La Chiesa ha venerato l’Immacolata Concezione

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Giovedì 8 dicembre a Roma si è ripetuto il tradizionale atto di venerazione al monumento mariano in piazza di Spagna per compiere, come ogni 8 dicembre, l’atto di venerazione al monumento mariano realizzato dall’architetto Luigi Poletti e dallo scultore Giuseppe Obici in onore all’Immacolata Concezione, dogma stabilito da Pio IX nel 1854.

Il tradizionale omaggio è stato avviato da Giovanni XXIII nel 1958 e proseguito poi da tutti i Pontefici, ancor più da Bergoglio che non ha mai nascosto la propria profonda devozione mariana. Papa Francesco ha affidato alla Vergine i bambini sfruttati e abbandonati, le famiglie che fanno più fatica, i lavoratori e ‘chi, per necessità, svolge un lavoro indegno’ o ‘chi il lavoro l’ha perso o non riesce a trovarlo’:

“Ti porto, Madre, i bambini, specialmente quelli soli, abbandonati, e che per questo vengono ingannati e sfruttati. Ti porto, Madre, le famiglie, che mandano avanti la vita e la società con il loro impegno quotidiano e nascosto; in modo particolare le famiglie che fanno più fatica per tanti problemi interni ed esterni. Ti porto, Madre, tutti i lavoratori, uomini e donne, e ti affido soprattutto chi, per necessità, si sforza di svolgere un lavoro indegno e chi il lavoro l’ha perso o non riesce a trovarlo”.

Eppoi ha invocato il suo aiuto: “Abbiamo bisogno del tuo sguardo immacolato, per ritrovare la capacità di guardare le persone e le cose con rispetto e riconoscenza, senza interessi egoistici o ipocrisie. Abbiamo bisogno del tuo cuore immacolato, per amare in maniera gratuita, senza secondi fini ma cercando il bene dell’altro, con semplicità e sincerità, rinunciando a maschere e trucchi.

Abbiamo bisogno delle tue mani immacolate, per accarezzare con tenerezza, per toccare la carne di Gesù nei fratelli poveri, malati, disprezzati, per rialzare chi è caduto e sostenere chi vacilla. Abbiamo bisogno dei tuoi piedi immacolati, per andare incontro a chi non sa fare il primo passo, per camminare sui sentieri di chi è smarrito, per andare a trovare le persone sole”.

A Milano il card. Corti, elevato alla porpora il 19 novembre scorso, ha rivolto la sua riflessione ai fedeli partecipanti al Pontificale dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria: “In Maria il pensiero di Dio si è realizzato in maniera singolarmente piena: l’amore di Dio e quello della creatura umana si sono incontrati pienamente. Maria è diventata l’immagine perfetta di ciò a cui noi tutti siamo chiamati da Dio. Invito voi tutti a chiedere con intensità, come grande dono per la Chiesa, che nel suo cammino tenga vivo il profilo mariano”.

A Firenze la festa dell’Immacolata Concezione è stata concelebrata dal card. Ernst Simoni, che il card. Betori lo ha presentato come “un prete che ha subito 37 anni di prigionia e lavori forzati nell’Albania comunista di Enver Hoxha, il regime che si era proclamato ‘primo stato ateo del mondo’. Oggi a pregare con noi c’è un martire della fede in Cristo Gesù. Egli è ben degno di rivestire la sacra porpora per aver condiviso la sorte di tanti martiri nel dono di sé per la fede.

Siamo lieti che egli abbia accettato di celebrare oggi con noi la festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Lo sentiamo un po’ anche nostro, don Ernest, dal momento che ha scelto di soggiornare spesso nella nostra città e ha voluto esprimere il suo legame con noi inserendo nel suo stemma cardinalizio anche il giglio di Firenze.

Sappia, Eminenza, che anche i fiorentini Le vogliono bene: siamo infatti lieti di avere tra noi un così insigne testimone di Cristo, che con la sua presenza ci ricorda il prezioso dono che è la fede in Gesù e ci spinge a essere fedeli alla sua Parola”.

Dopo la celebrazione eucaristica il Card. Betori si è fermato, come tradizione, a rendere omaggio alla Madonna nella Loggia del Bigallo: “Aiutaci a essere ancora più uniti nel perseguire il bene comune, nel distinguerci solo per testimoniare un modo migliore di vivere insieme, mai di dividerci per interessi personali o di gruppo, per ragioni ideologiche, per arido egoismo”.

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