprendere questa profonda unità’;

sia quelle di Atenagora, che ricordò l’obiettivo principale della visita, ‘di unire ciò che è diviso, con mutue azioni ecclesiastiche, ovunque ciò sia possibile, affermando i punti comuni di fede e di governo, orientando così il dialogo teologico verso l’inizio di una comunità sana, sulle fondamenta della fede e della libertà di pensiero teologico ispirate dai nostri Padri comuni e presenti nelle diverse tradizioni locali’”.

L’attuale patriarca ecumenico ha definito i due capi religiosi come ‘grandi visionari’: “Anche se le loro iniziative non hanno avuto un grande impatto sui media, restano però delle rivoluzionarie pietre miliari per lo sviluppo del cristianesimo. Quello che poteva sembrare solo un piccolo passo nella storia del mondo, alla fine si è rivelato un balzo da gigante nella storia della Chiesa, specialmente in termini di guarigione dello scandalo della divisione tra le due Chiese sorelle di Roma e di Costantinopoli, nuova Roma”.

Infine ha concluso l’articolo ricordato che il dialogo è l’unica forma per continuare a sperare: “Oggi non ci sorprende più apprendere di visite di capi di Chiese ad altre Chiese. Tuttavia, gli scambi e gli incontri tra Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora restano nella memoria e al tempo stesso ci ricordano il potere duraturo della carità e del dialogo.

In un tempo in cui le persone e le nazioni sono tentate di ritirarsi nell’isolamento e nell’esclusione, che sia per ignoranza o per paura degli altri, l’esempio di Paolo e Atenagora è una luce per due città costruite su un monte, da dove risplende per il mondo intero”.

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