Bortolotti: ipocrisie del potere e la Dottrina Sociale della Chiesa

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“L’ipocrisia è simulazione di virtù, di sentimenti, di qualità o di intenzioni, allo scopo di farsi benvolere, guadagnarsi la simpatia o trarre in inganno. Nell’accezione dei comuni mortali l’ipocrisia è un contegno di malcostume, mentre invece in quella dei divini numi della politica, inspiegabilmente, assume inquietanti connotazioni di democratismo o di salvacondotto che garantisce incolumità personale e assoluta impunibilità.

Il fenomeno diviene inquietante se consideriamo che l’intero mondo della politica è sopraffatto dal cancro inveterato dell’ipocrisia, di cui nessun potente nume sembra possa o voglia più liberarsi. Nella poliedrica realtà del mondo politico, le tipiche regole della sincerità, della schiettezza e dell’onestà sono sovrastate da eccezioni, falsità, ambiguità, finzioni, doppiezze, simulazioni, menzogne e inganni, dissolutezze di costumi che denotano vere e proprie involuzioni, foriere di ineluttabili ipocrisie e di distacco dal rigore morale”:

così scrive nel saggio ‘Ipocrisie del potere’ Fabio Bortolotti, che ha svolto importanti incarichi nelle pubbliche istituzioni, come quello di Difensore civico del Trentino, ed ha curato numerose pubblicazioni giuridiche, per lo più orientate verso l’ordinamento della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, fra cui l’opera ‘Thesaurus giuridico e dialettico latino-italiano’, per la quale nel 2011 il Presidente della Repubblica Italiana gli ha conferito l’onorificenza di commendatore della Repubblica Italiana.

All’autore abbiamo chiesto di spiegarci il titolo del libro: “Nel mondo della politica le regole della sincerità e della rettitudine sono pressoché sconosciute, sopraffatte da finzioni, doppiezze, simulazioni e menzogne, perché in tale mondo domina incontrastata l’ipocrisia, con inevitabili negative ripercussioni sugli sventurati cittadini, vittime inconsapevoli. Il titolo del libro richiama l’attenzione sul dilagante malcostume dell’ipocrisia nell’esercizio del potere”.

Cosa si intende per ipocrisia?
“L’ipocrisia è intesa come simulazione di virtù, di sentimenti, di qualità o di intenzioni, allo scopo di farsi benvolere, guadagnarsi la simpatia o trarre in inganno. Più comunemente, ipocrisia significa inventare con la mente, non esprimere il vero, affermare ciò che non è, fingere, alterare la verità con piena consapevolezza, principalmente nei rapporti sociali”.

Quale è il compito del cattolico in politica?
“Il tema dell’ipocrisia è presente nei Vangeli, in particolare di Luca e di Matteo: ‘per prima cosa guardatevi dal lievito dei farisei’ (Luca, 12, 1); ‘guai a voi, legisti e farisei ipocriti’ (Matteo, 23). In breve, Gesù ammonisce severamente gli scribi e i farisei in quanto, a causa della loro doppiezza, si mostravano sotto la maschera dell’ipocrisia per essere onorati e ossequiati, per cui condanna gli uni e gli altri per il contrasto tra ciò che facevano apparire e ciò che erano veramente. Un cattolico in politica deve dare prova di seguire una coerente e ben definita linea politica, non potendo discostarsi dagli insegnamenti dei Vangeli”.

In quale modo la Chiesa può combattere le ipocrisie del potere?
“Nel nostro Paese esiste un’autorità morale largamente riconosciuta, anche se spesso inoperosa, che è la Chiesa, nessuno più della Chiesa può, realmente, ottenere ascolto sia presso i ‘signori della politica’ che presso la stragrande maggioranza di cittadini, al fine di risvegliare le loro coscienze. Un intervento mirato e a voce grossa della Chiesa sarebbe un provvidenziale fulmine a ciel sereno, sia per i mali viri della politica che per i cittadini”.

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