Mons. Todisco ritorna ad essere missionario

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Dopo 14 anni il vescovo della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, mons. Gianfranco Todisco, ritorna ad essere missionario, come aveva chiesto a novembre a papa Francesco con una lettera: “non ho mai sognato né desiderato questo incarico. L’ho accettato, perché ho sempre visto nelle decisioni dei superiori la volontà di Dio”.

E dopo alcuni mesi papa Francesco ha accolto il desiderio del vescovo di ritornare ad essere missionario, come comunicato dallo stesso a tutta la comunità cristiana della diocesi: “Carissimi, immagino il vostro stato d’animo nell’apprendere la notizia del mio ritorno in missione e, di conseguenza, della mia rinuncia a Vescovo di questa diocesi, che per 14 anni è stata la mia nuova famiglia che papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, mi ha affidato”.

Nella lettera ha scritto che ha voluto vivere il proprio ministero episcopale con spirito missionario, ma il ‘richiamo’ ad evangelizzare è stato forte: “L’essere stato per oltre 10 anni membro della Commissione Episcopale per l’Evangelizzazione e la Cooperazione tra le Chiese, mi ha dato la possibilità di incontrare tanti missionari e missionarie italiani in diverse parti del mondo. Purtroppo, anno dopo anno, il loro numero si è andato sempre più assottigliando, e le forze fisiche affievolendosi, senza il ricambio di energie più fresche”.

Nella lettera ha raccontato la sua esperienza di missionario nel mondo: “Se al ritorno a Melfi mi sentivo ricaricato dalla testimonianza gioiosa di tante sorelle e fratelli che, nonostante il passare degli anni, continuavano a restare sulla breccia, aumentava la mia inquietudine di ‘tornare in missione, anche da semplice presbitero”.

Infine mons. Todisco ha chiarito che la decisione non è frutto di attriti con il clero locale, soprattutto dopo la ‘riforma’ da lui adottata per i ‘padrini’ e le ‘madrine’ nei sacramenti: “Qualcuno potrebbe pensare che, dietro questo mio desiderio di tornare in missione, si nasconda qualche altra motivazione legata a difficoltà, insoddisfazioni o desiderio di ‘cambiare aria’.

Nulla di tutto ciò. Il vero ed unico motivo della mia richiesta a papa Francesco è stato sempre lo stesso: dedicare alla missione tutte le mie energie che, nonostante l’età, sono ancora buone e possono ancora fare tanto bene”. Ed infine ha chiesto ai propri fedeli di vivere nella pienezza l’adesione a Gesù Cristo:

“Vivere con gioia la nostra adesione a Lui, avendo sempre nel cuore il desiderio di far trasparire, nelle parole e nei gesti, la gioia del Vangelo, ‘che riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù’. Con l’affetto di sempre”.

I vescovi lucani hanno ringraziato mons. Todisco per il contributo di comunione offerto in questi anni: “I Vescovi esprimono altresì il senso di grato stupore per la decisione di mons. Todisco di voler ritornare con rinnovata generosità al servizio missionario rimettendosi nella mani del Santo Padre, laddove ci sarà maggiormente bisogno.

Infine, auspicano per le comunità della Regione la nascita e la crescita di vocazioni alla vita consacrata, sacerdotale e missionaria perchè sia annunciato alle genti il Vangelo della Vita nella luce del Signore Risorto”.

Mons. Todisco nello scorso febbraio aveva scritto un decreto vescovile in cui proponeva dal prossimo settembre che la comunità si facesse carico di seguire coloro che ricevono i sacramenti e non più i padrini e le madrine, in quanto si assiste ad una perdita dei valori cristiani:

“Tale criticità richiede un urgente rinnovamento della pastorale che coinvolga innanzitutto i genitori, primi educatori nella fede dei loro figli, e della comunità cristiana che, attraverso la catechesi permanente, accompagni il cristiano ad approfondire e vivere la propria adesione a Cristo nella Chiesa”.

Mons. Todisco, in base al Codice canonico, ha voluto affidare, ‘ad experimentum’ per i prossimi tre anni, tale compito a tutta la comunità cristiana: “Il ruolo svolto dai padrini e dalle madrine verrà assunta dall’intera comunità ecclesiale di cui fanno parte i genitori, i quali con la stessa si fanno carico di accompagnare il cammino di fede del battezzato o del cresimato. In fattispecie nelle comunità parrocchiali sarà il catechista a presentare il candidato e garantirne la formazione ed il sostegno”.

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