La Tomba dell’ Apostolo Filippo: una devozione lunga 13 secoli

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“Filippo, uno dei dodici apostoli… si è addormentato a Hierapolis “. Era il 190 e il vescovo di Efeso, Policrate, lo scriveva al vescovo di Roma Vittore. Inizia così il culto dei padri e la passione degli archeologi dei nostri tempi. Nle 1957 inizi la missione italiana guidata da Paolo Verzone, docente di ingegneria del Politecnico di Torino, si scopre l’edificio bizantino che custodisce il luogo del martirio, ma la tomba non c’è. Bisogna aspettare il 2001 per riprendere le indagini e si scopre una grande strada processionale che portava i pellegrini, attraverso la città, sino alla collina del santo. C’è anche un bagno pubblico, quasi un hamman per la purificazione. Questa è la regione delle grandi sorgenti termali che ogni anno attirano più di un milione e mezzo di turisti. Luogo legato al culto della “salute ritrovata” insomma fin dai tempi pagani e dei tempi di Esculapio e di Apollo. Ma sulla collina c’è qualcosa di più. Da un grande cumulo di pietre e di marmi lavorati emerge la parte superiore del frontone in travertino di una tomba romana. Si decide di andare oltre e si arriva ad una una grande basilica a tre navate.

La tomba è al cento della navata centrale. E’ decorata con ricchezza, intorno una scala come per poter meglio venerarla, davanti delle vasche come se l’acqua che scorre vicino a questa sepoltura fosse miracolosa. Un po’ come a Lourdes. Che sia questa la Tomba dell’Apostolo? L’immagine combacia con un sigillo antico conservato negli Usa a Richmond che mostra gli edifici di Hierapolis fino ad ora non molto chiaramente. Ma adesso tutto cambia. E si scoprono anche le tombe di pellegrini che fino al XIII secolo, anche in assenza delle reliquie forse, continuano a onorare il santo e chiedere miracoli. Uno di loro arriva dai Pirenei, è passato per Roma e ed è venuto a scioglire chissà quale voto a Hierapolis.

Nella sua tomba, a fianco a quella di Filippo, ci sono le medagliette che provano il suo pellegrinare. Siamo solo all’inizio di uno studio che tra archeologia, sociologia, storia e fede ci porterà a comprendere sempre meglio i legami tra le Chiese di tutto il mondo antico e speriamo anche moderno. Il Ministero per i Beni Culturali della Turchia collabora attivamente a questi scavi. Speriamo che sappia riconoscere che la fede in Cristo è la più antica ancora viva nella regione.

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