Il papa ai cardinali: chiamati non per essere principi, ma servitori

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Nel quarto Concistoro del suo pontificato, papa Francesco ha creato altri cinque nuovi cardinali: mons. Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, Mali; mons. Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona, Spagna; mons. Anders Arborelius (carmelitano scalzo), vescovo di Stoccolma, Svezia; mons. Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, vescovo titolare di Acque nuove di Proconsolare e vicario apostolico di Paksé, Laos; e infine mons. Gregorio Rosa Chávez, vescovo titolare di Mulli ed ausiliare dell’arcidiocesi di San Salvador, El Salvador.

Papa Francesco, nell’allocuzione pronunciata nel corso del Concistoro ha commentato il passo del Vangelo secondo Marco, nel quale Gesù annuncia per la terza volta la sua morte e resurrezione: “Gesù cammina decisamente verso Gerusalemme. Sa bene che cosa lo attende e ne ha parlato più volte ai suoi discepoli. Ma tra il cuore di Gesù e i cuori dei discepoli c’è una distanza, che solo lo Spirito Santo potrà colmare. Gesù lo sa; per questo è paziente con loro, parla loro con franchezza, e soprattutto li precede, cammina davanti a loro”.

Nell’allocuzione papa Francesco ha sottolineato la distanza tra Gesù ed i discepoli: “La realtà invece è tutt’altra, è quella che Gesù ha presente e che guida i suoi passi. La realtà è la croce, è il peccato del mondo che Lui è venuto a prendere su di sé e sradicare dalla terra degli uomini e delle donne. La realtà sono gli innocenti che soffrono e muoiono per le guerre e il terrorismo; sono le schiavitù che non cessano di negare la dignità anche nell’epoca dei diritti umani; la realtà è quella di campi profughi che a volte assomigliano più a un inferno che a un purgatorio; la realtà è lo scarto sistematico di tutto ciò che non serve più, comprese le persone”.

Gesù è ben attento alla realtà, ‘alla Croce’, che ‘apre i suoi passi’ verso Gerusalemme: “E’ questo che Gesù vede, mentre cammina verso Gerusalemme. Durante la sua vita pubblica Egli ha manifestato la tenerezza del Padre, risanando tutti quelli che erano sotto il potere del maligno (cfr At 10,38). Adesso sa che è venuto il momento di andare a fondo, di strappare la radice del male, e per questo va risolutamente verso la croce”.

Da qui papa Francesco ha invitato i cardinali a camminare sulla strada percorsa da Gesù: “Anche noi, fratelli e sorelle, siamo in cammino con Gesù su questa strada. In particolare mi rivolgo a voi, carissimi nuovi Cardinali. Gesù ‘cammina davanti a voi’ e vi chiede di seguirlo decisamente sulla sua via. Vi chiama a guardare la realtà, a non lasciarvi distrarre da altri interessi, da altre prospettive. Lui non vi ha chiamati a diventare ‘principi’ nella Chiesa, a ‘sedere alla sua destra o alla sua sinistra’. Vi chiama a servire come Lui e con Lui.

A servire il Padre e i fratelli. Vi chiama ad affrontare con il suo stesso atteggiamento il peccato del mondo e le sue conseguenze nell’umanità di oggi. Seguendo Lui, anche voi camminate davanti al popolo santo di Dio, tenendo fisso lo sguardo alla Croce e alla Risurrezione del Signore”.

Dopo la breve allocuzione del papa si è svolto il rito per la creazione dei nuovi cardinali con l’imposizione dello zucchetto e della berretta cardinalizia, la consegna dell’anello cardinalizio, l’assegnazione del Titolo o della Diaconia e la consegna della Bolla di creazione cardinalizia. Ed al termine del Concistoro, il papa insieme ai nuovi cardinali si sono recati in visita dal papa emerito Benedetto XVI, nel convento ‘Mater Ecclesia’ in Vaticano.

All’inizio della celebrazione nel saluto a papa Francesco mons. Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona ha detto che il nuovo ‘abito’ non sia motivo di vanto: “Da parte nostra scaturisce dal profondo del cuore la preghiera paolina: Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità.

Veramente tutto è grazia, e tutto abbiamo ricevuto gratuitamente. Ed è per questo che vogliamo riconsegnare tutto, spendere tutta la nostra vita gratuitamente, fare di essa un’oblazione eucaristica al Padre di ogni misericordia in Cristo nello Spirito”.

Il neo cardinale ha ribadito di essere al servizio della Chiesa della misericordia: “Non vogliamo essere una Chiesa autoreferenziale; vogliamo essere una Chiesa pellegrina per le strade del mondo alla ricerca di tutti quanti, mescendo nei loro cuori il balsamo della letizia e della pace, asciugando le lacrime di tanti e sollevando la loro speranza avverata definitivamente nella riconciliazione procurataci dal Figlio di Dio”.

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