La Chiesa celebra la giornata per la custodia del creato

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Il vescovo maronita di Batroun, mons. Mounir Khairallah, presidente della Commissione Patriarcale Maronita per l’Ambiente, ha annunciato che anche il Libano celebra per la prima volta la ‘Giornata Mondiale di preghiera per la salvaguardia del creato’, istituita da papa Francesco nello scorso anno: “Rivolgo un pressante invito ad un ulteriore dialogo su come si costruisce il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di una conversione che ci unisce tutti, perché la sfida ambientale che viviamo e le sue radici umane ci riguardano tutti.

Il movimento ambientalista globale ha percorso una lunga strada, degno di apprezzamento, e ha generato molte associazioni civiche che hanno contribuito consapevolezza. Purtroppo, un grande sforzo per trovare soluzioni concrete alla crisi ambientale spesso non riescono, non solo per l’opposizione dei potenti, ma per mancanza di interesse da parte di altri. Gli atteggiamenti che bloccano le vie di soluzioni, anche tra i credenti, vanno dalla negazione del problema alla fede cieca nelle soluzioni tecniche.

Abbiamo bisogno di una nuova solidarietà globale… Molte cose devono essere riorientate, ribadisce l’enciclica del papa, ma prima di tutto l’umanità ha bisogno di cambiare. Quindi sono necessarie una coscienza di una comune origine ed un futuro condiviso da tutti. Tale coscienza permetterebbe lo sviluppo di nuovi stili di vita: è una grande sfida culturale, spirituale ed educativa”.

La giornata ha acquistato un ‘respiro’ mondiale, in quanto nello scorso anno, in occasione della festa della Trasfigurazione, papa Francesco ha istituito per l’intera Chiesa cattolica la Giornata mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, fissandone la data al 1 settembre.

La lettera di indizione sottolineava la forte valenza ecumenica della Giornata, nata dall’iniziativa del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, che invitava a sintonizzare le iniziative cattoliche anche con quelle del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC): la Giornata è un vero dono che la Chiesa cattolica riceve dalle altre confessioni cristiane, accettando di condividere con esse.

In questo senso l’anno della Misericordia invita a vivere in profondità la conversione ecologica, secondo l’indicazione del VI capitolo dell’enciclica ‘Laudato sì’ di papa Francesco, che chiede di imparare ad essere responsabili abitatori della terra, capaci di praticare una ‘cittadinanza ecologica’. Ed appunto il messaggio dei vescovi si intitola ‘La misericordia del Signore, per ogni essere vivente’:

“Davvero la traboccante misericordia del Dio trinitario si espande a creare un mondo ricco di una varietà di creature. Celebrare la Giornata del Creato nell’Anno giubilare è, dunque, un invito a vivere fino in fondo, nella nostra esperienza di fede, come nei comportamenti quotidiani, questa dimensione della misericordia divina”.

Tale dinamismo di misericordia “accomuna le Chiese cristiane, che pure condividono la fede nell’Eucaristia, punto focale di tale esperienza. Essa ‘unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato’; è ‘un atto di amore cosmico’, che raccoglie in un’unica celebrazione il mistero salvifico della Pasqua e la storia dell’azione creatrice del Dio misericordioso. In essa, realtà vivificante in cui vive e si fa vicino ad ogni creatura, siamo educati a contemplare il mondo come sacramento della sua grazia”.

La misericordia permette un nuovo ascolto dei poveri e degli esclusi: “C’è, quindi, un grido della terra che va ascoltato con attenzione, nella varietà dei suoi aspetti; chiama ogni essere umano, in modo particolare i credenti, alla cura della casa comune. Essa si esprime in un profondo ripensamento del modello di sviluppo, così come nel rinnovamento degli stili di vita.

La sfida è comunque quella di superare quella ‘cultura dello scarto’, che troppo spesso pervade sia la vita sociale che quella personale, per orientarci ad un ‘modello circolare’, che limiti decisamente il consumo di risorse e la produzione di inquinanti. Si tratta di costruire un’economia sostenibile, capace di promuovere il lavoro umano in forme che custodiscano la casa comune”.

Secondo i vescovi si deve imparare a condividere la ‘tenerezza’ di Dio per tutte le creature per una vera conversione alla misericordia: “L’Enciclica ‘Laudato sì’ è tutta un invito alla conversione ecologica, a un riorientamento delle pratiche che si radichi in un cuore rinnovato.

Impariamo a sperimentare, in modo più intenso il dono del creato, scoprendoci immersi in una misericordia che chiama anche noi ad essere ‘in uscita’, nella cura responsabile per il creato e per la famiglia umana. Impariamo a praticare il dialogo con religioni e culture, a partire dalle Chiese cristiane, per ricercare assieme le vie di una custodia efficace di ‘sorella terra’”.

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