Card. Bagnasco: la Chiesa opera per la crescita dell’Italia

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Nei giorni scorsi a Roma si è riunito il consiglio permanente della Cei, presieduto dal card. Angelo Bagnasco, confermato dal Papa alla guida della CEI fino all’Assemblea Generale di maggio prossimo: “Presiedere la nostra Conferenza è certamente un compito, ma è innanzitutto una grazia.

Richiede l’umiltà che non si compiace, ma serve e rende capaci di ascoltare veramente i Confratelli, nel segno della stima sincera e della reciproca fiducia, per tentare delle sintesi limpide e alte. Per questo chi presiede non ha bisogno di avere un proprio programma, ma, in spirito di cordiale obbedienza, accoglie prontamente le indicazioni del Papa, Primate d’Italia, e, insieme ai Confratelli e al vissuto delle Comunità, le declina al meglio per le nostre Chiese.

Sapendo anche che, quanto più la Comunità cristiana è viva e vitale, tanto più è fermento benefico per la società intera. All’umiltà e all’obbedienza si accompagna la discrezione”.

L’arcivescovo di Genova in apertura ha ringraziato papa Francesco per aver prorogato i termine della sua presidenza ‘in modo da giungere alla prossima Assemblea generale’, che avrà a tema la questione educativa e l’azione pastorale a fianco ai giovani. Al centro della prolusione del presidente sono stati il lavoro e la famiglia:

“Nel Paese si registrano segnali positivi centrali e periferici, e questo genera fiducia. Ma l’affanno della gente permane: è l’affanno per mantenere la propria famiglia ogni giorno, poiché le esigenze primarie non ammettono rimandi a tempi migliori. La prima e assoluta urgenza resta ancora il lavoro: sono ormai lunghi anni che il problema taglia la carne viva di persone – adulti e giovani – e di famiglie.

La vita della gente urla questa sofferenza insopportabile: deve avere la sicurezza nei fatti che questo grido è ascoltato e preso in seria e diuturna considerazione. Sarebbe nefasto che nei luoghi della responsabilità la voce dei disoccupati e dei poveri arrivasse flebile e lontana. Semplificare le realtà difficili e complesse non è giusto: questo approccio genera populismo facile e superficiale, spesso urlato, a volte paludato, comunque ingannatore e inconcludente, e seriamente pericoloso!

Altrettanto lo sono anche le scorciatoie a cui sempre più italiani ricorrono nell’illusione di risolvere crisi e problemi economici: si pensi ai 260 milioni di euro che ogni giorno in Italia si buttano nel gioco d’azzardo, distruggendo capitali e, più ancora, persone e relazioni”.

Però nonostante la politica mostri un certo affanno il card. Bagnasco non rinuncia a sottolineare che essa è la più grande opera di carità: “Con questo, non rinunciamo a riconoscere nella politica una forma alta di carità, cioè di servizio al popolo, attenta ad affrontare questioni quali il lavoro, la famiglia, i giovani, l’inverno demografico. C’è bisogno di politica autentica, di pace istituzionale, ed è qualunquista ghigliottinare lo Stato.

Nel recente Convegno delle Chiese del Sud, è emerso che nel nostro splendido Meridione la disoccupazione giovanile è arrivata al 57%, mentre la media italiana è del 40%: ogni anno emigrano dal nostro Paese circa trentamila giovani in cerca di fortuna! Se si considera che per portare un figlio da zero a 18 anni sono necessari mediamente 171.000 euro, si comprende quale capitale si impieghi, oltre le energie spirituali, morali e sociali, per preparare giovani che porteranno la loro formazione e competenza fuori dall’Italia.

Altro fenomeno che sembra essere sconosciuto, riguarda coloro che, non avendo un impegno di studio né un’occupazione, si rinchiudono in casa creandosi un mondo virtuale: in Italia si stima che siano almeno 6.000. Eppure, il 92% dei giovani dichiara il desiderio di farsi una propria famiglia e di avere due o più figli: è uno straordinario dato di fiducia, reso purtroppo vano dalla mancanza di lavoro stabile”.

Un altro nodo affrontato riguarda la decrescente natalità, vero problema della crisi italiana, chiedendo l’applicazione del ‘fattore famiglia’: “Legata alla questione del lavoro, sta crescendo la preoccupazione per la continua decrescita demografica: nel 2015 le nascite erano 486.000, nel 2016 c’è stato il nuovo record negativo di 474.000 (- 2,4%), tenendo conto anche dei bambini nati da famiglie di immigrati, mentre l’età media risulta crescere in maniera sensibile. Esiste una incisiva politica che incoraggi e sostenga la natalità?

Sempre più siamo convinti che, oltre al lavoro, sia urgente incidere su una fiscalità più umana, e chiediamo di giungere al cosiddetto ‘fattore famiglia’ che le Associazioni, a partire dal Forum delle Famiglie, propongono da anni. Un dato interessante riguarda le famiglie cosiddette numerose, cioè con quattro figli e oltre: in Italia sono 150.000, mentre quelle con almeno tre figli sono circa un milione. La comune testimonianza è che i figli rigenerano i genitori!”

Quindi solo riscoprendo la ‘bellezza’ della famiglia’ ci potrà essere un vero progresso: “La bellezza e la necessità della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, non verranno mai meno, anche se un certo pensiero unico continua a denigrare l’istituto familiare e a promuovere altri tipi di unione, che non sono paragonabili in ragione delle peculiarità specifiche della famiglia, a partire dalla valenza educativa per i figli e dall’importanza vitale che la famiglia costituisce per il tessuto sociale.

Veramente non si comprende, al di fuori di una visione ideologica, la costante e crescente azione per screditarla e presentarla come un modello superato o fra altri, tutti equivalenti”. Poi è arrivata la critica su alcune leggi che intendono relegare in secondo piano il ruolo materno:

“Essere genitore è una cosa buona e naturale, ma non a qualunque condizione e a qualunque costo. Una violenza discriminatoria viene esercitata anche verso le donne con la pratica della maternità surrogata, comunemente chiamata ‘utero in affitto’. In questo caso, avviene una duplice ingiustizia: innanzitutto è violata la Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959), che recita:

‘Salvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre’. Inoltre, sono negati i diritti delle madri surrogate, che diventano madri nascoste, anzi inesistenti, dopo essersi sottoposte –spinte per lo più dalla povertà– ad una nuova forma di colonialismo capitalistico: si commissiona un bambino, potendosi servire anche di elenchi –si fa fatica perfino a dirlo– di ‘cataloghi’ che indicano paesi, categorie di donne, opzioni e garanzie di riuscita del ‘prodotto’ che, se non corrisponde, viene scartato”.

Infine ha sottolineato l’impegno della Chiesa italiana nell’accoglienza ai migranti, attraverso i corridoi umanitari: “Continua l’attenzione e l’impegno solidale del nostro Paese verso i flussi di tanta povera gente che fugge da guerra, fame, persecuzione religiosa ed etnica, alla ricerca di un futuro migliore. Sembrano essere in atto tentativi di cooperazione concreta che mirano a incentivare, in modo proporzionato e garantito, lo sviluppo e la pace in Paesi che si trovano da anni in gravi difficoltà. Su questo sfondo, si colloca anche l’azione della nostra Chiesa”.

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