Oxfam ha chiesto un’economia umana

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Mentre a Davos si è discusso di economia strategica l’ong Oxfam ha presentato il rapporto ‘Un’economia per il 99%’, in cui si è analizzata la forbice tra ricchi e poveri, che si sta estremizzando: multinazionali e super ricchi continuano infatti ad alimentare la disuguaglianza, facendo ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti e usando il loro potere per influenzare la politica.

Ed ha proposto una soluzione per ripensare il sistema economico a cui siamo abituati, che fin qui ha funzionato a beneficio di pochi fortunati e non della stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Infatti secondo le nuove stime sulla distribuzione della ricchezza globale, basate su dati migliorati rispetto alla condizione delle fasce di popolazione meno abbienti in Cina e India, la metà più povera del pianeta è ancora più povera di quanto calcolato in passato.

I mega paperoni dei nostri giorni si arricchiscono a un ritmo così spaventosamente veloce che potremmo veder nascere il primo trillionaire (ovvero un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni. Una cifra che si consuma solo spendendo un milione di dollari al giorno per 2.738 anni. Al contrario di un normale risparmiatore, i super ricchi fanno ricorso a una fitta rete di paradisi fiscali per evitare di pagare la loro giusta quota di tasse, oltre che a un esercito ben pagato di società di gestione del patrimonio per trarre il massimo profitto dagli investimenti fatti.

Inoltre, è una leggenda che i miliardari si siano fatti tutti da sé: Oxfam ha calcolato che 1/3 della ricchezza dei miliardari è dovuta a eredità, mentre il 43% a relazioni clientelari. A chiudere il cerchio c’è l’uso di denaro e relazioni da parte dei ricchissimi per influenzare le decisioni politiche a loro favore. Ovunque nel mondo i governi continuano a tagliare le tasse su corporation e individui abbienti.

In questo quadro, le donne sono particolarmente svantaggiate perché trovano prevalentemente lavoro in settori con salari più bassi e hanno sulle spalle la gran parte del lavoro domestico e di cura non retribuito. Di questo passo ci vorranno 170 anni perché una donna raggiunga gli stessi livelli retributivi di un uomo. Questo squilibrio è avvenuto anche in Italia: nel 2016 la ricchezza dell’1% più ricco degli italiani (in possesso del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali.

Per quanto riguarda il reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più ricco della popolazione ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani. Per una giusta redistribuzione della ricchezza Oxfam propone un modello di economia umana: una visione economica alternativa fondata su principi e su politiche possibili che salvaguardano il bene comune dell’intera società, un nuovo approccio, capace di generare benefici per tutti e non solo per pochissimi fortunati.

In base a ciò Oxfam ha invitato a tutti i cittadini a chiedere ai Governi e ai leader politici di adoperarsi per realizzarla, garantendo un sistema di tassazione più progressivo; politiche occupazionali che garantiscano ai lavoratori un salario dignitoso e diminuiscano i divari retributivi; servizi pubblici di qualità in ambito educativo e sanitario; uno sviluppo economico che rispetti i limiti naturali del nostro pianeta; un reale ascolto dei bisogni dei cittadini e non degli interessi di alcune élites privilegiate.

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