Celebrato il Natale ortodosso a 100 anni dalla Rivoluzione russa

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Da Gerusalemme al Cairo, dalla Russia alla Serbia, agli Stati Uniti il 7 gennaio gli ortodossi che seguono il calendario giuliano hanno celebrato la solennità del Natale: a Betlemme il patriarca ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, ha guidato la preghiera nella basilica della Natività; Al Cairo i copti hanno celebrato il Natale tra misure di sicurezza, dopo quanto accaduto l’11 dicembre scorso (28 fedeli furono uccisi in un attentato terroristico compiuto vicino alla chiesa di San Pietro).

Nel messaggio di Natale il patriarca di Mosca, Cirillo, ha scritto ai fedeli: “E’ di primaria importanza che noi cristiani non soltanto esortiamo gli altri a seguire alti ideali morali, ma ci impegniamo di persona a incarnarli nella nostra vita quotidiana, prima di tutto nel servizio concreto a ogni prossimo. Allora, con l’aiuto di Dio, vedremo in noi crescere i veri frutti dello Spirito: ‘amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé’ (Galati, 5, 22).

Superando conflitti e divisioni porteremo al mondo il sorprendente annuncio della nascita del Salvatore e con le opere testimonieremo la straordinaria bellezza e forza spirituale della fede ortodossa”.

Eppoi ha ricordato il centenario della Rivoluzione russa: “Inizia l’anno 2017. Esattamente cento anni ci separano dagli avvenimenti che hanno radicalmente cambiato la vita della Russia, il nostro grande Paese multietnico, gettandola nella follia della guerra civile, in cui i figli sono insorto contro i genitori e i fratelli contro i fratelli.

Le perdite e sciagure che ha successivamente attraversato il nostro popolo in gran parte sono state determinate da questa distruzione del sistema politico che era esistito per un millennio, e dalla lotta con la fede religiosa della gente, che causò una profonda divisione in seno alla società.

Con timore e riverenza ricordiamo l’impresa dei neomartiri e confessori della Chiesa russa per le cui preghiere, ne siamo convinti, il Signore non ha abbandonato il nostro popolo e gli ha dato le forze di compiere prodezze e grandi imprese, sociali e belliche, che ci hanno portati alla vittoria nella più terribile delle guerre, alla ricostruzione del Paese e a realizzazioni che suscitano l’ammirazione.

Ringraziamo Dio per il miracolo, che ha manifestato a tutto il mondo, della rinascita della fede e della pietà nel nostro popolo, della ricostruzione dei luoghi santi distrutti, della costruzione di nuove chiese e monasteri che è un segno visibile dei profondi cambiamenti avvenuti nel cuore degli uomini…

Continuiamo a percorrere le vie della salvezza, consci che Dio è con noi. Rafforziamoci nella fede, perché Dio è con noi. Confermiamoci nella speranza, perché Dio è con noi. Sforziamoci di crescere nell’amore, operando il bene, perché Dio è con noi”. In Italia il Metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta ed Esarca per l’Europa Meridionale, ha scritto ai fedeli che il Natale è la ‘Madre di tutte le feste’:

“Tale mistero soprannaturale della Nascita di Cristo è contenuto nel magnifico e melodico Kontakion di questa luminosissima Festa: ‘Per noi è nato un nuovo bambino, Dio che è prima dei secoli…’. Gli inni della nostra Santissima Chiesa, degni della nostra Fede, carissimi fratelli, pieni dello Spirito Divino e pensiero sovrumano, illuminano e spiegano con cuori purissimi, come anche rivelano agli uomini, da un lato Dio Logos come bambino e il bambino come Dio.

Ecco perché il bambino è un tesoro, ecco perché il bambino è verità, ecco perché il bambino è una benedizione e un dono di Dio… San Nicodemo l’Aghiorita riporta: ‘Se il Signore non fosse fuggito e fosse stato ucciso da Erode, sarebbe stata, comunque, ostacolata la salvezza degli uomini. Qualora, inoltre, fosse stato catturato e non fosse stato ucciso, allora gli eretici avrebbero sostenuto che non rivestiva la carne umana, ma solo in apparenza’.

Dunque, nessuno può vanificare i piani di Dio e basta la famosissima parola del Capo della Chiesa: ‘Le porte dell’Ade non prevarranno su di essa’, poiché Cristo e la sua Chiesa sono eterni e immortali. L’ininterrotta catena aurea dei Padri e dei Maestri della nostra pura Fede, ciò, precisamente, insegna, come anche illuminano e rivelano a tutti noi con la loro enorme opera spirituale e teologica, che in sostanza mostra questi valori e verità soprannaturali e immutabili della nostra Madre Chiesa Ortodossa”.

A Torino mons. Cesare Nosiglia, visitando la comunità coopta, ha espresso ‘grande gioia’ per la partecipazione alla Solenne Liturgia della Beata Manifestazione del Natale del Signore: “Voglia il Figlio Unigenito del Padre distruggere le tenebre del peccato, della violenza e della morte che si abbattono in questo tempo contro tanti suoi discepoli e le loro Chiese o comunità, sparse nel mondo e dia forza ai deboli e perseguitati.

Il recente attentato in Egitto alla vostra Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, con la morte e il ferimento di fedeli innocenti, ha visto la mia piena e partecipe solidarietà unita alla preghiera della Chiesa di Torino, per coloro che hanno perso la vita o sono stati feriti gravemente, e per le loro famiglie coinvolte nel dolore.

Conceda il Divino Bambino, che è stato salutato dagli Angeli portatore di pace e di salvezza a tutti gli uomini che Dio ama, alle vostre comunità e famiglie, la necessaria e dovuta serenità nel nostro Paese, in Egitto e in ogni altro Paese dove siete presenti. Dia ai nostri ragazzi e giovani in particolare il coraggio di operare per costruire un mondo di pace, di giustizia, di solidarietà, di amore fraterno dove il rispetto del Credo e della libertà religiosa per ogni credente e la Chiesa o comunità religiosa a cui appartiene, non sia solo un principio astratto, ma una via concreta da percorrere con l’apporto di tutti, i cristiani delle varie Confessioni, i credenti delle diverse religioni, e ogni uomo di buona volontà”.

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