Save the Children: in Europa 1 adolescente su 5 escluso da opportunità formative

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Nel corso di una tavola rotonda sulla povertà educativa in Europa e in Italia, a Milano è stato presentato il rapporto di Save the Children: ‘Sconfiggere la povertà educativa. Fino all’ultimo bambino’, da cui è emerso che più di 26.000.000 di bambini e ragazzi, in Europa, sono a rischio povertà o esclusione sociale.

Una delle conseguenze più gravi di questa condizione è la povertà educativa, che riguarda 1 adolescente europeo su 5, privato della possibilità di costruirsi un futuro ricco di opportunità. Presentando il rapporto Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, ha affermato:

“Mentre in Italia si discute delle scarse performances scolastiche dei nostri studenti, con la lettera di 600 insegnanti che ne hanno lamentato livelli di insufficienza in lettura e scrittura, non bisognerebbe mai dimenticare quanto le condizioni di povertà vissute dai bambini e dalle loro famiglie possano incidere in maniera determinante sulle opportunità educative e formative dei minori e sul pieno sviluppo delle loro potenzialità future.

Spesso questi bambini e ragazzi non hanno la possibilità di fare i compiti in un luogo adeguato, non possono permettersi di fare sport né di svolgere attività culturali, come andare al cinema, al teatro o a una mostra. Il circolo vizioso tra povertà materiale e povertà educativa va dunque necessariamente spezzato prevedendo investimenti di spesa pubblica in maniera importante proprio su famiglie e bambini”.

Secondo il rapporto, in Italia i bambini e i ragazzi a rischio povertà ed esclusione sociale sono il 32%, una delle percentuali più alte in Europa, al di sopra della media europea del 28%. Islanda (14%), Norvegia (12%) e Repubblica Ceca (20%) si rivelano i paesi più virtuosi, mentre Romania (51%), Bulgaria (45%) e Ungheria (41%) fanno registrare i livelli più elevati.

Infatti la povertà educativa rappresenta uno degli aspetti più devastanti della povertà infantile che in Europa colpisce ben 1 adolescente su cinque: i dati PISA mostrano che il 22% dei 15enni in Europa ha scarsi risultati in matematica e il 20% in lettura. In Italia non raggiunge le competenze minime in matematica 1 bambino su 4, 1 su 5 in lettura. In Italia è allarmante anche la media di dispersione scolastico che riguarda il 15% dei minori.

Inoltre, la differenza media, in percentuale, del rischio di povertà tra bambini con genitori che possiedono un livello medio-alto di istruzione rispetto a quelli che ne possiedono uno più basso è del 46% in Italia, contro quella europea del 53%. Dal rapporto è emerso anche che degli oltre 26.000.000 di minori a rischio povertà o esclusione sociale in Europa, 1 su 5 lo è nonostante le proprie famiglie abbiano beneficiato di trasferimenti sociali, mentre 1 su 10 vive in famiglie con una intensità lavorativa molto bassa o in famiglie gravemente deprivate.

Anche i bambini i cui genitori hanno una occupazione non sono esenti dalla povertà: in Romania, 1 bambino su 2 con genitori che lavorano è a rischio povertà, 1 su 5 in Lussemburgo, Bulgaria, Spagna e Svezia. I dati mostrano che in Norvegia, Finlandia, Danimarca, Slovenia, Islanda, Svezia, Austria e Repubblica Ceca, paesi caratterizzati da meno disuguaglianze, i bambini hanno meno probabilità di essere a rischio di povertà o esclusione sociale.

Tuttavia, nelle ultime decadi nella UE la disuguaglianza è aumentata: il 10% delle famiglie più ricche attualmente guadagna il 31% del reddito totale e possiede più del 10% della ricchezza totale. Il 5 % più ricco guadagna il 20% del reddito totale e possiede il 37% della ricchezza totale. L’aumento delle disuguaglianze ha avuto conseguenze negative per i bambini in Europa, per cui coloro che sono nella fascia più bassa rimangono ulteriormente indietro in termini di educazione, salute e livello di soddisfazione nella vita.

La ricchezza è infatti sempre più concentrata in settori limitati della società, con meno famiglie che lavorano in grado di investire in opportunità per i propri figli. Il rapporto ha messo in rilievo che in Italia il 13% dei minori è rischio di povertà grave e il 17% vive in condizioni di povertà persistente.

Ad essere più esposti al fenomeno sono proprio quei bambini che vivono in famiglie con genitori impiegati a lavoro meno del 20% del loro potenziale, rispetto a quelli che invece hanno accanto genitori che lavorano tra il 55% e l’85% del proprio tempo. Secondo Save the Children, per sradicare la povertà materiale, l’esclusione sociale e la povertà educativa, i Paesi europei e le istituzioni dell’UE dovrebbero affrontare la disuguaglianza già presenti durante l’infanzia, eliminando le barriere che impediscono ai bambini lo sviluppo delle proprie competenze e capacità:

“E’ urgente, per questo, adottare ed implementare la ‘Child Guarantee’ a livello europeo, una misura che permetterebbe coordinamento, pianificazione e monitoraggio oltre ad una valutazione di impatto sugli investimenti europei per contrastare la povertà minorile”.

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