Norcia in festa per san Benedetto, patrono d’Europa

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Martedì 21 marzo Norcia ha celebrato la festa di san Benedetto all’interno delle mura cittadine, dopo le terribili scosse del terremoto del 30 ottobre scorso che hanno distrutto gran parte dei centri abitati della Valnerina: non nella chiesa, dedicata al patrono d’Europa, ma nella piazza della città umbra dove c’è la statua in marmo di san Benedetto, ‘miracolosamente’ integra, dinanzi alla facciata ingabbiata di quella che era la basilica edificata sul luogo di nascita del santo e della sua gemella Scolastica.

Nell’omelia della celebrazione eucaristica l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, ha sottolineato il valore dell’eredità culturale del santo: “L’eredità benedettina non si esaurisce nel quadro storico, seppur importante e decisivo, della nascita dell’Europa e delle sue radici cristiane, ma offre anche all’uomo contemporaneo validi e concreti punti di riferimento in ordine alla vita personale e comunitaria”.

Ha ricordato il motivo per cui papa Paolo VI nominò il santo patrono d’Europa nel 1964: “Il Pontefice motivò tale proclamazione in questi termini: ‘Nel momento in cui, ormai al tramonto, l’Impero Romano crollava, mentre alcune regioni d’Europa sembravano precipitare nelle tenebre e altre erano ancora prive di civiltà e di valori spirituali, fu lui che, con impegno vigoroso e infaticabile, si adoperò perché su questo nostro continente sorgesse l’alba di un nuovo giorno’.

Il cammino del vecchio continente, infatti, scosso dal crollo di istituzioni secolari, dall’invasione di nuovi popoli e dalla decadenza morale, veniva illuminato dalla presenza dei monaci che si ispiravano alla Regola di san Benedetto e l’Europa, gradualmente, costruiva la sua identità proprio attorno ai valori di ‘unità e civiltà’ vissuti nei monasteri, prima ancora che questi stessi valori venissero teorizzati”.

Ed ecco allora che la regola benedettina ritorna utile per l’Europa del XXI secolo: “Non sarà inutile allora, anche per l’Europa di oggi, porsi attentamente in ascolto della sapienza di Benedetto e riascoltare il suo messaggio. E proprio per fedeltà alla persona umana, al suo superiore destino, ai suoi diritti e ai suoi doveri, noi ci attendiamo che quanti reggono le sorti dei popoli si rendano attenti e sensibili a quanto fa bella e buona la vita di tutti, iniziando col promuovere e difendere l’istituzione familiare costituita dall’unione stabile di un uomo e di una donna, aperti ad assumersi la responsabilità genitoriale e ad assicurare ai bambini l’indispensabile presenza di un papà e di una mamma”.

Il vescovo ha invitato i legislatori a non cedere alle mode del momento, che vogliono ‘annientare’ l’istituzione familiare: “Anche nel nostro Paese, purtroppo, questi che sono da sempre i principi fondamentali del vivere comune e garantiscono alle giovani generazioni un’educazione sana ed equilibrata, sembrano essere seriamente minacciati, quando il desiderio di qualcuno pretende di essere riconosciuto come diritto garantito dalla legge e quando i tribunali si sostituiscono ai legislatori, esercitando un pressing giudiziario e mediatico che rischia di diventare, o forse è già diventata, una vera dittatura culturale”.

Poi ha posto una domanda: forse la nostra sta diventando una società decadente come quella dei tempi di san Benedetto? L’arcivescovo spera di no ed ha invitato a guardare all’esempio e all’insegnamento del Santo, specialmente in questo tempo di ricostruzione post sisma:

“Il Santo Patriarca è stato un grande ricostruttore. Anche noi dobbiamo ricostruire: le ferite del recente terremoto sono ancora sanguinanti e ci vorrà tempo perché si mutino in cicatrici. In questo percorso, non sempre facile e spedito, l’amicizia e la solidarietà di tanti, però, costituiscono per noi come l’olio della consolazione e il vino della speranza”.

Ma solo la ricostruzione fisica dei luoghi non è sufficiente; occorre anche provvedere alla ricostruzione interiore dell’uomo e della società: “Come cristiani, non vogliamo far mancare a questa ‘impresa’ il nostro contributo generoso e responsabile. E lo facciamo richiamando con forza quell’ideale di umanesimo cristiano che san Benedetto ha incarnato e che può essere ancora oggi fecondo di frutti.

Sentiamo di doverlo fare impegnandoci in una vita seria e coerente, nella promozione della giustizia e della pace, nella ricerca del bene di tutti, nell’accoglienza senza discriminazioni, nell’attenzione fatta di ascolto e di aiuto a chi è nel bisogno morale e materiale. Perché crediamo che la legge morale iscritta nel cuore dell’uomo e i valori del Vangelo devono continuare a costituire i pilastri di una politica volta al bene dell’uomo”.

Ed ha rivolto un appello ai presidenti dei gruppi dell’Europarlamento, in visita a Norcia venerdì 24 marzo, nell’ambito delle celebrazioni del 60° anniversario del Trattato di Roma, a non abbandonare il sogno dei padri fondatori: “E’ un’occasione propizia affinché quanti sono stati eletti a Bruxelles e a Strasburgo confermino il sogno europeo e si domandino se il progetto che stanno realizzando rimane fedele all’intuizione dei padri fondatori, che hanno voluto edificare l’Unione Europea su una base non individualistica e materialista bensì di ordine culturale e spirituale.

L’intercessione di san Benedetto ottenga a loro e a noi la giusta ispirazione e la sapienza necessaria affinché, con il contributo di tutti, l’Europa ritrovi la sua anima, il senso della sua storia e la sua vera identità”.

Ed in occasione della festività il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Junker, ha scritto una lettera al vescovo di Norcia in risposta ad una precedente missiva di ringraziamento per l’impegno per la ricostruzione della Basilica di san Benedetto:

“Sono profondamente convinto che la ricostruzione della Basilica di S. Benedetto sia non solo un segno doveroso di solidarietà da parte dell’Unione nei confronti della comunità di Norcia e dell’intera Regione Umbria ma anche un’azione emblematica della necessità di ricostruire il patrimonio culturale, sociale e storico del territorio come premessa per la piena ripresa della attività economica nelle zone colpite dal terremoto”.

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