Papa Francesco: Quaresima è cammino di libertà

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Con la celebrazione del rito del mercoledì delle ceneri la Chiesa cattolica inizia il periodo della quaresima; papa Francesco lo ha celebrato nella basilica di santa Sabina all’Aventino, imponendo le ceneri.

Nella prima lettura il profeta Gioele ha invitato il popolo a ritornare a Dio e nell’omelia papa Francesco ha invitato tutti in questo tempo di grazia che è la Quaresima a ‘ritornare al cuore misericordioso del Padre’:

“Anche noi vogliamo farci eco di questo appello, vogliamo ritornare al cuore misericordioso del Padre. In questo tempo di grazia che oggi iniziamo, fissiamo ancora una volta il nostro sguardo sulla sua misericordia. La Quaresima è una via: ci conduce alla vittoria della misericordia su tutto ciò che cerca di schiacciarci o ridurci a qualunque cosa che non sia secondo la dignità di figli di Dio.

La Quaresima è la strada dalla schiavitù alla libertà, dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita. Il gesto delle ceneri, con cui ci mettiamo in cammino, ci ricorda la nostra condizione originaria: siamo stati tratti dalla terra, siamo fatti di polvere”. Quaresima è il tempo per ribadire la strada verso la vita ed uscire dall’asfissia, che anestetizza il ‘cuore’:

“Il soffio della vita di Dio ci libera da quella asfissia di cui tante volte non siamo consapevoli e che, perfino, ci siamo abituati a ‘normalizzare’, anche se i suoi effetti si fanno sentire; ci sembra normale perché ci siamo abituati a respirare un’aria in cui è rarefatta la speranza, aria di tristezza e di rassegnazione, aria soffocante di panico e di ostilità…

La Quaresima è il tempo di dire no; no all’asfissia di una preghiera che ci tranquillizzi la coscienza, di un’elemosina che ci lasci soddisfatti, di un digiuno che ci faccia sentire a posto. Quaresima è il tempo di dire no all’asfissia che nasce da intimismi che escludono, che vogliono arrivare a Dio scansando le piaghe di Cristo presenti nelle piaghe dei suoi fratelli: quelle spiritualità che riducono la fede a culture di ghetto e di esclusione”.

Quindi liberati dall’asfissia, Quaresima è anche un tempo per ritornare a respirare: “Quaresima è il tempo per tornare a respirare, è il tempo per aprire il cuore al soffio dell’Unico capace di trasformare la nostra polvere in umanità. Non è il tempo di stracciarsi le vesti davanti al male che ci circonda, ma piuttosto di fare spazio nella nostra vita a tutto il bene che possiamo operare, spogliandoci di ciò che ci isola, ci chiude e ci paralizza.

Quaresima è il tempo della compassione per dire con il salmista: ‘Rendici [Signore,] la gioia della tua salvezza, sostienici con uno spirito generoso’, affinché con la nostra vita proclamiamo la tua lode (cfr Sal 51,14), e la nostra polvere – per la forza del tuo soffio di vita – si trasformi in ‘polvere innamorata”.

In mattinata, nell’udienza generale, papa Francesco aveva detto che la Quaresima è un tempo di speranza: “In effetti, questa prospettiva è subito evidente se pensiamo che la Quaresima è stata istituita nella Chiesa come tempo di preparazione alla Pasqua, e dunque tutto il senso di questo periodo di quaranta giorni prende luce dal mistero pasquale verso il quale è orientato.

Possiamo immaginare il Signore Risorto che ci chiama ad uscire dalle nostre tenebre, e noi ci mettiamo in cammino verso di Lui, che è la Luce. E la Quaresima è un cammino verso Gesù Risorto, è un periodo di penitenza, anche di mortificazione, ma non fine a sé stesso, bensì finalizzato a farci risorgere con Cristo, a rinnovare la nostra identità battesimale, cioè a rinascere nuovamente ‘dall’alto’, dall’amore di Dio.

Ecco perché la Quaresima è, per sua natura, tempo di speranza”. La Quaresima è il tempo dell’esodo per camminare verso la libertà; è un ‘cammino nella speranza’: “La Pasqua di Gesù è il suo esodo, con il quale Egli ci ha aperto la via per giungere alla vita piena, eterna e beata. Per aprire questa via, questo passaggio, Gesù ha dovuto spogliarsi della sua gloria, umiliarsi, farsi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

Aprirci la strada alla vita eterna gli è costato tutto il suo sangue, e grazie a Lui noi siamo salvati dalla schiavitù del peccato. Ma questo non vuol dire che Lui ha fatto tutto e noi non dobbiamo fare nulla, che Lui è passato attraverso la croce e noi ‘andiamo in paradiso in carrozza’. Non è così. La nostra salvezza è certamente dono suo, ma, poiché è una storia d’amore, richiede il nostro ‘sì’ e la nostra partecipazione al suo amore, come ci dimostra la nostra Madre Maria e dopo di lei tutti i santi”.

Per questo, ha concluso il papa, la Quaresima è un ‘segno sacramentale’: “Un cammino certo impegnativo, come è giusto che sia, perché l’amore è impegnativo, ma un cammino pieno di speranza. Anzi, direi di più: l’esodo quaresimale è il cammino in cui la speranza stessa si forma.

La fatica di attraversare, tutto questo vale a forgiare una speranza forte, salda, sul modello di quella della Vergine Maria, che in mezzo alle tenebre della passione e della morte del suo Figlio continuò a credere e a sperare nella sua risurrezione, nella vittoria dell’amore di Dio”.

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