Nella diocesi di Udine la Quaresima è un tempo favorevole

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“Stiamo iniziando i quaranta giorni della Quaresima che la Chiesa definisce ‘tempo favorevole’ per mettere ordine nella nostra vita e, specialmente, nella stanza interiore della nostra coscienza”: così ha scritto l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nel messaggio quaresimale alla diocesi.

L’arcivescovo parte ricordando che ogni tanto occorre rassettare la casa: “di tanto in tanto sentiamo l’esigenza di fare una pulizia generale in casa passando a fondo, con detersivi adatti, tutti gli ambienti e rimettendo in ordine ogni cosa. Quando l’abitazione è pulita e ordinata si vive meglio e più serenamente”. Però, oltre la casa ‘esteriore’ occorre anche sistemare una casa, in cui si vive quotidianamente, che Gesù chiama ‘camera segreta’:

“In essa abitiamo solo noi e l’unico che la visita con il suo sguardo penetrante è Dio che vede nel segreto dell’uomo (Mt 6, 6). In questa stanza, che chiamiamo anche ‘cuore’ o ‘coscienza’, custodiamo i nostri pensieri, desideri, sentimenti, paure, affetti, istinti”. E l’occasione favorevole per fare le pulizie, per il vescovo Mazzocato, è quello quaresimale: “Sentiamo mai il bisogno di fare pulizia e di mettere ordine anche dentro la nostra camera segreta? Ci accorgiamo che questa è la condizione per essere più sereni con noi stessi e con gli altri?.. In casa nostra sappiamo come pulire e riordinare le varie stanze. Sappiamo mettere ordine anche dentro il nostro cuore?

Sappiamo da dove si comincia e quali strumenti usare?” Le domande non devono scoraggiare, ma servono ad acquisire consapevolezza che occorre acquisire alcune indicazioni per il governo di una casa, come ha sottolineato papa Francesco nel messaggio ‘La Parola è un dono. L’altro è un dono’, con l’aiuto di una lettura attenta della Sacra Scrittura:

“Ho pensato di rivolgervi questo messaggio quaresimale per condividere con voi alcune indicazioni che a me sono molto utili per tenere in ordine la mia stanza interiore… Ecco la prima indicazione che ci offre la parabola: la necessità di meditare la parola che Dio ha rivelato per mezzo di Mosè e dei profeti e, alla fine, per mezzo di Gesù. Se quel ricco avesse ascoltato la Parola di Dio non avrebbe sbagliato completamente l’impostazione della sua vita. Il Vangelo è come la mappa che ci guida nelle scelte della vita e, prima ancora, ci insegna ad entrare in noi stessi e a mettere ordine ai nostri pensieri, desideri, bisogni”.

Di conseguenza una seconda indicazione che il vescovo coglie dalla lettura del messaggio papale riguarda la nostra vita: “La parabola, poi, ci ricorda che la nostra esistenza è divisa in due tempi, separati tra loro dal passo misterioso della morte. Preso dai divertimenti il ricco si era dimenticato che anche per lui sarebbero finiti i giorni della vita terrena e si sarebbe trovato dentro un’altra vita che, a differenza della prima, sarebbe durata per sempre.

Se si fosse ricordato che lo aspettava il giudizio finale di Dio e la vita eterna, non avrebbe sprecato le sue giornate pensando solo al proprio benessere, senza un minimo di compassione per chi stava peggio di lui. Capita anche a noi di vivere dimenticando che stiamo andando verso la morte oltre la quale si aprirà il secondo atto della nostra vita? Gesù, ci ricorda che ci troveremo a faccia a faccia davanti a lui per il giudizio finale sulla nostra esistenza terrena il quale ci introdurrà ad una condizione eterna di gioia o di tormento (Mt 25, 31-46)”.

Infine, una volta presa coscienza della vita, il vescovo chiede un cambio di mentalità, una conversione per vedere il mondo con occhi ‘nuovi’: “Pensando solo a se stesso il ricco era diventato cieco. Dice il Papa che Lazzaro per lui era come ‘invisibile’. Dentro la stanza interiore della coscienza di quel ricco c’era un enorme disordine di bisogni, istinti, voglie, vizi che cercava di soddisfare in ogni modo.

Questo egoismo aveva accecato il suo cuore per cui non vedeva il povero accasciato alla sua porta; o meglio, non gli interessava vederlo.
Aggiunge papa Francesco: ‘Quando non esiste che il proprio io, le persone che ci circondano non entrano nel nostro sguardo’. Solo purificando la nostra coscienza noi torniamo a vedere con gli occhi e col cuore il fratello che elemosina il nostro aiuto”.

E con tale prospettiva di vivere la Quaresima come ‘tempo favorevole’ la diocesi di Udine ha proposto anche una campagna quaresimale, dedicata alla Siria: ‘Siria. Scuola per un futuro di pace, riportiamo i bambini dalle bombe ai banchi’, per raccogliere fondi a sostegno dell’ ‘Oak Shelter’ (il rifugio della quercia), uno dei centri gestiti da Caritas Libano a Beirut per accogliere siriani in condizione di vulnerabilità, e in particolare mamme con bambini, scappati dalla guerra e vittime di violenza domestica. L’Oak Shelter è dunque un centro protetto, con una capienza massima di 60 posti, all’interno del quale le famiglie vivono per un periodo di tempo tra i tre e i sei mesi.

Nello specifico il progetto si rivolge ai bambini siriani ospiti della struttura, che sono preparati ad un futuro inserimento nelle scuole libanesi. Si può contribuire alla Campagna grazie al conto corrente postale n° 65921272 intestato a: Associazione Missiòn ONLUS; oppure grazie al conto corrente bancario presso: Banca Etica – Succursale di Treviso / Viale 4 Novembre n.71 (31100 – Treviso), intestato a: Associazione Missiòn ONLUS – IBAN: IT60 I050 1812 0000 0000 0115 995.

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